1- Arsène

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Finalmente avevamo esteso i nostri confini oltre oceano; il circo di mio padre, dove lavoravo anche io, aveva avuto un ingaggio a New York.

Non vedevo l'ora di partire e ritrovare la ragazza più bella, dolce e simpatica che io abbia mai amato: Irene Adler. Ero sicuro di poterla rivedere, non l'avrei persa per nulla al mondo in mezzo alla folla con quei suoi fantastici ricci rossi, nonostante siano passati anni dal nostro ultimo incontro.

Mandai una lettera a Sherlock avvertendolo della mia imminente partenza da Parigi e invitandolo a venire con me. Lui a Londra aveva cominciato da poco la sua grande carriera da consulente investigativo, avevo letto alcuni giornali dove si parlava della sue imprese anche se molto spesso venivano sminuite dai giornali, ma un giorno so che si renderanno conto della sua bravura!

Io, dal mio canto, avevo cominciato a seguire le orme di mio padre perfezionandone la tecnica e affinando le abilità.

Non ricevetti mai una risposta dal mio amico ma sapevo che lo avrei rivisto lì, non si sarebbe perso un'avventura per nulla al mondo.

In due giorni riuscimmo a vedere la costa americana e la statua della libertà.

I volantini erano già stati divulgati e speravo seriamente che Irene ne avesse trovato uno e che l'avrebbe portata da me.

Arrivammo a Central Park e cominciarono a montare i tendoni.

Io e mio padre alloggiavamo in un piccolo hotel lì vicino, molto grazioso e non troppo costoso.

Il giorno successivo ci furono sempre le prove e quando arrivò la ser cominciai a non pensare ad altro che a lei.

Mi misi in posizione. Ero sicuro di vederla e l'avrei subito riconosciuta. Il sipario si aprì, spostai lo sguardo su tutto il pubblico ma non trovai nessuna chioma rossa o viso conosciuto.

Continuai lo spettacolo con un sorriso, anche se finto e con il cuore in frantumi. La mia Irene non si era presentata. Può essere che si sia scordata di me? Sono passati anni, si; ma non può scordarsi di tutto quello che abbiamo passato insieme.

Rientrato dopo le mie esibizioni mio padre mi vide e mi venne incontro subito.

"Che è successo? Tutto apposto?" chiese vedendomi triste.

"Si, tranquillo, sono solo un po' deluso perché mi è venuto male un salto." mentì non vedendo l'ora di tornare in hotel.

"Non è vero, hai fatto tutto molto bene, e poi capita a tutti di sbagliare almeno una volta."

Sorrisi alle sue parole mentre ci abbracciavamo.

"Comunque, quasi mi scordavo che c'è un tuo amico fuori che ti aspetta. Se vuoi puoi andare tanto per oggi hai finito." mi disse per poi darmi una pacca sulla spalla e andare via.

Sorrisi all'idea che almeno Sherlock non si era scordato di me e mi aveva seguito fin qui. Fu un sorriso amaro perché nei miei pensieri tornò subito lei e il ricordo dei nostri baci migliori.

Presi uno straccio ed uscì dal tendone.

"Ciao Sherlock, che bello rivederti!" lo salutai sinceramente e stringendogli la mano.

"Già, è bello vederti! Ti hanno alzato il grado a pagliaccio?" e rise di gusto indicandomi il trucco in faccia. Mi piaceva il fatto che non fosse cambiato di una virgola.

"AH AH, simpatico; è trucco di scena." e passai lo straccio in faccia togliendo il trucco.

Parlando un po' scoprì che anche lui alloggiava nel mio stesso hotel dove mi riaccompagnò e dove ci fermammo un po' a parlare.

"Quindi non si è fatta viva?" chiese lui.

"No, ho cercato più volte."

Lui guardò un volantino di uno spettacolo a teatro appoggiato sopra il tavolino della hall dove ci eravamo fermati.

"Forse so dove trovarla." e prese in mano il volantino. "Lei adora queste cose e se non è cambiata domani sera la troveremo qui alla prima dello spettacolo." concluse passandomi il volantino. Aveva ragione, l'avremo sicuramente trovata lì.

𝖀𝖓 𝖆𝖒𝖔𝖗𝖊 𝖒𝖔𝖗𝖙𝖆𝖑𝖊 - 𝓢𝓱𝓮𝓻𝓵𝓸𝓬𝓴, 𝓛𝓾𝓹𝓲𝓷 𝓮 𝓘𝓸Where stories live. Discover now