Capitolo undicesimo

239 10 2
                                    

DAL PUNTO DI VISTA DI AMY

"Non ho vestiti" dissi indicando il mio armadio a Meghan, l'amica che più mi andava a genio in quel periodo.

"Ma che dici? Dai, qualcosa troviamo" mi rispose cercando di trasmettere una positività che non sentivo, era evidente che non avevo niente di adatto da mettermi per quella serata.

"Senti ma se vieni a casa mia e ti presto qualcosa di mio?" propose dopo aver ribaltato tutto ed essersi convinta che avevo ragione.

Ci pensai qualche secondo, l'idea era allettante, feci spallucce ed accettai.

"Okey".

Uscimmo di casa e ricordai a mia madre che mi sarei fermata a dormire da Meg, ovviamente l'ho dovuta avvisare con quasi una settimana d'anticipo; mi disse "Per la prima ed ultima volta" pensai che era sempre meglio di un no.

Mio padre era via per lavoro da un paio di giorni e sarebbe tornato il Lunedì successivo, perciò avevo il via libera.

Uscimmo di casa ridacchiando, lei era davvero elettrizzata all'idea di quella festa piena di ragazzi più grandi di noi, non sarebbe stata una di quelle cazzate che organizzavano i nostri coetanei. Meghan c'era già stata diverse volte e mi assicurò che mi sarei divertita da matti.

"Vedrai ci divertiremo, c'è un sacco di alcool" non avevo mai bevuto più di tanto, rabbrividii.

"Però stai sempre con me vero?" chiesi guardandola seriamente, spalancò gli occhi

"Certo che si" mi tranquillizzai.

Arrivammo dopo una decina di minuti, una volta in camera sua mi sedetti sul suo letto ricoperto da un copriletto di un rosa pallido. Mi guardai intorno, possedeva molte più cose di me, la sua stanza trasmetteva tranquillità, sicurezza, amore. Meghan era di spalle con la testa immersa nel suo enorme armadio, aveva mille vestiti di colori diversi per ogni occasione, me ne buttò in faccia qualcuno alla rinfusa lanciandoli alle sue spalle.

"Provati questi, dai che aspetti?" li guardai un po' indecisa, provai il primo e non potei fare a meno di pensare di sembrare una prostituta.

"Te hai avuro il coraggio di uscire con questo addosso?" ero sconvolta, praticamente mi si vedevano le mutande.

"Tesoro, con quello ho conquistato i ragazzi migliori" mi fece l'occhiolino, dopo quell'affermazione decisi di levarmelo e provai in fretta il secondo tra una risata e l'altra.

"Sei bellissima" le luccicarono gli occhi, le mani strette sul petto come se stesse pregando, sentii che quello poteva andare bene, mi avvicinai allo specchio ma..

"Porca troia!" urlai comprendimi il seno, non ne avevo molto ma si vedeva tutto.

"È trasparente!" constatai ad alta voce mentre lei rideva di gusto con la testa lanciata all'indietro e la bocca spalancata. Iniziai a picchiarla lanciandole ripetutamente addosso la ma maglietta finché non smise di prendermi in giro.

Il terzo mi ispirava molta più fiducia, aveva le maniche a tre quarti, era aderente e nero, mi piaceva tanto il nero.

"Questo ti piacerà di sicuro" disse Meghan saltellando e battendo le mani felice, mi specchiai.

"Bello" dissi mordendomi il labbro e girandomi un po', prima a destra e poi a sinistra, per cercare di scoprire come mi stava dietro. Mi piaceva davvero, anche se era un po' provocante, ma non superava il limite che mi ero imposta e inoltre non avrei sicuramente trovato di meglio nell'armadio della mia amica.

"Perfetto, ora ti trucco un po' poi usciamo! Ci staranno già aspettando" era su di giri, continuava a correre e saltellare, stava già sudando.

"Pronta" inizialmente mi sentii un po' a disagio con quel trucco pesante sugli occhi, non ero abitata a vedermi così aggressiva, però sembravo molto più adulta e questo mi aveva trasmesso una certa sicurezza, dandomi la spinta giusta per affrontare la nottata.

Wish you were hereWhere stories live. Discover now