A TRE

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Quel giorno il corvino, era particolarmente stressato

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Quel giorno il corvino, era particolarmente stressato. Vivevano nel bosco assieme da poco, ma ormai l'aveva quasi imparato a memoria. Quando era arrabbiato, lo sguardo era secco e il tocco rude. Sembrava strano ma, il suo umore influiva anche sul bosco incantato che possedeva. Il tagliente vento faceva oscillare gli alberi, mentre le acque dei laghetti si gelavano. Gli animali si rifugiavano dove potevano, mentre le terrificanti creature fonte del male, davano via alla rabbia. Lui era un forte demone in prima regola, soprattutto adesso che aveva la sua umana. Quella forza però non era solo positiva, gli dava potere su ogni cosa. Soprattutto su [Nome che provava a distinguersi combattendo, ma era inutile. Lui rimaneva più astuto e forte di lei, ogni sforzo veniva buttato per aria. Si limitava a seguire ed assecondare ciò che faceva, perché lui era quello che dominava. Era difficile ammetterlo, per un ragazza tanto forte ed alternativa come lei. Gli mancavano i suoi vecchi modi di fare, per non parlare dei vestiti. Ora si limitava alla biancheria intima.

-Shigaraki è rude e rozzo, ma mai quanto me- disse il corvino, mentre si sistemava la giacca. Lui era evidentemente geloso del re della cattiveria, non avrebbe mai voluto fargli toccare la sua piccola umana. Come se quella fosse una sfida, al più bravo e dotato. Purtroppo se non lo avesse fatto, la piccola [Nome] sarebbe morta. La tensione si sentiva appiattirsi nell'aria, creando un atmosfera terrificante. Per quella sera si dovette mettere un completo in pizzo, molto provocatorio, coperto da un enorme cappotto. Il tessuto caldo e lungo le copriva tutto il corpo, non facendo rivelare le belle forme che si celavano. Così era tradizione e così dovevano eseguire, nonostante lei fosse contraria. Non voleva essere toccata senza consenso, da due demoni in contemporanea. Era una brutta sensazione.
Il corvino la prese per il mento, facendole alzare lo sguardo. Vederla in quello stato lo faceva penare, avrebbe tanto voluto che quella sofferenza fosse causata solo da lui. Non altri.
-Ascoltami- impose con voce ferma e seria, come sempre a meno che non era per quel genere di cose. La [colore capelli] si limitò ad annuire, con sguardo ubbidiente.
-Sarà molto intenso, farà anche molto male. Meglio dargli corda, ti vorrebbe per se a vita se ti vede ribelle come sei- la raccomandò sistemandole il bordo del cappotto.

Con teletrasporti nel mondo dei morti, arrivarono al regno dei demoni. Era tutto rappresentato con corridoi bui e lunghi, a cui non c'era una fine. Il demone corvino stringeva a se la sua piccola umana, facendole di strada. Nonostante il grande capo a darle calore, si sentiva un freddo turgido e tagliente. Nell'aria c'erano brutte sensazioni, come la paura sgomente che ti consuma l'animo. Ad ogni passo che faceva, si sentiva un eco sempre più pesate. I passi di Dabi erano invece silenziosi, questo perché non avevano un anima. Camminarono per molto, prima di arrivare finalmente alla camera più pericolosa del mondo dei morti. Strinse i denti e si avvicinò a Dabi con terrore, entrando in quell'inferno. Guardò attorno a se, pareti deformate e gommose nere, dalle venature viola. Al centro era posizionato un trono, composto con ossa di varie vittime.

-Amico mio, finalmente- grugnì con un ghigno l'azzurro, che aveva una faccia secca e crepata. Si avvicinò alla ragazza, analizzandola da capo a piedi. Vide il viso pallido, dagli occhi [colore occhi] fissarlo spento. Tomura diede uno sguardo al demone corvino, facendogli un viso soddisfatto e affamato. Lo vide massaggiarsi il cavallo dei pantaloni, con tanta forza da far paura. La ragazza abbassò lo sguardo verso l'escrescenza che si alzava, subito si sentì tristemente usata. Shigaraki le levò il cappotto, vedendola indossare quel completo in pizzo.
-La migliore mai vista- disse il demone con gli occhi cremisi, guardando il corpo quasi nudo.
-Allora sfoghiamoci- ghignò il demone portandola sul trono, dove si sedette. Diede degli schiaffeggi sulle proprie gambe, sorridendo malefico. Era davvero un mostro, come Dabi oltretutto dopo ogni aspetto.
-Strusciati- ordinò l'azzurro chiamando anche il corvino, che s'adirò molto.

Mentre le ragazza lo massaggiava con i suoi stessi muscoli femminili, Dabi che era rimasto alzato la spogliò della parte superiore. Le lasciò il seno scoperto, iniziando a massaggiare i due seni. Erano i punti deboli che piacevano tanto a Dabi, amava toccarli anche per calmarsi. Amava quelle belle forme piene, proporzionate al corpo con cui aveva una dipendenza. Le labbra secche di poggiarono sul collo, facendo segni violacei. Tomura iniziò a sbottonarsi i pantaloni, rimanendo completamente nudo sulla parte inferiore. La ragazza poggiò le mani ai gracili pettorali, cercando di non cadere. L'azzurro lo interpretò come un apprezzamento, cosa che non era affatto vera.
-Apri di più le gambe- grugnì il demone, poggiando le secche mani sui fianchi. Dabi capì cosa doveva fare, quindi carbonizzò gli slip. Ora era nuda davanti a quei due demoni maniaci.

