Chapter 18

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Pov.Yoongi
Oggi il bar è piuttosto pieno, non credo che finirò per mezzanotte. Che palle, volevo stare con Jimin.

Più passano i giorni e più il mio amore per lui cresce.
Non so esattamente cosa provo per Jimin, ma posso dirvi che se lui non è con me vorrei averlo accanto e non lasciarlo mai. Vorrei che stesse insieme a me 24h su 24. Vorrei proteggerlo, amarlo e prendermene cura.

In questo momento vorrei fosse qui a farmi compagnia, mentre prendo le ordinazioni delle persone e preparo le bibite.
Vorrei guardarlo, con il suo viso colpito dalla luce buia e cupa di questo bar, che lo renderebbe ancora più bello ai miei occhi.

Proprio ora mi sono accorto che non riuscirei a vivere senza di lui.
È come una bombola di ossigeno indispensabile nel fumo, come un ombrello durante una tempesta.

È questo quello che provo nei suoi confronti.

I miei pensieri vengono interrotti da un signore che sbuffa davanti alla mia faccia nervoso.
"Ma insomma, sono qui da mezz'ora, mi dai o no da bere, altrimenti me ne vado! Per la miseria!!"-si lamenta, mentre io gli preparo la bibita e gliela porgo non prima di averli detto: "Io sono qui e solo ora mi sono accorto della sua presenza, e le posso garantire che non è qui da mezz'ora, saranno passati 10 minuti circa"- gli sorrido e mi giro per andare nel retro.

Sono le 00:30 e finalmente il bar è vuoto, quindi posso pulire e poi andare a casa.

Inizio con il pulire i tavoli, mettere a posto le sedie e lavare il pavimento: infine spengo le luci, riprendo la borsa dal retro e chiudo il bar.

Ormai si è fatto buio ed in giro non c'è anima viva.
Per strada non ci sono automobili che sfrecciano a destra e sinistra, bambini che si rincorrono e genitori che sono in ritardo per andare a lavoro e devono ancora portare i loro figli a scuola.
Seoul è così di giorno, mentre di notte non è altro che il deserto.

Mi sbrigo a tornare a casa.

Dopo aver chiuso la porta dietro di me, lascio la borsa vicino la scrivania e io mi avvicino al letto e mi sdraio sentendo subito la stanchezza pervadere il mio corpo.
Ho sonno, tanto.

Prendo il telefono dalla tasca posteriore dei pantaloni e faccio per scrivere un messaggio a Jimin ma sono già nel mondo dei sogni.

Pov.Jimin
Davanti a me ho il mio più grande incubo:Kai.
Pensavo non l'avrei mai più rivisto.
Giuro che se ha fatto qualcosa a Tae, lo picchio, me ne fotto della mia fobia.
Se Tae ha anche solo un graffio io lo picchio.
Oddio, non so di cosa sono capace, potrebbe anche distruggermi in due secondi, ma non mi importa.

"Tae dov'è?"-gli chiedo, non volendo sapere altro.
"Non ti preoccupare, il tuo alieno sta bene"-sorride, ma il suo non è un sorriso sincero, è un ghigno.

"Ti avviso, se gli hai fatto qualcosa, ne pagherai le conseguenze"-spiego, sicuro di me.
"E cosa vorresti farmi, sentiamo. Poi con cosa, dato che con le mani ho capito che non puoi fare niente"-ghigna ancora.

Io entro di scatto in casa e vado in cucina.
Apro uno dei tanti cassetti e prendo un coltello molto affilato.

Appena arriva glielo punto contro.
"Se provi a toccarmi, ti uccido"-gli dico, guardando lui, il coltello e di nuovo lui.

Mi guarda sorpreso, poi ride e mi guarda.

"Oh oh, il piccoletto è armato. Sono i corsi base per sopravvivere che ti ha insegnato il tuo moroso?"-chiede ridendo. Sa essere cosi stronzo, ma io so esserlo di più e poi sono armato.

"Almeno io ho un fidanzato, tu sei solo come un cane"-ringhio, sputandogli in faccia la realtà.

Kai mi guarda di traverso e lo vedo avvicinarsi, allora mi preparo a difendermi.

È accaduto tutto in fretta: Kai si lancia verso di me per colpirmi io per scansarlo mi sposto e lo colpisco con il coltello al braccio: vedo che gli esce molto sangue.
Ora non ho molto tempo, devo cercare Tae e andare via di qui.

Inizio a correre per tutta casa chiamando il suo nome, quando arrivo davanti ad una porta, la apro e vedo che ci sono delle scale che portano giù.

Le scendo piano, e la prima cosa che noto quando sono giù è Tae legato ad una sedia, svenuto.

Accidenti, è tutta colpa mia. CAZZO.

Mi avvicino a lui e lo slego, mentre tra le lacrime dico: "scusa tae è tutta colpa mia".

Il mio migliore amico è troppo debole per rispondere perciò mi guarda soltanto e mi fa capire con un cenno del capo che va tutto bene.

Anche se così non si può dire, visto il guaio in cui mi sono cacciato.

Saliamo le scale, con Tae poggiato a me e finalmente arriviamo alla porta...

ARMYYYYYYYYYYY, ECCOVI UN'ALTROO CAPITOLOO.
VEDO CHE LA STORIA VI STA PIACENDO E NE SONO MOLTO FELICE.😁
SE VOLETE METTETE UNA STELLINA E ANCHE UN COMMENTO, IL TUTTO MI RENDEREBBE UNA RAGAZZA  MOLTO FELICE🙂♥️
OGGI,DATO CHE MI VA, VI METTO ANCHE UNA FOTO:

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SONO BELLISSIMIII AIUTOOOO😍
DETTO QUESTO VI SALUTO E CI VEDIAMO AL PROSSIMO CAPITOLO🙃

In collaborazione con: kim_marty_94 😊♥️





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