𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟑: "𝐈𝐥 𝐝𝐢𝐩𝐢𝐧𝐭𝐨"

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<<Scusa>> bofonchiò il riccio ad uno sconosciuto.

Stava correndo in uno dei molteplici corridoi affollati della sua accademia, cercando di trovare la sua aula. Quel giorno non aveva materiale con sé, il professore aveva deciso di dedicare le sue due ore solo alla teoria. Harry ne fu sollevato, se avesse dovuto portare del materiale avrebbe sicuramente dimenticato qualcosa.
Avrebbe lasciato a casa anche la testa se non fosse stata attaccata al corpo. Strinse a sé i suoi due libri di storia dell'arte e si infilò nella classe che teoricamente era quella del suo corso. Era in leggero ritardo ma fortunatamente in classe non vi era ancora il docente e i ragazzi chiacchieravano con il proprio compagno di banco creando un debole brusio, altri stavano con il loro cellulare o scrivevano qualcosa in un quaderno presumibilmente di appunti.
Harry prese posto vicino alla finestra in fondo, in modo da mantenere la sua lontananza con le altre persone e poter stare attento nella sua solitudine alla lezione. Fece per aprire il foglio quando un'ombra catturò la sua attenzione fuori dalla finestra.

Sembrava che qualcuno fosse passato di lì ma era impossibile: di lì vi era solo il giardino riservato agli studenti e quelli non si avvicinavano mai alle finestra in orario di lezione, per rispetto e perché era severamente vietato dalle leggi dell'istituto. Perciò il ragazzo scosse la testa e riprese a prestare attenzione al suo libro alla ricerca della pagina del giorno. Sentì quella sensazione, di essere guardato, spiato da qualcuno. Ma nella classe nessuno stava realmente prestando attenzione a lui. Qualche ragazza gli lanciava un'occhiata e magari qualche coraggiosa gli ammiccava pure con fare sfacciato ed esplicito. Non che ad Harry potesse importargliene qualcosa. All'arrivo del professore tutti si alzarono in piedi. Questo era giovane, dai capelli neri e gli occhi verdi. Harry non si rese conto subito, ma se guardava bene poteva dire che aveva un taglio d'occhi molto simile a quello di sua sorella Gemma. Sembrava molto giovane e lo confermò la sua presentazione.

<<Salve, Classe. Sono il vostro nuovo professore di storia dell'arte. Mi chiamo Jimmy Trauman. Potete chiamarmi anche solo Trauman. O anche solo Jimmy...beh chiamatemi come preferite>> terminò facendo spallucce come a dire "fate voi" procurando alcuni a ridacchiare della sua simpatia.
Nonostante sembrasse giovane era davvero bravo. Harry non ebbe problemi a seguire la lezione anzi a volte si ritrovava con occhi spalancati ad osservarlo attento. Il suo portamento era calmo e calcolato, le sue parole altrettanto dosate e mirate a colpire la curiosità dei ragazzi per mantenere viva la loro attenzione. Inutile dire che la lezione per lui volò.

Ma come in fretta parve finita, in fretta Harry dovette correre per raggiungere la sua auto e tornare a casa. Doveva fare parecchie cose quel giorno e non voleva perdere tempo inutile a guardare corridoi e facce che sapeva quasi a memoria. Inoltre non era nell'umore giusto per intraprendere piacevoli e allegre conversazioni. Perciò con giovialità rigorosamente falsa augurò a tutti una buona giornata e sfrecciò verso casa. Era quasi a metà strada quando sentì dei problemi alla macchina. Per precauzione decise di accostarsi per controllare. Scese dall'auto e tenendo lo sportello aperto notò che la ruota posteriore destra era leggermente sgonfia.

<<Fantastico>> borbottò il riccio, premendo già lo sforzo immane per cambiare quella stupida ruota. Si inginocchiò, e sbuffando si legò i capelli in un bun per poi tirarsi su le maniche e darsi da fare.












Giallo. Girasoli. Mare. Sole. Coperte bianche, foto ricordo, libri. Dove diavolo era? Un giovane fanciullo, si sedette sul letto sulla quale poco prima si era trovato sdraiato. Entrava una luce fioca dalle spesse tende che coprivano tutta la finestra. Ma nonostante tutto la stanza era ben illuminata, quindi sembrava essere mezzogiorno. Il giovane si alzò del tutto a sedere. Aveva un lieve mal di testa dato dalla confusione di ritrovarsi in una realtà diversa e sconosciuta.
Osservò minuziosamente la stanza, impaurito, cercando di trovare degli indizi, delle soluzioni, alle mille domande che in pochi secondi avevano riempito la sua mente. Non aveva idea di cosa stava succedendo.

𝐓𝐡𝐞 𝐏𝐚𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫 𝐚𝐧𝐝  𝐓𝐡𝐞 𝐏𝐚𝐢𝐧𝐭𝐢𝐧𝐠// LARRY STYLINSON Where stories live. Discover now