8-Sherlock

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Fu deciso all'unisono che io avrei dormito in camera con Arsène ed Irene avrebbe usato la mia camera dato che era sconveniente che una donna dormisse con due uomini; non eravamo più ragazzini.

"Se succede qualcosa, qualsiasi cosa, bussa o urla e noi corriamo!" la rassicurò Arsène sembrando quasi un maniaco, prima che rientrassimo ognuno nelle proprie stanze.

Dormì tranquillo e non sentì alcun rumore sotto il russare continuo e fastidioso del francese.

La mattina ci incontrammo nella sala colazione, ci sedemmo in un unico tavolo.

"Buongiorno." ci fece Irene raggiante appena arrivata, si sedette affianco ad Arsène che la guardò come se avesse visto un angelo. Risi piano guadando il mio amico con un sorriso da ebete.

Appena Arsène si riprese, cominciammo a rivedere gli avvenimenti di ieri sera.

"Signorino, tu sei nei guai!" disse una voce dietro di noi. Arsène si girò di scatto riconoscendo il padre non proprio felice e allegro.

"Ieri sera mi hai detto che saresti tornato per il secondo spettacolo, dove eri finito?"

"Abbiamo avuto un contrattempo" rispose vago il mio amico indicando la rossa che salutava timidamente. Theophraste Lupin fece un cenno di saluto riguardò il figlio serio.

"Non mi importa che giochi farai questa sera ma tu devi assolutamente venire sia alle prove sia allo spettacolo." e detto ciò l'adulto se ne andò lasciando perplesso il povero Arsène.

"Quindi, cambiamo discorso" disse il francese con uno sguardo incredulo che fece ridere sia me che Irene. "Cambio di programma?"

Sospirai. "Facciamo così: Questa mattina stiamo tutti e tre insieme, poi ti accompagniamo alle prove mentre noi continuiamo a camminare perché se stiamo troppo fermi ci potrebbero trovaree fare un agguato. Non penseranno mai che andremo in giro dopo quello che è successo ieri."

I due annuirono ma scorsi negli occhi del francese un po' di gelosia nei miei confronti.

Il piano si attuò subito dopo colazione e cominciammo a girare tra i negozi e i nuovi grattacieli mai visti.

"Charlotte! Charlotte!" Irene si girò di scatto e anche noi due.

"Max, che succede?" chiese lei al suo accompagnatore di ieri sera al teatro.

"Ho saputo che dei ladri sono entrati in casa tua e sono stato la, non ti ho trovato ed ho visto tutto buttato all'aria e mi sono preoccupato." le rispose prendendole le mani e guardandola negli occhi mentre Arsène lo stava bruciando con lo sguardo.

Il mio amico mi diede una gomitata e fece la sua imitazione.

"E loro invece sono" chiese ed il francese si bloccò sul posto girandosi verso il nuovo arrivato, tendendo la mano.

"Arsène Lupin, molto piacere."

Il damerino ricambiò la stretta presentandosi a sua volata, dopo di che toccò a me.

"Sono miei amici di vecchia data." spiegò Irene.

"Bene, allora questa sera te e tua madre potete venire a cena da noi." disse lasciandola nell'imbarazzo.

"Mi spiace ma questa sera ha già programmi." risposi freddo.

Lui la guardò stranito e lei sorrise rossa in volto.

"Ok, ci vediamo domani allora?" disse lui con la testa da un'altra parte e fuggì nella direzione da cui era venuto.

"Molto bello, complimenti!" disse Arsène dietro entrambi.

Ci giriamo entrambi incuriositi. Aveva in mano un orologio da taschino d'oro, in stile americano e con i numeri romani.

"Ma è l'orologio di Maximilian!" disse incredula ma con un sorriso sul volto.

"Esatto, e devo dire che non ha un cattivo gusto ma gli consiglierei una catenina più resistente" rispose mettendo l'orologio nel suo taschino.

Sbuffai divertito e per primo ripresi a camminare seguito dagli altri due.

𝖀𝖓 𝖆𝖒𝖔𝖗𝖊 𝖒𝖔𝖗𝖙𝖆𝖑𝖊 - 𝓢𝓱𝓮𝓻𝓵𝓸𝓬𝓴, 𝓛𝓾𝓹𝓲𝓷 𝓮 𝓘𝓸Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora