"E SE....." (cap.22)

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I raggi del sole filtravano timidi dalla finestra ed illuminavano leggeri tutta la stanza e salendo dolcemente sfioravano il corpo ancora addormentato di Josie fino a scaldarle il viso.
La ragazza schiuse lentamente i suoi occhi e rimase incantata da quel fascio di luce delicata, ignara solo per un istante di dove fosse, ma con una strana pace nel cuore.
Alla mente poi, in un attimo, le balenò tutto: l'incidente della sera precedente, la pioggia, Charles.

Spalancò i suoi occhi per osservare meglio la camera ed ebbe la sua conferma: non lo aveva sognato, aveva dormito tra le braccia di Charles.
Ancora incredula, allungò una mano appoggiandola sulla parte del letto vuota, era calda ed il lenzuolo sgualcito, tutto era stato reale.

Portandosi una mano alla testa sentì la sua ferita pulsare, si levò dal letto e osservò la stanza intorno a lei, non era molto ordinata.
Sorrise.
Pensò che fosse la tipica camera di un ragazzo.
Sembrava esserci molto silenzio in casa e timidamente provò a chiamarlo: «Charles?»
Non ci fu una risposta, così decise di alzarsi.
Appoggiò i piedi nudi sul parquet e camminò fino alla porta, si fermò sull'uscio tentando di capire se lui fosse in casa, ma non sentì alcun tipo di rumore.

Si voltò verso il bagno trovandolo vuoto, si avviò verso il salone attraversando il corridoio e, una volta lì, d'istinto si coprì gli occhi dalla forte luce che filtrava dalla portafinestra alla sua sinistra.
Guardò nella zona cucina, ma del monegasco neanche l'ombra, poi i suoi occhi sbirciarono sul tavolo dove vide appoggiato un thermos con un sacchetto di carta a fianco e un biglietto bianco, piegato.
Si avvicinò al tavolo e prese il biglietto tra le mani, lo aprì e vide che Charles le aveva lasciato una nota, passò le dita sopra quelle righe scritte nere su bianco pensando a quanto fosse bella la sua grafia.

Buongiorno, testolina.
Dormivi così bene che non ho voluto svegliarti.
Sono dovuto andare via presto, oggi ho delle interviste tutto il giorno e sarà una lunga giornata, non so a che ora mi libererò.
Ma sarei felice di trovarti ancora qui al mio rientro.
Nel caso tu volessi andar via, ti lascio le chiavi della Stelvio.
Ma spero davvero tu rimanga.
Il caffè è caldo, è americano come piace a te, e la brioche... be', non sapevo come la preferissi, perciò l'ho presa al cioccolato... A chi non piace il cioccolato?!
Io ora vado...
P.S.: Aspettami.
Charles

Josie sorrise leggendo le sue parole, Charles era un ragazzo davvero dolce e premuroso, era impossibile non lasciarsi coccolare da lui, riusciva ad essere davvero meraviglioso.
Chiuse gli occhi e sospirò profondamente, ripensò alla sera precedente nel suo letto, al calore delle sue braccia e a ciò che si erano sussurrati nel silenzio della notte, ed il suo cuore iniziò a battere veloce di nuovo.
Si versò il caffè in una tazza e diede un morso al cornetto che aveva preso per lei, lasciò che la sua mente vagasse a lui, al suo sorriso, al suo sguardo mentre parlava, al modo che aveva di toccarsi la punta del naso quando era concentrato su qualcosa. Era bello.
Ed era speciale per lei.

Sospirò e lesse di nuovo il suo messaggio, Josie avrebbe voluto aspettarlo come lui le aveva chiesto, ma dentro di lei sapeva che non poteva.
Charles non provava i suoi stessi sentimenti, la considerava solo un'amica, era più che consapevole di quello, e il solo pensiero le provocava un forte dolore nel petto.
Lo amava e non poteva essere sua amica, si sarebbe fatta solo del male.
Restargli vicino, fingendo di non provare quello che realmente provava, significava morire ogni giorno un po' di più, fino a spegnersi completamente.
No, non poteva restare.

Lavò e ripose al suo posto la tazza che aveva usato e appoggiò il thermos vicino al lavandino.
Prima di andare a cambiarsi, afferrò il biglietto di Charles e lo infilò nella sua borsa che aveva lasciato la sera precedente all'ingresso, dopodiché si recò in bagno. 

My passion /Charles LeclercWhere stories live. Discover now