Capitolo 12: L'albero dei rimpianti

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La giornata inizia come sempre al meglio, per finire "ovviamente" in peggio, sono le 9:30 circa e decido di iniziare il mio cammino verso la cima, ciò che mi porterà quasi sicuramente alla vittoria contro questa maledizione...

Tutto è scuro, pieno di nebbia, triste... mi imbatto in una immensa quercia, che in proporzione al resto del bosco doveva corrispondere alla grandezza di tutti gli altri alberi messi insieme.

Un albero pieno di significati, pieno di perché e di risposte, pronto a scoppiare, esattamente come me, che non so le risposte ma continuo a farmi domande. Sembrava strano ma vedo me a scuola, quella che ho sempre odiato ma che ora mi vien da amare, con i miei amici a ridere e scherzare.

Inoltre vedo me stesso in ospedale, con una macchina per controllare il battito cardiaco e delle flebo attaccate al mio corpo. Perché tutto questo ora? Insomma ho quasi portato a termine la mia vendetta! Sento i battiti man mano svanire...

Ma poi... non riesco a capire con precisione cosa stia accadendo ma so che incomincia a mancarmi il respiro, mi giro intorno per capire se c'è qualcuno, finché non dirigo il mio sguardo sul prato. Vedo tutto opaco e distorto, sembra... una... planchette... cado per terra e mi sveglio esattamente dove stavo cercando di arrivare, nel casolare della cartomante in collina. La vedo arrivare... e lei per prima mi rivolge la parola.

Cartomante: "Non dovevi venire qui da solo!"

Io: "Come? Perché?"

Cartomante: "Hai idea di cosa può fare quell'albero?"

Io: "Ma... lo stavo semplicemente ammirando... non capisco"

Cartomante: "Credimi, so quante ne hai passate per venire qui, ma non è neanche la punta dell'iceberg tutto questo, rispetto a quello che devi ancora affrontare"

Io: "In che senso?"

Cartomante: "La maledizione del "Ragazzo Nero" è sempre stata la più complessa maledizione studiata dal gruppo di riunioni magiche mondiali, nessuno è mai riuscito a trovare una soluzione, Nik... tu sei..."

Io: "Io sono...???"

Cartomante: "Tu sei... diciamo che sei leggermente non vivo sul pianeta Terra, almeno per ora"

Io: "Non ci credo, tutti quei ricordi, vedevo me in ospedale con le flebo e poi sono svenuto..."

Cartomante: "Sono stato io a farti svenire!"

Io: "Chee?? Sapevo di non dovermi fidare!"

Cartomante: "Davvero non capisci! Io ti ho salvato questa vita inscenando la tua morte, se non avessi fatto così, loro avrebbero finito il lavoro..."

Io: "Quindi io non esisto, né per il mio mondo, né per questo?"

Cartomante: "Non ti preoccupare, ho una soluzione che dovrebbe essere quella decisiva, i tuoi funerali ci saranno tra 3 giorni, entro dopodomani devo riportarti sulla terra!"

Io: "Certo, come no!"

Cartomante: "Fidati di me, ce la possiamo fare, mi servono degli ingredienti, che solo tu puoi avere..."

Io: "Di cosa parli!?"

Cartomante: "Un ricordo di una persona stretta che tieni sulla terra, i tuoi genitori, i tuoi amici, l'importante è che sia qualcuno a cui tieni davvero"

Io: "Mi dispiace ma non ho niente..."

Cartomante: "Beh allora dobbiamo trovare un'altra soluzione ma ci vorranno mesi e il tuo corpo già sarà in una bara blindata"

Io: "Anzi no, aspetta, questo giubbotto, me lo ha regalato mio padre, io e lui non siamo mai stati in buoni rapporti ma dal profondo del cuore gli ho sempre voluto bene"

Cartomante: "Beh, speriamo che vada bene"

Io: "Sì, ma cosa devo fare?"

Cartomante: "Te l'ho detto è solo la punta dell'iceberg"

Senza chiarirci le idee la cartomante mi invita a casa sua nella stanza degli ospiti e mi manda a dormire, cosa altro devo fare? Boh, a me tutto questo sembra già troppo...

Non riesco ad addormentarmi mi giro al lato della finestra e vedo una torcia che circonda la casa, una torcia simile a quella dei federali, ma cosa ci fanno dei federali attorno alla casa di una praticante di magia oscura?!

Rimango ad occhi spalancati fino alle 3 circa e poi mi addormento...

La mia seconda vita 1: Un incubo che diventa realtàWhere stories live. Discover now