Giorgio

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Flashback di Giorgio

Era il primo giorno di superiori per i ragazzi che arrivavano dalle scuole medie.
Nessuno conosceva nessuno, ma i gruppi si erano già creati all'interno dell'aula.
Giorgio osservava ogni componente della classe prendere posto affianco a qualcuno che, ovviamente, non era lui.
Il tempo delle presentazioni passò velocemente e molti ragazzi e ragazze sembravano trovarsi già bene assieme.
Ma Giorgio no, lui era seduto da solo e non aveva ricevuto nessun invito al dialogo.
Nella sua mente però c'era ancora speranza, come sempre.
La prima ora di lezione passò con tranquillità, ma il castano era ancora solo.
Dal suo terzo banco affianco alla finestra, se girava di poco il corpo, riusciva a vedere l'intera classe.
Alcune ragazzine troppo maldicenti secondo Giorgio, sedute agli ultimi banchi, scrivevano su di un quaderno e volgevano lo sguardo verso qualcosa, o qualcuno, ridendo malignamente.
Il ragazzo non ci fece molto caso, continuando ad aggiungere il proprio nome su ogni quaderno che aveva con sé.
Dopo poco delle risate accentuate, che provenivano dal banco avanti al suo, fecero alzare il capo al castano.
Non appena questo alzò lo sguardo, i due ragazzi che si trovavano avanti a lui si girarono di scatto, continuando a ridere sotto i baffi, dando lui le spalle.
Giorgio si girò d'istinto, pensando che la causa delle così rumorose risate fosse alle sue spalle.
Ma quando si girò avanti agli occhi ebbe solo la stessa scena di pochi secondi prima; due ragazzi che ridevano e abbassavano la testa per non farsi scoprire da...lui ?
Il castano iniziò ad agitarsi, muovendo la gamba in modo troppo frenetico sotto il banco.
Ad un tratto le sue orecchie udirono una lieve frase, un bisbiglio, che bastò a far gelare il sangue nelle vene del castano.
"Ma secondo te si lava?"
Giorgio rimase immobile; nella sua mente aveva la folle paura che se si fosse mosso, qualcosa sarebbe andato tragicamente storto.
Le sue mani tremavano, mentre le sue orecchie erano ripiene di commenti dei ragazzi avanti, di fianco e dietro di lui;
"Sa di marcio!"
"Chissà da quanto tempo ha quella maglia addosso."
Le risate colme di odio e cattiveria dei suoi compagni risuonavano nelle orecchie del povero ragazzo.
Ogni volta che provava ad alzare lo sguardo dal banco, ogni volta che cercava di muoversi, quelle frasi malvagie tormentavano i suoi pensieri.
Quando provava ad incrociare lo sguardo di qualcuno riceveva solo occhiate spudoratamente pettegole.
Cosa aveva fatto ?
Quel'era la sua colpa ?
Quello che per gli altri era un gioco, un modo per passare le ore scolastiche, per Giorgio era diventato l'inferno.
Era solo.
Solo in mezzo a persone che continuavano a deriderlo senza nemmeno conoscere il suo nome.
Giorgio era colmo di rabbia.
G :"Perché, perché, perché!"
Non riusciva a spiegare a se stesso il motivo di tanta cattiveria nei suoi confronti.
Il castano arrivò a casa e si chiuse in bagno.
Stringeva i denti come un animale; le sue nocche strette in due pugni erano diventate bianche latte; i nervi di tutto il suo corpo erano a fior di pelle.
G : " PERCHÉ?"
Giorgio tirò un pugno al muro, provocando un tonfo che continuò con un eco.
Le nocche dell'anulare e del dito medio iniziarono a gonfiarsi, diventando velocemente viola e pulsanti.
Giorgio si accasciò al suolo, infilando la testa tra le ginocchia e sprofondando in un pianto isterico.
Il suo incubo più grande iniziò quel giorno, quella mattina.

Piccolo Grande Amore Where stories live. Discover now