Colazione (cap.7)

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  Domenica 26.05.2019, Monte Carlo
La mattina della gara

Charles si alzò presto quella mattina, voleva andare nei box il prima possibile, sedersi lì a controllare il suo taccuino e liberare la mente da tutto.
Nonostante continuava a ripeterselo, non riusciva a togliersi dalla mente l'immagine della sera prima mentre usciva dalla palestra del paddock.
Gli era stato sempre simpatico Sainz.
Non che fossero grandi amici, ma il ragazzo era ok per lui, ma ora non era più sicuro di poter dire la stessa cosa.

Vederlo insieme a Josie lo aveva disturbato a tal punto che degnò lei solo di un brevissimo sguardo e riservò a Carlos un veloce cenno del capo dicendo sbrigativo: «Sì, una corsetta, ci si vede domani.», e li superò lasciandoli lì.
Si era sentito in colpa tutto il pomeriggio per come aveva risposto a Josie nel bar.
Aveva esagerato, era nervoso per come erano andate le prove e si era innervosito per una cosa da niente.

La verità era che non voleva sembrare agli occhi di lei come una star, voleva essere solo Charles.
La corsa in palestra lo aveva aiutato a scaricare tutta quella tensione accumulata e si era ripromesso che l'avrebbe cercata per chiederle scusa.
Poi la vide con Sainz e si stranì di nuovo.
"Devi ignorare quella ragazza, Charles!", questo era quello che si ripeteva ormai dalla sera prima.
Non era poi così difficile, era già successo di ignorare le ragazze a favore delle monoposto. Le gare per lui erano più importanti, erano la sua vita.
Questa volta non sarebbe stato diverso.

Si fece una doccia sperando che l'acqua gli lavasse via tutti i pensieri sbagliati; era giorno di gara e lui doveva concentrarsi su come recuperare i danni delle prove del sabato, non c'era posto per due grandi occhi marroni e capelli color cioccolato.
Una volta vestito si incamminò verso la zona ristoro per fare colazione, l'area adibita a paddock era completamente deserta. Era davvero molto presto e c'era una piacevole calma nell'aria.
Dopo aver preso il suo cappuccino si sistemò ad un tavolo e prese il telefono, avrebbe controllato i messaggi e le e-mail e con calma poi avrebbe raggiunto i box.

Ma niente di solito va come uno pianifica, infatti, mentre era immerso nel suo cellulare sentì una voce femminile familiare: «Ciao... posso disturbarti?»
Lo aveva salutato con un debole tono di voce, si percepiva nella sua domanda la preoccupazione di dar fastidio.
Charles si girò, e nel vederla ebbe solo la conferma di chi fosse: JOSIE.

 «Ciao, no che non disturbi! Dimmi!»Era vero che non disturbava, anzi, l'umore di Charles diventò particolarmente buono non appena la vide, buttando all'aria la decisione di ignorarla che aveva preso quella mattina stessa

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«Ciao, no che non disturbi! Dimmi!»
Era vero che non disturbava, anzi, l'umore di Charles diventò particolarmente buono non appena la vide, buttando all'aria la decisione di ignorarla che aveva preso quella mattina stessa.
Era lì, davanti a lui, indossava dei pantaloni neri stretti e una camicia rosa pallido. I suoi capelli erano raccolti in una coda spettinata.
Non notava di solito se una ragazza era truccata, ma lei sembrava non esserlo, o forse lo era poco, fatto sta che nella sua semplicità era bellissima.
"Maledizione, Charles, devi ignorarla!"

Josie parlando, lo allontanò dai suoi pensieri.
«Charles, scusami per quello che ho detto ieri. Io... ecco io... non so nemmeno io cosa ho detto... parlavo di me, non di te... non mi permetterei mai di giudicarti... scusami se ti ho offeso... e...»
Parlava agitata sprigionando dalle labbra tutto ciò che le passava per la testa, ma il monegasco la bloccò cercando di calmarla: «Ehi, ehi, stop... non ti devi scusare! IO mi devo scusare con te: sono stato scortese. Non è da me. Ero solo nervoso per le prove e sono un po' suscettibile al fatto che le persone possano pensare che me la tiro, perché non è così...»

My passion /Charles LeclercWhere stories live. Discover now