AD ASTRA

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La luce artificiale creava forme indistinte sulla moquette grigia. Jungkook l'aveva sempre detestata, quella moquette: con la sua morbidezza sembrava voler smussare gli angoli affilati dell'appartamento fatiscente in cui viveva, un tentativo così patetico da potersi erigere a emblema dell'intera esistenza umana. Quello di nascondere con una patina luccicante gli strati tossici e anneriti delle persone, patina che si sarebbe trasformata in ipocrisia e ipocrisia che sarebbe diventata immortale.

Se avesse lasciato a briglie sciolte la mente e le avesse permesso di navigare oltre i confini della realtà, Jungkook si sarebbe trovato con le mani piene di briciole e la testa traboccante di negatività. Se avesse lasciato srotolare la sua fantasia oltre i limiti nascosti del cervello, e le avesse permesso di librarsi nell'aria e trovare un confidente, quelle meravigliose sensazioni che custodiva gelosamente nel petto avrebbero rischiato di mostrargli il lato sporco della medaglia.

Il lato sporco della medaglia, nel suo caso, doveva ancora scrostarlo dal proprio timore prima di trovare il coraggio per affrontarlo. E se interfacciarsi con le ombre della felicità richiedeva coraggio, Jungkook preferiva lasciarlo ardere sul ring, ché la violenza delle botte era più facile da digerire rispetto la violenza di un rifiuto.

«A cosa pensi?»

I pensieri di Jungkook non smettevano mai di contorcersi, legarsi fra di loro, aggrovigliarsi e ricominciare dall'inizio, senza ritrovare l'estremità con cui scioglierne il nodo. La confusione assordante delle sue emozioni gli impediva di ascoltare le parole con cui avrebbe provato a descriverne gli effetti, e i suoi sarebbero diventati sforzi vani.

«Penso alla moquette.»

Il cuscino accanto a lui sprofondò; Jungkook ignorò il cigolio preoccupante delle asse del divano, e non si preoccupò di incrociare lo sguardo del suo migliore amico.

«Cos'ha che non va la nostra moquette?»

«Il proprietario l'ha messa per nascondere il pavimento originale della casa, ma avrebbe dovuto sapere che il risultato avrebbe fatto pietà. È come se io spazzassi e buttassi la polvere sotto al letto, sempre lì rimarrebbe, e che schifo, cazzo.»

Alcuni istanti di silenzio precedettero il pensare nevrotico di Yugyeom, il cui sguardo non abbandonò il profilo stoico del suo coinquilino. «Sei troppo severo nei confronti della nostra moquette. È solo di tendenza, non si tratta di nascondere qualcosa.»

Jungkook aggrottò la fronte, l'attenzione assorbita dalla sfumatura insignificante di grigio che costellava il pavimento. «Parli così perché tu non hai mai avuto la necessità di nascondere, e quindi non sai quando qualcuno ci prova – e fallisce, come in questo caso – o ci riesce.»

«Dunque tu parli così perché sei uno che prova a nascondere le cose e ci riesce.»

A far voltare Jungkook fu il tono tranquillo, che accompagnò l'assenza di una domanda. Si curò di non sgranare gli occhi, di non lasciarsi travolgere dallo stupore, dalla consapevolezza che qualcuno fosse riuscito a decifrarlo meglio di quanto credesse. A lui piacevano gli enigmi e piaceva ancor di più l'idea di esserne uno: i misteri avevano il potere di allontanare gli annoiati, quelli non determinati, la ridicola curiosità fine a se stessa; i misteri avevano il potere di accoglierti nella propria solitudine e, al tempo stesso, non farti sentire solo.

«Non guardarmi così, Kook: non sono cieco, anche se sono sicuro che anche un cieco noterebbe certi cambiamenti.» Yugyeom si voltò completamente verso di lui, una spalla affondata nella spalliera e la sicurezza impressa nei lineamenti ancora giovani. «Fortunatamente io non sono cieco, e ho visto i lividi che hai sulla pelle.»

Avrebbe voluto uscirsene con una battuta, cambiare argomento e tornare ad analizzare l'orribile moquette grigia sotto i suoi piedi, ma se lo avesse desiderato realmente non sarebbe rimasto lì, seduto sul divano cigolante in un vecchio appartamento decadente, con un paio di occhi inquisitori determinati a spogliarlo dei propri segreti.

LA LEGGE DEL PIÙ FORTE // vkookWhere stories live. Discover now