DULCIS IN FUNDO

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Le fragole erano sopravvalutate. Troppo dolci, troppo rosse, troppo sessualmente sfruttate in televisione. Non erano nemmeno così sexy. Jungkook aveva visto frutta più appetitosa, dalla fisionomia che richiamava quella umana (il mistero della natura che riproduce l'uomo e viceversa), come le pesche.

Le arance erano sottovalutate. Ecco perché, al tabaccaio sotto casa, prima di tuffarsi nella notte, aveva inclinato la schiena e scrutato con attenzione l'involucro dei lecca-lecca infilzati in una palla rossa di plastica all'entrata. Aveva finito per uscire da quel posto con un lecca-lecca all'arancia infilato nella bocca e un pacchetto di chewingum in tasca.

«Aspetti da tanto?»

Sebbene l'impaccio della sfera zuccherata contro la guancia, Jungkook sorrise. «Per te aspetterei altre due ore, principessa. Ti sei fatta bella per me?»

Non che Taehyung avesse bisogno di acconciarsi, ovviamente. Col suo leggero giacchetto di jeans, la maglietta senza maniche dei Rolling Stone e un cappellino grigio che gli tirava indietro i capelli ossigenati, era la rappresentazione ideale dell'uomo dei suoi sogni.

«Okay. Ciao.» Neutrale, senza accennare a nessuna espressione, Taehyung aprì il portone del palazzo e sgusciò nell'androne, ridendo alle rumorose proteste di Jungkook. «Oggi hai già sprecato una delle tre possibilità che ho per non essere troppo irritante.» Disse, affiancandolo. La notte era appena calata sulla città e si respiravano ancora gli ultimi bagliori crepuscolari.

«Voglio sprecarne un altro.» Borbottò Jungkook, mani infossate nelle tasche della felpa leggera della Levi's, scrutando il profilo del ragazzo. Sfilò il lecca-lecca dalla bocca e preferì occupare le labbra con quelle di Taehyung, a cui si avvicinò per strappargli un bacio a stampo. Tornò a farcirsi di zuccheri l'attimo seguente.

«Non te ne importa niente delle persone?» Con quel sorriso, la domanda aveva l'ingenuo intento della curiosità, a cui Jungkook rispose con una scrollata di spalle.

«Fanculo le persone. A stento sanno che esisto.» E, camminando, i suoi occhi furono attratti nuovamente dal corpo del ragazzo, accigliato nei propri pensieri. «Userò anche la mia terza chance,» e, senza aggiungere altro, continuando a far danzare la sfera aranciata fra le labbra, sfilò una mano dalla tasca e la infilò in quella posteriore dei jeans di Taehyung, che si bloccò sobbalzo. «Wow, reazione esagerata.»

«Devo ancora capire 'sta fissa per il mio culo,» ripresero a camminare, le dita di Jungkook che tastavano la mela del diavolo e il diavolo che, beh, miracolosamente glielo permetteva.

«Tralasciando la sua perfezione obiettiva, come tutto ciò che lo circonda—o dovrei dire incornicia, vista la tua somiglianza a una qualunque opera d'arte famosa e muscolosa,» Jungkook fu ben attento a ignorare lo sbuffo divertito, con annesso insulto, e proseguì, «Mi attira il concetto del tuo culo. Sembra tipo l'ultimo posto dell'interno universo che non è stato scoperto da un essere umano.»

«Posso contraddirti—»

«Gli altri sono parassiti, fanculo. L'unico essere umano che può colonizzare tutta questa radura incantata,» e indicò con un cenno della testa l'intero corpo di Taehyung, che rise (e si rese ancora più bello e incantato) inclinando il volto all'indietro, «Sono io. E diciamocelo, non puoi biasimare la mia fissa per il tuo culo. Se non sbaglio, l'altro ieri stavi esplorando il torbido anfiteatro del mio retto anale e sembrava volessi farlo da molto tempo. A quanto pare abbiamo la stessa passione.»

«Il fatto che tu lo definisca torbido mi fa pentire di ogni cosa. Cazzo, Jungkook. Sai come rendere ogni conversazione basata sul sesso il mio incubo peggiore.»

«Disse quello che voleva mi comportassi come una verginella. Sicuramente non avresti scopato da Dio.»

«Me lo rinfaccerai in eterno, vero?»

LA LEGGE DEL PIÙ FORTE // vkookWhere stories live. Discover now