19-Arsène

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Irene si era nuovamente addormentata, questa volta sulla mia spalla. Avevo seriamente paura che potesse scivolare e cadere da un momento all'altro quindi con uno scatto mi spostai e la presi prima che cadesse a terra. La tirai su a mo di sposa e la sentii mugugnare qualcosa nel sonno mentre si stringeva più a me. La riportai nel suo letto insieme a Sherlock, la appoggiai delicatamente tra le sue braccia affidandogliela e li coprì con cura cercando di non farle prendere freddo.

L'occhio mi cadde su Holmes, quanto ero invidioso di lui in quel momento!

Restai qualche secondo a guardarla accarezzandole i suoi bellissimi capelli rossi e le lasciai un dolce bacio sulle labbra molto delicatamente per paura di svegliarla. Io avrei sputo darle più amore di qualsiasi altro uomo; sia di Sherlock, che di quel damerino da strapazzo; di questo ne ero sicuro.

Mi sedetti sulla poltrona ed appoggiai la testa sul bracciolo e le gambe all'aria. Feci scivolare via le mie scarpe, senza slacciarle, che caddero rumorosamente a terra per poi, in poco tempo, addormentarmi anche io.

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"E svegliati!!" un urlo fortissimo e poi una forte caduta mi risvegliarono dal mio sonno ormai non più tranquillo.

"Ma che?" chiesi passandomi una mano tra i capelli cercando di aprire gli occhi nonostante la forte luce che entrava dalla finestra.

"E buongiorno caro!"

Aprì definivamente gli occhi e vidi Sherlock a braccia incrociate che mi guardava dall'alto al basso mentre Irene dietro rideva rossa in volto. Solo in quel momento notai di essere terra e la poltrona su cui dormivo era anch'essa a terra rovesciata.

"Non l'hai fatto seriamente. Tu sei pazzo, ecco cosa!" gli dissi ridendo e facendo scoppiare anche la ragazza in una fragorosa risata.

"Dai veloci che dobbiamo andare!" disse lei uscendo prima di noi dalla porta.

Sherlock mi porse la mano e mi aiutò a rialzarmi. Afferrai velocemente la mia giacca per poi uscire mentre Sherlock rialzava la poltrona che aveva fatto cadere.

Non feci in tempo ad entrare in sala da pranzo che Irene mi spinse fuori.

"Che succede?" chiesi vedendola preoccupata.

"Niente tranquillo. Dobbiamo andare veloce, non possiamo fermarci a parlare." disse lei molto velocemente prendendomi per mano e trascinandomi verso la porta.

Con la coda dell'occhio notai la madre guardarci male ed il tavolo apparecchiato solo per due persone.

Holmes scese solo in quel momento dalle scale trovandosi davanti Sophie davanti alla faccia. La donna era alta quasi quanto Sherlock sul primo scalino, avevano gli occhi puntati l'uno sull'altra. Lei spostò lo sguardo e ci squadrò tutti e tre poi disse seria alla figlia a braccia incrociate:

"Signorina, sai cosa succederà se uscirai da quella porta."

Sherlock si mise la giacca e ci raggiunse. Irene aprì la porta e guardò la madre sfidandola.

"Certo, per questo lo faccio! Addio." rispose salutandola con la mano e con un sorrisetto sulle labbra. Mi prese il polsino della camicia e mi tirò fuori dall'abitazione.

Guardai Sherlock in cerca di risposte che non ebbi e continuai a camminare insieme a loro scrutandoli attentamente. Avevano qualcosa di segreto tra i due che non volevano rivelarmi sulla questione.

𝖀𝖓 𝖆𝖒𝖔𝖗𝖊 𝖒𝖔𝖗𝖙𝖆𝖑𝖊 - 𝓢𝓱𝓮𝓻𝓵𝓸𝓬𝓴, 𝓛𝓾𝓹𝓲𝓷 𝓮 𝓘𝓸Where stories live. Discover now