MALEDIZIONI

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La stanza buia e chiusa, non aveva pareti fisiche

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La stanza buia e chiusa, non aveva pareti fisiche. Si sentivano strisciare i peggiori peccati, colorati di tutte le tonalità di viola. Il maestoso trono posto al centro della stanza, faceva sedere sempre la stessa persona. I lussuriosi toni di rosso e oro sgargiante, davano vita al colloco in ossa. Seduto c'era il ragazzo, anzi demone, dai capelli azzurri. Mille mani gli pervadevano il corpo, coprendogli il secco e turgido viso. Non sorrideva mai, se lo faceva era un ghigno che pianificava qualcosa. Ora aveva il solito sguardo passivo e scocciato, quindi per Dabi non c'era nulla su cui preoccuparsi. Il bruciato gli lanciò un truce sguardo, cercando di far sul più in fretta possibile. Possedeva un bosco incantato da custodire, in più di un'ora sarebbe andato in balia allo smog delle grandi città vicine. Doveva svolgere quella discussione in fretta, per poi volare verso il bosco. Questa impazienza Shigaraki l'aveva decifrata. Non sapeva se farlo soffrire allungando la questione, oppure lasciarlo andare prima che sfondasse qualcosa

-Cosa diamine vuoi Shigaraki?- chiese il demone corvino, ringhiando quasi. L'azzurro si levò il "padre" della faccia, guardandolo serio.
-Ultimamente sopratutto, stai facendo troppi guai nella nostra parte nello Yomi. È per via dei tuoi calori mancati, inutile che lo neghi. Fai come tutti, evita di essere l'alternativo della situazione. Trovati un'unanimità a cui dare l'eternità, così fai divertire anche l'amico lì sotto- lo faceva per proteggere la casa. Tutti i demoni e gli esseri demoniaci del Giappone, potevano risiedere in quella dimora mistica. Era una piccola sezione nello Yomi, la terra tenebrosa dei morti. Fra di loro cercavano di non farsi problemi, ma Dabi era sempre irrazionale e irascibile. Sbatteva tutto per aria e bruciava tutti con le sue fiamme quasi gelide, tutto era anche per quello.

I demoni come lui non andavano a finire lontano, quelli erano lussuriosi. Negare quei beni fisici gli avrebbe fatto solo male.
-Se vuoi ti posso...- fu inutile parlare di più, Tomura gli mise una mano sulla fronte dandogli visione. Il corvino vide una bellissima ragazza, proprio quello che più lo attraevano. Ribelle e libera, con capelli [colore capelli] ed occhi rapitori. Quella ragazza l'aveva rapito.
Cacchio, il pantalone, no maledizione imprecò mentalmente il ragazzo alzando lo sguardo, cercando di non arrabbiarsi. Fece cenno di andarsene e, corse fuori dalla mistica stanza di cattiveria. Abbassò lo sguardo verso il cavallo dei pantaloni, poi strizzò gli occhi color male stressato. Fece in sospiro e trattenne il fiato, ritrovandosi di sua volontà nel suo bosco.
Mi serve in bagno in acqua limpida pensò lui vedendo il laghetto di sua appartenenza, dinanzi a se.

❝ 𝐃𝐄𝐌𝐎𝐍 ❞ dabi , lemon Where stories live. Discover now