Capitolo 3: Mi basta una sola vita!

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Mi preparo per ritornare a scuola, "Buongiorno!" -esclamo dopo aver aperto la porta della classe. Altre 6 ore di inferno... riesco a stento a vedere la lavagna, i miei pensieri ritraggono solo la mia vita incasinata, quello strano ragazzo, la bici sparita...

"Nicolas, sai dirci tu da cosa è composta l'aria?"

Sembra quasi una presa in giro, un'interrogazione per una domanda così banale, eppure... neanche a questa riesco a rispondere e la classe rimane senza parole, tanto quanto me!

Finalmente torno a casa verso le 14:30. Già ne avevo abbastanza di compiti, questa volta studio prima perché verso le 19:30 esco...

"Mamma, per caso hai visto il vocabolario di italiano? Stava nel mio zaino!"

"Certo, era servito a me, comunque l'ho messo sul 3° scaffale della libreria..."

*vado verso la libreria*

"La mia seconda vita" leggo da un libro pieno di polvere riposto sul 1° scaffale. Inizio a sfogliarlo e le uniche cose che riesco a leggere prima che mia madre mi interrompa sono: "di giorno vivevo e di notte mi trasformavo", sembra quasi la frase di una poesia. Beh in realtà è semplicemente la trama del libro.

"Lo hai trovato?" -mi chiede mia madre.

"Sì" -le rispondo.

*rimetto il libro al suo posto e prendo il dizionario in mano*

Alle 19:00 mi preparo e scendo di casa, percorro la strada che mi porta in Via Roma ma ovviamente incontro il traffico... "Papà muoviti che arrivo in ritardo" -urlo teso dal seggiolino affiancato al volante. Arrivo verso le 19:25 circa, scendo dall'auto e raggiungo i miei amici. Ho sempre pensato che gestire due vite era difficile ma mai più di ora. In realtà trovare veri amici che ti stiano accanto è molto complicato e questa sera mi sto sentendo escluso, da persone a cui tengo molto... "Ohi, Fede andiamocene, non le vedi che stanno esaurite" -bisbiglio a Federica.

"Beh, hai ragione, è da circa un' oretta che ci evitano" -mi risponde Fede.

Sono stato così impegnato a pensare alla mia seconda vita, che non ho pensato alla prima.

Io e Federica ce ne andiamo... ero furioso, dovevo fare qualcosa... qualcosa che avrebbe chiuso il portale verso la mia seconda vita, già una era abbastanza. "E ora come cavolo faccio, se questo fatto esce fuori poco ci vorrà a cadere nel ridicolo" -penso, penso e penso assillantemente e decido di rivolgermi alla sola persona che mi avrebbe potuto aiutare... non propriamente viva ma comunque una persona... tutto ciò non lo posso fare nella mia prima vita quindi aspetto la notte e vado a dormire.

"Ok... dove lo posso trovare..." -penso lamentandomi nel buio, ho bisogno immediatamente di quel ragazzo nero...

"Ohi, alle 17:30 tutti a casa mia" -scrivo sul gruppo delle uscite. Se ve lo state chiedendo, sì, anche in questo mondo c'è il gruppo Whatsapp per le uscite. Ho ancora abbastanza tempo prima di risvegliarmi, è tutto assurdo ma devo almeno provarci.

"Hey, ciao come butta?" -saluto intimorito con mia madre alle spalle. "Mamma ti dispiacerebbe lasciarci soli? Grazieeee!" -avviso mia madre cercando di farla andare via...

"E ora come glielo spiego che questa non è la mia vita?"

-pensavo contraendo ogni mio muscolo facciale per emanare messaggi di tranquillità estrema.

"Che cos'hai?" -esclamano in coro i ragazzi.

Passano dieci minuti, passano altri cinque minuti...

"Questa non è la mia vita! CONTENTI?" -urlo all'impazzata. "Ahahaha cosa vuol dire?" -mi rispondono Francesca e Giovanni. "Non lo so neanche io ma dobbiamo trovare quel ragazzo nero e non abbiamo molto T-E-M-P-0" -le mie ultime parole di quella giornata in quella stupida vita.

"Ma dove sono ora?" -bisbiglio nella mente... mi giro e...

È PIENA NOTTE, CIRCA LE 3:00... ed ora? Non mi resta altro da fare che tornare a dormire, troppe cose mi frullano in mente... e così crollo nel sonno, sperando che i ragazzi non si siano straniti troppo...

La mia seconda vita 1: Un incubo che diventa realtàWhere stories live. Discover now