4-Arsène

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"Secondo te ci verrà a cercare?" chiesi a Sherlock una volta seduti.

"Probabile." rispose solamente non distogliendo lo sguardo dal sipario ancora calato.

Sbuffai. Non avevo voglia di restare qui seduto mentre la ragazza di cui sono sempre stato follemente innamorato ci stava cercando.

In poco tempo iniziò lo spettacolo ma già dopo 5 minuti mi stavo per addormentare.

"Senti, io qui mi addormento. Io me ne vado a fare un giro." sembrava non mi avesse nemmeno sentito ma non mi importò molto; mi alzai e me ne andai.

Girai per i corridoi tappezzati di velluto rosso e tende fonoassorbenti di egual colore. I passi erano ottavati dai lunghi tappeti di foggia indiana con dettagli d'oro.

Una coppia mi passò affianco, allungai la mano verso le tasche dell'uomo e tirai fuori il portafoglio stracolmo di monete ed oggetti i valore. Presi i soldi e le carte e lo lanciai sotto una tenda di un palchetto.

Cammini ancora per un po', in lontananza sentii dei passi veloci e leggeri dietro l'angolo, una donna che stava correndo. Il cuore prese a battere al pensiero che fosse Irene; girai l'angolo con solo lo sguardo ma invece scoprii una donna intenta a seguire un giovane ragazzo, baciarsi ed entrare in un palchetto vuoto.

Sorrido e passo avanti con la testa bassa e le mani nelle tasche.

Feci il giro completo del teatro ma non la trovai, deluso tornai da Sherlock.

Aprii la tenda ma non trovai nessuno.

"Sherlock, Sherlock dove sei?" chiesi. Notai che c'era la pausa sul palco il sipario era calato.

"Guarda quello che nella pausa è andato da lei!" lasciai la tenda e corsi nuovamente nel corridoio.

Sentii delle porte aprirsi e un sussurro impercettibile, mi acquattai dietro l'angolo e girai lo sguardo. La vidi, era lei; aveva un bellissimo vestito blu e i suoi ricci rossi le cadevano perfettamente lungo le spalle. Le sue forme si erano gonfiate rendendola ancora più bella del solito. Uscii da dietro l'angolo, la guardai e la chiamai con un sussurro. Lei si girò e il suo sorriso fu la cosa più bella che abbia mai vista.

Mi saltò in braccio abbracciandomi e dandomi un bacio sulla guancia lasciando il segno con il rossetto. Quanto mi era mancato il suo profumo, le sue labbra e soprattutto la sua voce.

"Mi sei mancata non sai quanto!" e strinsi l'abbraccio.

"Anche tu." mi rispose staccandosi da me.

"A me non mi saluti?" ci chiese una voce alle spalle. Ci girammo entrambi e vidimo appoggiato al muro Sherlock Holmes con la sua solita teatralità.

Lei sorrise e gettò le braccia al collo a lui come a me.

"Che ci fate qui?" chiese guardando prima me poi lui.

Stavamo per rispondere quando una voce lontana chiamò Irene.

"Venite!" ci prese entrambi per mano per portarci chissà dove come se tutti quegli anni non fossero davvero passati.

𝖀𝖓 𝖆𝖒𝖔𝖗𝖊 𝖒𝖔𝖗𝖙𝖆𝖑𝖊 - 𝓢𝓱𝓮𝓻𝓵𝓸𝓬𝓴, 𝓛𝓾𝓹𝓲𝓷 𝓮 𝓘𝓸Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora