16-Arsène

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Un dolore alla testa molto forte mi risvegliò dal mio sonno. La prima cosa che sentì fu un dolce canto proveniente dal bagno.

Avevo una camicia da notte di non so chi, ero in camera di Irene e stavo riposando nel suo letto; lei era nel bagno e stava nella vasca a lavarsi mentre cantava.

La testa faceva ancora molto male ed ora ricordavano anche cosa era successo. Questo voleva dire che ci eravamo riusciti. Avevamo salvato tutti gli ostaggi e fatto scappare i ribelli boemi.

Mi distesi sul letto con un sorriso sulle labbra e gli occhi socchiusi. Affondai la faccia nel cuscino e inspirai a pieni polmoni il suo buonissimo odore.

In quel momento la porta del bagno si aprì rivelando Irene con solo un asciugamano che le copriva il seno fino a metà sedere. Cercai in tutti modi di calmare i miei ormoni.

Lei si avvicinò a me, mi passò una mano tra i capelli e mi diede un bacio in fronte. Sembrava ci facesse apposta a farmi impazzire.

Si allontanò dal letto per aprire l'armadio continuando a cantare e volteggiare come se stesse ballando. Aveva gli occhi chiusi quindi decisi di farle uno scherzo.

Mi sedetti sul letto, cercando di far vedere il meno possibile la mia erezione, e la osservai ballare e cantare. Con tutto il cuore speravo che quell'asciugamano cadesse o si alzasse anche di poco; stavo realmente esagerando, dovevo calmarmi.

Si fermò davanti allo specchio e aprì gli occhi. Saltò in aria mordendosi il labbro inferiore cercando di non urlare per lo spavento.

"Complimenti, bellissimo risveglio. Grazie mille." risposi al suo sguardo ridendo.

Era diventata completamente rossa e balbettava per l'imbarazzo.

"Vorrei uscire per farti vestire ma non ho i miei vestiti" risposi con un sorrisetto pervertito ed un tono da finto dispiaciuto.

"Dai, stupido. Puoi girarti per favore? E non sbirciare!" mi rispose recuperando il suo vestito.

Mi girai a guardare il muro rimanendo seduto sul letto mentre lei si stava velocemente vestendo.

"Come va la testa?" chiese per rompere il ghiaccio e mandare via l'imbarazzo tra noi. "Scusami se ti ho svegliato"

"Tranquilla, è stato proprio un bel risveglio. E comunque la testa mi f ancora male ma niente di serio." risposi per non farla preoccupare.

"Ho parlato con Sherlock e, siccome ho una camera sola per gli ospiti, ha detto che va bene se state insieme. A te va bene?" mi chiese chiudendo l'armadio.

"Ma abbiamo la stanza all'hotel. Non ti preoccupare." risposi rimanendo girato.

"Si ma lui ha detto che è meglio se non restate là, è troppo pericoloso."

"Ah ok, allora va bene grazie." risposi sbirciando un po'. "Posso girarmi ora?" chiesi con un sorrisetto.

"Va bene, tanto mi devo solo pettinare i capelli." mi rispose sbuffando divertita.

Mi girai felice ma la vidi un po' in difficoltà davanti alla specchiera.

Risi e saltai giù dal letto.

"Sai, ci sono molti lati positivi a crescere in un circo." le dissi prendendole la spazzola dalle mani. "Ad esempio crescere con parrucchiere e truccatrici che ti trattano come se fossi loro figlio e ti insegnano molti trucchi per renderti la vita facile."

Cominciai a spazzolare i suoi ormai lunghi e ricci capelli rossi profumatissimi. Alzai lo sguardo e le sorrisi attraverso lo specchio; lei fece lo stesso per poi arrossire.

Finì velocemente ed appoggiai la spazzola sulla specchiera e lasciandole un dolce bacio sui capelli.

"Grazie." mi disse dolcemente. "Per tutto. Per essere qui, per quello che è successo al porto e soprattutto... per non avermi dimenticata."

Si alzò in piedi e si girò verso di me che, vedendomi con un sorriso da ebete, soffocò una piccola risatina.

In quel momento non resistetti e in due secondi mi ritrovai appiccicato alle sue morbidissime labbra con un dolce bacio a stampo. Lei appoggiò le sue braccia attorno al mio collo ed io la afferrai per la vita stringendola ancora di più a me.

"Non potrei mai dimenticarti." risposi dolcemente ancora vicinissimo al suo volto guardandola negli occhi.

𝖀𝖓 𝖆𝖒𝖔𝖗𝖊 𝖒𝖔𝖗𝖙𝖆𝖑𝖊 - 𝓢𝓱𝓮𝓻𝓵𝓸𝓬𝓴, 𝓛𝓾𝓹𝓲𝓷 𝓮 𝓘𝓸Where stories live. Discover now