Chapter 10

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Appena Jimin varca la soglia della porta di casa mia sbattendola, provo ad inseguirlo ma lui corre piú veloce e non riesco a raggiungerlo. Tutto sudato e con lo sguardo dei miei vicini addosso, torno indietro arrendendomi e appena chiudo la porta dietro di me, mi lascio scivolare con la schiena contro di essa fino ad arrivare al pavimento accovacciandomi con la testa sulle ginocchia. Dopo aver fatto un sospiro inizio a maledirmi mentalmente e senza accorgermene inizio a pensare a tutti i momenti passati con lui e di quanto sia stato stupido a non dirgli sin da subito della mia conoscenza con Kai, sapendo quanto Jimin si sia fidato di me, fino a raccontarmi il suo problema.
Dopo svariati minuti sento la testa pulsare e decido di alzarmi per andare in cucina a preprarare un té caldo mentre cerco di contattare Jimin tramite telefono:
dopo 5 squilli ricevo una risposta

Jimin P-pronto?

Yoongi JIMIN! DOVE SEI? COME STAI? QUALCUNO TI HA FATTO QUALCOSA?

Immagino la sua faccia sentendo tutte queste domande.

Jimin N-no, s-sono a c-casa. P-perché mi hai c-chiamato?

Dai suoi singhiozzi riesco a capire che sta ancora piangendo e per colpa mia. L'unica cosa che non volevo é che lui piangesse per colpa mia. Ma da bravo coglione che sono, non ho fatto altro che pensare solo a me stesso, e non a Jimin, che ci sarebbe rimasto male quando sarebbe venuto a conoscenza della verità.
Maledico mentalmente anche Kai, proprio in quel momento doveva venire? Se lui non fosse venuto Jimin non avrebbe scoperto niente e magari avrei trovato il coraggio per dirglielo io stesso.
Quando prima se ne andato via piangendo, avevo seriamente paura che qualcuno li facesse del male, non stavo più pensando a me stesso e alla paura di perderlo. Anzi forse sarebbe stato meglio che lo perdessi, non gli avrei fatto più alcun male, ma in questo momento non voglio pensarci, voglio solo che lui stia bene.

Yoongi OH GRAZIE A DIO! Comunque ti ho chiamato perché volevo spiegarti il perché non ti ho detto di Kai- sono felice che sia a casa, sano e salvo, e che non gli sia successo nulla.

Jimin Ah si? Beh io non voglio parlare con te in questo momento perché sei un bugiardo, mi hai mentito. Ora devo andare perché é arrivato Tae. Ciao!

Yoongi Jimin n-

Non ho il tempo di finire la frase che mi chiude il telefono in faccio. É arrabbiato e ha ragione ad esserlo, é colpa mia.

Preso dal momento prendo una sedia e la lancio contro il muro spaccandola in mille pezzi ed emetto un grido di frustrazione.
Mi butto a terra e riprendo il telefono, che in precedenza era volato sul pavimento, e inizio a comporre il numero di Jungkook aspettando che mi risponda avendo in mente di chiedergli se si stesse ancora frequentando con quel Taehyung di cui mi aveva parlato, nonché migliore amico di Jimin; in quel momento era l'unica via in un deserto in cui c'é solo la sabbia e un piccolo laghetto, io sono un semplice ragazzo e Jimin é il laghetto e la strada é l'unica via disponibile per raggiungerlo.

Nel frattempo l'acqua che avevo messo sul fuoco per fare il té, inizia a bollire ma non ci faccio caso perché sono impegnato a maledire mentalmente un certo Jeon Jungkook che non risponde alle mie chiamate.

Dopo una decina di chiamate si decide a rispondermi e gli inizio ad urlare contro tante imprecazioni, e dopo essermi fermato e aver ripreso fiato, gli chiedo se Taehyung gli avesse detto dove abita Jimin, ricevendo in risposta un si. Io, prima di chiudere la chiamata dico a Jungkook di farsi trovare all'angolo di casa sua senza dargli altre spiegazioni. Sfreccio fuori di casa, verso la macchina, dopo aver preso le chiavi di quest'ultima e la giacca, e guido pericolosamente verso casa di Jungkook.

