Troppo formale ?

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Alex alzò i pantaloni di Giorgio, rimasto attaccato letteralmente alla parete.
Forse per lo shock, forse per il piacere, le sue gambe non avevano intenzione di funzionare.
A : "Piccolo, tutto bene ?"
G : "Si, si. Dammi un attimo."
Giorgio tirò un sospiro e si spinse all'indietro con l'aiuto delle mani, perennemente attaccate al muro gelido.
G : "Mi daresti una mano?"
Disse Giorgio accostando il bacino affianco a quello di Alex in modo che quest'ultimo lo potesse aiutare a camminare.
A : "Ho fatto troppo forte ?"
G : "No, mi è piaciuto. Ma sai..è solo la seconda volta."
Disse Giorgio come per rimproverare il suo ragazzo.
In realtà quel "giochino" al castano era piaciuto e anche tanto, ma forse ad Alex lo avrebbe detto più in là.
I due tornarono dentro casa al caldo, finalmente.
A :"Che dici di rimanere a mangiare qui ?"
Disse il ragazzo con tono sarcastico, come per menzionare il giorno prima.
G : "Beh ma che gentile, ti sei ricordato che non ho un altro posto dove andare ?"
Disse Giorgio spingendo scherzosamente il suo ragazzo.
Quando la madre di Alex tornò a casa, i due avevano già sistemato la tavola ed erano pronti per mangiare.
M : "Ciao ragazzi, come state stamattina? Piacere, io sono la madre di Alex."
Giorgio si fece piccolo piccolo; aveva una vergogna pazzesca in quel momento.
G : "Piacere...scusate per ieri sera."
Disse il ragazzo portando le mani sulle cosce e sfregandole freneticamente contro di esse.
M : "Figurati tesoro! Alex mi ha spiegato tutto."
Disse la donna guardandolo con aria di comprensione.
Giorgio tirò uno sguardo ad Alex, che in quel momento era probabilmente al settimo cielo.
G : "Magari poi lo racconti anche a me cosa ho fatto ieri sera..."
Disse il castano borbottando.
A : "Eri uno spasso!"
Affermò Alex con tono sarcastico, cercando di aggiustare i ciuffetti ribelli del suo ragazzo.
Il pranzo era andato per il verso giusto; la donna aveva chiesto ai ragazzi come stavano insieme e li aveva rassicurati, come una brava madre dovrebbe fare.
Dopo il pranzo i ragazzi si rifugiarono nella camera di Alex, nel caldo delle loro braccia.
Dopo poco peró, nella mente del castano riapparvero le immagini del giorno prima; gli occhi di sua madre che lo guardavano disgustati; lo schiaffo...
Doveva tornare a casa, lo sapeva bene.
Ma non avrebbe mai chiesto scusa alla donna.
Scusa per cosa poi ?
Per essersi innamorato di un ragazzo ?
Giorgio frugó nella sua mente cercando un modo per tornare a casa senza far succedere un inferno.
Gli venne in mente solo una cosa, che forse avrebbe potuto funzionare.
G : "Alex, devi farlo tu"
Alex girò il viso incuriosito.
A : "Cosa devo fare io ?"
G : "Devi parlare con mia madre..."
A : "Non mi semb-"
G : "Ti prego.. so com'è fatta, non mi farebbe nemmeno aprire bocca"
A : "Pensi che con me parlerebbe ?"
G : "Ascolterà più te che me, fidati."
A : "Va bene piccolo. Quando vogliamo andare?"
G : "Oggi pomeriggio? Dovrebbe essere a casa.."
Nemmeno Giorgio era tanto sicuro di questo, dato che la madre viveva più fuori casa che dentro.
Alex annuì, portando a se il castano e abbracciandolo.
Voleva che questa brutta situazione finisse.
Voleva solo passare il tempo con il suo piccolo ragazzo.
In primo pomeriggio i due iniziarono a preparare un discorso per riuscire nel loro intento.
A : "Buonasera signora, io son-"
G : "No ti prego, non partite così."
A : "Non posso mica non salutare"
G : "Pensa che mia madre abbia la nostra età"
A : "Mi fa troppo strano...Dovrei dire 'ciao' ?"
G : "Molto meglio di un formale 'buonasera'..."
A : "Ah! Lo faccio solo per te, ricordalo"
Alex sbuffò e accarezzo la guancia del castano.
Quando i due furono pronti per la 'guerra' che stavano per combattere, iniziarono a prepararsi per uscire.
M : "Uscite ?"
A : "Si mamma, abbiamo una...una cosa da fare"
Alex balbettò leggermente.
M : "Mh, d'accordo. Divertitevi"
G : "Grazie, buonasera"
A : "Stronzo, poi ero io troppo formale"
Disse il ragazzo chiudendo la porta di casa dietro di se.
G : "Sono due casi moooolto diversi"
I due risero assieme, sperando inconsciamente che quella risata non gli venisse strappata dal viso.
Arrivati avanti la porta dell'abitazione del castano i due si guardarono speranzosi, tenendo strette le loro mani.
Dovevano farsi vedere felici e soprattutto forti per riuscire a far capire alla donna che non c'era veramente niente di sbagliato.
Un ultimo sguardo.
Alex suonò il campanello.
Secondi interminabili.
Sudore freddo percorreva la schiena dei ragazzi.
La porta si aprì.
La donna, in gonna di jeans fin troppo corta, si piazzò avanti a loro con aria di sfida.
M : "Cosa ci fai tu qui?"
La donna puntò gli occhi neri pece sul ragazzo castano.
Giorgio tremava.
Non aveva paura di lei, assolutamente.
Aveva solo paura delle ripercussioni che avrebbe potuto avere sulla sua relazione.
Aveva paura di quello che poteva pensare il suo ragazzo.
G : "N-non è giusto.."

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