Capito 13: "Amor Proprio"

382 28 3
                                    


"La speranza è come l'amor proprio, dal quale immediatamente deriva. L'uno e l'altra non possono, per essenza e natura dell'animale, abbandonarlo mai finch'egli vive, cioè sente la sua esistenza."

Zibaldone, 31 Dicembre 1821

<<Non è tipo- incompleto?>> Louis si piegò sporgendosi verso la tela per osservare meglio il risultato.

<<Credo sia questo il bello>> fece spallucce spalle Harry, alzando la voce per farsi sentire dal bagno, dove aveva appena finito di lavarsi e stava cercando di dare un senso alla massa informe che erano i suoi capelli. Non udì risposta dal ragazzo più basso così si affacciò allo stipite della porta aperta. Vedeva perfettamente come il piccolo corpicino fosse piegato come se più avesse avvicinato il volto al disegno più velocemente avrebbe trovato una spiegazione.

<<Smettila di fissarlo, finirai per notare delle imperfezioni di cui adesso non voglio occuparmi>> sbuffò il riccio, sollevando gli occhi al cielo e ritornando a guardarsi nello specchio sopra il lavandino. Rimase in silenzio finché Louis non spuntò davanti alla porta, poggiando una spalla sul legno di questa.

<<È impossibile trovare imperfezioni>>

Harry scosse la testa con un sorrisino
<<Come puoi dirlo?>>

<<Perché ci ho provato>>

L'artista alzò le sopracciglia sorpreso, smettendo di districare i suoi nodi.
<<Sul serio?>>

Quello si fece piccolo incassando la testa sulle spalle <<Non lo nego>> poi si raddrizzò e le sue guance si colorarono di un leggero rosa. <<e dovresti anche metterti una maglietta addosso>> borbottò abbassando lo sguardo. Harry rise, divertito dal suo evidente imbarazzo.

<<Ti piace ciò che vedi?>> lo stuzzicò rivolgendo la sua intera attenzione a lui.

Louis alzò il mento in segno di sfida, uno sguardo compiaciuto sul volto <<Non lo nego>> entrambi ridacchiarono prima che il più grande gli passasse di fianco per raggiungere l'armadio nella sua stanza. Louis però lo fermò, afferrandolo per un braccio. Harry si ritrovò bloccato davanti a lui, pochi centimetri a tenerli distanti.

<<Cosa?>> chiese confuso. Occhi azzurri scosse la testa mentre Harry stava cercando di non badare al bruciore che sentiva sulla presa della mano del più piccolo. Come fosse una scossa elettrica, aveva paura a mollare la presa e allo stesso tempo voleva sentire quella sensazione su tutto il corpo.

<<Io credo che dovremmo parlare di quello che è successo ieri sera.>> la voce di Louis era delicata ma determinata. Trasmetteva una sicurezza che per la prima volta non fece sentire Harry con le spalle al muro. Semplicemente lo spingeva a voler affrontare la situazione. Fu così che annuì convinto, scivolando dalla sua presa per intrecciare le loro mani e portarli insieme ad accomodarsi sul letto. Si infilò una maglietta pulita e incrociò le gambe sistemandosi di fronte al più piccolo che lo imitò.

<<Cosa vuoi chiarire?>> chiese Harry titubante. Non sapeva come approcciarsi, sperò vivamente di non star sbagliando tutto.

<<Per esempio possiamo iniziare con il dirci cosa ha significato il bacio?>> Louis lo scutò leggermente preoccupato. Aveva quella sensazione che Harry sarebbe potuto scivolare via dalle sue mani per rifugiarsi nuovamente nel suo turbinio di colori e tele vuote, lasciandolo da solo. Paradossale come fosse proprio lui a pensarlo. D'altro canto il riccio prese un respiro prima di parlare.

𝐓𝐡𝐞 𝐏𝐚𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫 𝐚𝐧𝐝  𝐓𝐡𝐞 𝐏𝐚𝐢𝐧𝐭𝐢𝐧𝐠// LARRY STYLINSON Where stories live. Discover now