Quando finalmente il moro é nella mia macchina sfreccio verso casa di Jimin, con le indicazioni di Jungkook ed arriviamo in un attimo.

Non vedo l'ora di riaverlo tra le mie braccia, di consolarlo e di spiegargli tutto sperando mi perdoni e cerchi di capire il motivo per cui non gliel'ho detto.
Prina di andare verso casa sua, spiego a Jungkook ció che é successo e lui annuisce non volendo aggiungere altro; dopodiché andiamo verso la porta e suoniamo il campanello.

La porta ci viene aperta da un Jimin che indossa un abito da coniglio, ha una scritta sulla faccia: "sono stupido" e la sua faccia é sorpresa ma allo stesso tempo divertita.

Dietro c'é il suo migliore amico, Tae, anch'esso indossa un abito ridicolo e ha delle scritte sulla faccia: appena ci vede cambia umore, sembra arrabbiato, raggiunge Jimin fino a superarlo e mettersi davanti.
"Che volete?"-ci chiede lui, con un espressione in volto che non dà niente di buono.
"Sono venuto per parlare con Jimin"-rispondo io deciso.
"Jimin non vuole parlare con nessuno. É stato male, mi ha chiamato piangendo chiedendomi di venire subito a casa sua ed ora che si é ripreso che vuoi eh? Vuoi vederlo di nuovo soffrire a causa tua?"-mi sputa in faccia come un cane rabbioso volendo proteggere il suo migliore amico.
"Hai ragione ad essere arrabbiato, ok? Ho sbagliato, ma sono qui proprio per rimediare"-gli dico e poi riferendomi a Jimin "Jimin, per favore, dammi la possibilità di spiegare".
Lui mi guarda come un cane bastonato che é stato abbandonato e ora si prepara ad essere ripreso: "okey, entra".
Guarda Tae come per dirgli che é tutto okey e ci fa entrare togliendosi dalla porta e andandosi a sedere. Jimin mi guarda appena entro e chiude la porta pronto ad ascoltarmi.
Ci sediamo sul divano e gli altri due vanno in cucina per lasciarci da soli.
"Allora, spiegami; perché non mi hai detto che conosci il mio stupratore, colui che mi ha condannato a vita, la causa della mia fobia. Per colpa sua io sono diventato un mostro, capisci? Per colpa sua, le persone si allontanano da me dopo aver scoperto il mio problema. É strano che tu sia rimasto, sai. Quando te l'ho detto mi hai promesso che non si sarebbe successo più niente perché ci sei tu ora, me l'hai detto solo perché lo conoscevi quindi? Perché ti sentivi in colpa, ecco perché. Ed io stupido che ci sono cascato, mi sono fidato di te, e tu, mh?"-sputa tutto ció che ha dentro e non ha potuto dirmi fino ad ora. Ha ragione sono stato un codardo ippocrita, l'ho fatto soffrire.
"Ascolta, Jimin. Non sai quanto mi sono sentito in colpa, non sai io cosa ho passato per averti causato ció. Non sai quanta voglia avevo di venire da te e baciarti, spiegarti tutto, ma tu non rispondevi. Ora che sono qui lasciami spiegare, per favore. Quando mi hai raccontato quello che é successo, in ospedale, io non pensavo fosse stato Kai, poi quando ho parlato con lui chiedendogli di descriverti, ho capito che eri tu. La descrizione combaciava a te, e non sai quanta voglia avevo di picchiarlo, di fargli pentire di ció che aveva fatto.
Ma non l'ho fatto, non ho detto niente neanche a lui."-spiego guardandolo negli occhi, non potendo stringere la sua mano.
"Yoongi, tu mi piaci, tanto. Ma se non sai essere sincero nei miei confronti, non riesco neanche ad immaginarci"-dice lui sbuffando e girando la testa di lato.
"Jimin ti prego dammi un'altra possibilità e prometto di esserti fedele sempre. Ti diró ció che succede, sempre".
Lui mi guarda e sorride.
"Me lo prometti?"-chiede con quel suo faccino dolce.
"Certo piccolo"-gli rispondo.
Lui arrossisce al nomignolo e sorride.
Mi sono fatto perdonare, ora devo solo cercare di essere sincero con lui.

IN COLLABORAZIONE CON kim_marty_94

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