-Se ti fa male stringimi la mano- disse Dabi riferendosi al mostro che li aveva fra le sue grinfie. Lei si limitò ad annuire baciando il demone dai capelli azzurri, che iniziò a massaggiarsi la prostata per renderla pronta. La ragazza si rigirò dando la schiena allo sconosciuto, guardando il corvino negli occhi. Gli iniziò a sbottonare il pantalone, spogliandolo con lentezza mortale. Il demone dalle fiamme azzurre le accade i capelli annodati, aspettando la lingua calda. Tomura si sentì messo da parte, per questo le diede una sberla sulle natiche. Lei sussultò poggiando una mano sulle ginocchia del demone, per calmarsi un attimo. Non soddisfatto diede un'altra sberla, facendola sentire insignificante.
-Per punizione lo facciamo entrare dentro tutto- disse minaccioso l'azzurrino.

Sentì una fitta fra i glutei, che veniva sommersa dalle spinte secche e sgradevoli. Fu in quel momento che si piegò in avanti per iniziare il proprio lavoro. Fece passare la lingua per tutta la lunghezza del corvino, facendolo mugolare. Iniziò prendendo solo la punta, passandoci la lingua con persistenza. Impaziente le afferrò i capelli, spingendo tutta la sessualità all'interno della bocca. Una mano secca e gelida passò per la schiena, andando poi verso la pancia scendendo. Sentì la mano di Shigaraki accarezzarle la femminilità, mentre dava altre spinte. Sentiva il pene crescere in lei, iniziando a bagnarsi di liquido pre seminale. Due dita iniziarono a massaggiarle la parte più superiore, dandole botte di calore nell'interno coscia. Continuò con giri lenti e circolari, che si alternavano a quelli veloci. Lei strozzava gli urli per colpa della prostata del suo demone, che ondeggiava i fianchi energico. La velocità dei due andava ad aumentare sempre di più, pretendendo ancora più piacere.

Lei soccombeva in un vuoto di disperazione, sentendosi confusa. Il suo corpo gradiva quelle attenzioni, mentre il cervello delle urlava di smettere. Ma fermarli l'avrebbe portata alla morte, quindi decise di ascoltare il corpo. Le dava ansimi di piacere, facendole venire piccolo convulsioni di lussuria. Mentre Shigaraki continuava il massaggio, grugniva di piacere. Ogni tanto fermava i massaggi vaginali, leccandosi le dita fradice di umori della ragazza. [Nome] iniziò a massaggiare il pene del corvino con la piccola mano, prendendo un po' di fiato alla bocca. Improvvisamente l'azzurro uscì, facendola rigirare verso se. Non esitò ad entrare per l'apertura femminile, facendole venire altro male. Dabi entrò per il posteriore, partendo con spinte rudi ed animalesche. Sentiva la lunghezza muoversi fra le natiche, mentre cresceva persistente. Voleva dimostrare chi era il migliore, la sfida re appena iniziata.

La ruvida lingua di Tomura le stuzzicò il piccolo bottoncino di carne del capezzolo, iniziando a succhiare e mordicchiare. Dabi afferrò il seno libero stringendolo, provocandogli anche una leggere bruciatura.
-Succhiamelo- ansimò l'azzurro uscendo, mentre la ragazza arrischiava per terra mettendosi fra le sue gambe. Si ripiego in avanti, dando al corvino opportunità di continuare il lavoro. Aprì la bocca, facendo uscire la morbida lingua. Leccò con leggerezza la punta, per svariate volte. Poi prese la lunghezza in bocca, mentre l'azzurrino metteva una mano fra le ciocche [colore capelli]. Prese il gracile polso, portando la mano verso la sacca scrotale. Lei iniziò a massaggiare le due circonferenze, stringendole avvolte. Non soddisfatto la fece smettere, facendola risalire su di se. La capovolse, ritrovandosi davanti alla sua vagina. La ragazza inarcò la schiena prendendolo di nuovo in bocca. Dabi le forzò ad aprire la bocca, facendo infilare anche la sua lunghezza. L'altro demone si adoperò ad intrufolare la lingua per il clitoride, massaggiando tutte le bramose labbra con il viscoso muscolo della bocca. Infine arrivò al colmo, affogando le urla fra i due membri che vennero all'unisono assieme a lei.

Quando furono vestiti come prima, tranne che per lei che indossava solo il cappotto ora, si accattarono per darle immortalità. Da quel momento [Nome] sarebbe stata con Dabi per l'eterno, non si poteva rimediare. Prima di andarsene, l'azzurro la fermò di nuovo. Fece aderire la schiena della ragazza al proprio torso, facendole sentire l'erezione. Segno che non era ancora del tutto soddisfatto per lei.
-Noi due ci rivedremo, magari anche con quello lì- disse guardando sprezzante Dabi, che aveva uno sguardo geloso e possessivo il volto.

❝ 𝐃𝐄𝐌𝐎𝐍 ❞ dabi , lemon Where stories live. Discover now