PERCHÈ DOVREI AMARTI?

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Lo odiava con tutta de stessa, ogni pensiero era solo astio nei suoi confronti

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Lo odiava con tutta de stessa, ogni pensiero era solo astio nei suoi confronti. Vedere quei due profondi oceani scrutarla con quel calore, la disgustava. Vedere quelle venose cicatrici color viola, comparabili alle pianure usate come campi di battaglia, le dava astio in gola. Quel fisico perfetto, che poteva essere solo di un pugile. Quella perfezione, che le dava troppo i nervi. Cercava di odiarlo con tutta se stessa, perché aveva fatto di tutto. Le aveva rubato la verginità, che non si limitava a quella platina di sottile pelle, era la sua dignità. Le aveva rubato la sua vita, per obbligarla a vivere in un pozzo di mostri. Solo per soddisfare le sue voglie sessuali, era quella la verità. Quell'abisso scuro, fitto come quel bosco, che l'aveva dannata all'eternità. Cercava di odiarlo, perché chiunque lo avrebbe fatto. Eppure non ci riusciva, non perché andasse contro la sua natura.

Quelle piccole cose, si rivelavano grandi come castelli ottocenteschi. Quelle accortezze, quei modi di comportarsi, c'è magari erano falsi, dettati dall'assecondarla. Lo odiava, perché se me stava innamorando. Perché amava vederlo fumare quelle puzzolenti sigarette. Amava veder quel corpo nudo, stiracchiarsi dopo tanto movimento. Amava quell voce roca, che lo rendeva un demone alfa. Quei occhi languidi di potere, che la possedevano con il persistente sguardo. Quei capelli possibili da ordinare, come la sua testa. Odiava il fatto, che amasse quel carattere tanto sovrannaturale per lei. Odiava l'amore che provava per un qualcosa, che quei sentimenti non li sapeva neanche lontanamente. Perché doveva ostinarsi quindi? 

-Piccola umana- ringhiò uscendo fuori dalle calde coperte. Sposto il capo verso di lui, facendo uno sguardo di domanda. Lui si slanciò, dandole un bacio sulla nuda spalla. Le orecchie da gatto e la coda, erano sparite.
-Ti ho fatto molto male?- respirò sulla pelle nuda, tenendo ancora le secche labbra di due differenti colori sopra. Lei accennò un "si" molto dolorante. Per un momento, si sentì quasi desolato. Ma lei non ci credeva.
Magari è perché si è reso conto che per un po' non mi può montare, o magari lo fa e finalmente mi uccide pensò seria, non ricordandosi della capacità del corvino.
-Perché vorresti morire? Hai trovavo l'amore no?- chiese lui con sguardo serio. Le stava scrutando ogni pensiero. Sentiva che non era nulla di positivo, solo odio nei suoi confronti. Un odio che doveva infittire e sempre di più, per nascondere l'amore che provava.
-Perchè dovrei amarti?- chiese amareggiata, spezzandogli quel lato umano che nascondeva.

-Sta volta non mi arrabbio, perché ti ucciderei, non voglio farti tale piacere- disse il demone con un rabbioso ringhio, come le veste dell'infedeltà e morte. Lei non fece nulla, si limitò a stare in quel religioso silenzio, che diceva più di mille parole. Le sembra tutto surreale ormai, voleva sempre prova che fosse tutto reale. Per sentirsi viva probabilmente.
-Controllo io- sospirò il demone, facendo circolare le fredde mani giù per il fondoschiena. La ragazza sussultò, stringendo le mani sulle mascoline spalle. Fitte insistenti, lancinanti come una guerra, le pervadeva o in lato inferiore del corpo. Poi sentì un bel calore, pervadere tutto il corpo. D'improvviso, tutto il dolore subito, era scomparso. Quando alzò lo sguardo, vide che lui sorrideva soddisfatto.
-Sei stato tu?- chiese meravigliata, non aspettandosi tale gentilezza da parte sua.

-Vorrei essere ringraziato- disse abbassando il capo pesante di magia, poggiando le secche labbra sulla pianura di pelle morbida e liscia.
-La bocca la puoi ancora usare- le sussultò all'orecchio, abbassando l'altra mano all'altezza del cavalo dei pantaloni. Continuo a massaggiarsi, rendendolo turgido.
C'era di sicuro qualcosa sotto pensò lei, con fare quasi divertito. Bei pensieri, però, un pizzico di sgomento c'era. Le accarezzava le ciocche [colore capelli] con lentezza, incitandola a scendere giù per le coperte. Avevano appena aperto il secondo round. Non ci furono quei lenti attimi di stuzzicazione, che si hanno quando ci si deve spogliare. È una cosa che rammaricava molto Dabi. Eppure, vederla decisa che arrivava subito al sodo, gli faceva venire sensazioni completamente diverse. Sentì la morbida lingua, circo dargli la sessualità. Iniziò con quei lenti movimenti, che si facevano insistenti sulle vene pulsanti. Circondò dopo poco le pareti di umori demoniaci. Oggi era andato molto piano, dopo quel grave incidente che l'aveva ferita nel profondo. Forse lui, ci teneva?

❝ 𝐃𝐄𝐌𝐎𝐍 ❞ dabi , lemon Where stories live. Discover now