Capitolo 2: La bicicletta sparita

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"Sveglia Nik" -mi urla mia sorella. Mi alzo e mi rendo conto di star vivendo solo una delle mie vite. Mi lavo, mi vesto, e vado a scuola. All'arrivo mi ricordo di essermi dimenticato di far colazione, come sempre...

*lo sguardo della professoressa si allinea con il mio e entriamo in modalità interrogazione*

Proprio mentre avvio una sessione delle mie regolari distrazioni si sente una voce malvagia arrivare dalla cattedra che pronuncia una frase inconfondibile "Nicolas, interrogato!" -esclama la professoressa.

"Posso ripetere prima, prof?" –rispondo.

"Già vi ho dato troppo tempo per ripetere" -replica indignata la professoressa, e dopo aver ammesso di non aver studiato, aver fatto una brutta figura, rimango altre 5 ore e torno a casa, ovviamente stanchissimo, pranzo e mi riposo 5 minuti...

Come ogni singolo pomeriggio esco con gli amici e dopo essere tornato faccio i compiti, ceno e mi preparo psicologicamente a quello che accadrà poco dopo. Dò la buonanotte ai miei e mi dirigo in camera cadendo quasi subito in un sonno profondo...

*quell'arpia di mia madre entra in camera e mi sveglia*

"Oi, di chi è quella bicicletta parcheggiata in garage?"

-chiede mia madre con un area stranita.

"È di Marco" -gli rispondo.

"Sicuro che è di Marco?" -insiste mia madre.

"Sì, mamma, di chi dovrebbe essere secondo te?"

"Questo non lo so ma so per certo che mi stai mentendo, la bici di Marco è gialla mentre questa è rossa" -esclama arrabbiata con fare minaccioso.

"Mamma, lasciami spiegare..." -gli dico cercando di calmarla.

"Certo, stasera non esci... così avrai più tempo per spiegare" -mi urla contro.

"La situazione sta degenerando, come farò stasera ad indagare su ciò che è successo se starò rinchiuso in casa?"

-penso tra me e me, ma poi mi viene un colpo di fulmine... "Mamma, oggi non esco ma posso stare a casa di Giovanni, almeno questo, per favore...?" -chiedo a mia madre.

"Solo se mi prometti che non esci!" -mi risponde...

*telefono a Giovanni mostrando indifferenza*

"Ohi, senti non ci far caso se parlo a bassa voce, comunque oggi vengo a casa tua e poi usciamo, ok?" -esclamo a Giovanni in chiamata.

"Certo, passa verso le 18:30" -mi risponde bisbigliando.

"Cavolo sono quasi le 18:15, devo muovermi altrimenti faccio tardi" -urlo facendomi sentire da mezzo condominio. Scendo le scale, scendo le scale più velocemente, più velocemente ancora e... e niente, cado. Dopo essermi dovuto disinfettare per essermi sbucciato il ginocchio arrivo a casa di Giovanni verso le 19:00...

*andiamo al parco, il tempo non è dei migliori, sembra stia venendo un temporale*

Siamo sulla strada del parco, camminiamo a passi lenti. "Scemo aumenta il passo che qua si fa notte" -urlo a Giovanni ridendo.

"Io ti sto semplicemente seguendo!" -mi risponde.

Arriviamo al parco e la cosa che salta subito all'occhio è un gatto nero che attraversa la strada con noi, non sono mai stato superstizioso ma questo gatto nero mi pare di averlo visto anche ieri... "Ohi, ti ricordi di 'sto gatto?" -urlo a Giovanni che in questo momento è distante.

"Si, è quello di ieri!" - mi risponde urlando anche lui.

Da non credere, troppe idee mi sorgevano in mente, è lui, è il gatto? Non mi fermo un secondo ma quando vedo il gatto salire sull'albero decido di fissarlo.

Come c'era da aspettarsi il gatto sale su e da quel momento non si hanno più tracce di lui nel parco.

"Giovà, muoviti dobbiamo tornare immediatamente a casa!". Corriamo, corriamo e arriviamo nel vialetto di casa mia, dove c'era di nuovo il ragazzo nero di ieri a circa 50 metri di distanza pedalando sulla sua bici...

"La sua bici? Cooosaaaaaa!" -urlo come un isterico. Giovanni che non sapeva niente mi risponde "Che ti succede?". Corro subito verso casa: il garage è aperto e guarda caso la bici non c'è...

*non so cosa mi sta accadendo ma seguendo il mio istinto entro in casa e mi sdraio sul letto come se ci fosse qualcuno di più potente ad ordinarmelo...*

...mi risveglio e capisco che è una battaglia che dovrò vincere da solo, se ne avessi parlato con qualcuno mi avrebbero preso per pazzo...

La mia seconda vita 1: Un incubo che diventa realtàWhere stories live. Discover now