Capitolo ventesimo

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DAL PUNTO DI VISTA DI AMY

Cercai Axl controllando in ogni singola stanza sperando non fosse in giro a fare qualche cazzata, ma di lui non c'era nessuna traccia.

Un tempesta scuoteva gli alberi e spostava oggetti leggeri facendoli rotolare lungo le strade deserte, il tutto non faceva che accrescere la mia angoscia. Stava bene? Cos'era successo? Era ferito? O quella ferita era Erin?

Ero fradicia, odiavo gli ombrelli ma in ogni caso quella notte non sarebbe servito, il vento era troppo forte. Mi piaceva la sensazione della pioggia sul corpo.

Dopo aver fatto alcune veloci chiamate agli ospedali o pronti soccorsi più vicini (per assicurarmi che nessuno dei due fosse ricoverato) decisi di calmarmi e farmi una doccia calda sperando così di evitare di prendermi la febbre. Una volta più tranquilla e asciutta mi misi a sistemare la cucina, cosa parecchio strana, ma qualcosa dentro di me mi diceva che Axl al suo ritorno non avrebbe voluto rivedere quella scena.

Rimasi sveglia ancora un paio d'ore, scelsi un film dalle cassette impilate ordinatamente in salotto e lo guardai assonnata, alla fine cedetti e mi addormentai con il telecomando in mano.

La mattina seguente mi risvegliai nella stessa posizione, qualcuno suonava al cancello.

Mi alzai di scatto sperando fosse Will.

"Chi è?"

"Erin sono Duff, è a casa Axl?" la voce metallica aveva probabilmente coperto il mio timbro e di conseguenza Duff l'aveva ovviamente collegato ad Erin, feci un respiro di sollievo ed uno di sconforto perché questo voleva dire che non era mio fratello.

"No, non c'è"

"Cazzo, è sparito un'alta volta, aprimi per piacere che sembro un coglione qua"

"Ehm, ho da fare ora"

"Erin ma sei tu?"

"Certo" mi schiarii la voce, cazzo cazzo cazzo

"Dai cazzo piove apri" pensa pensa pensa

"Sei li?" chiese, cazzo pensa Amy pensa. Dovevo aprigli non avevo scelta, avrebbe scoperto che non ero Erin in un modo o nell'altro, magari sarebbe arrivata a momenti preoccupata anche lei.

Alla fine aprii, tanto era solo Duff.

Corsi allo specchio e mi sistemai i capelli completamente in disordine, ero in pigiama, non mi era mai importata di apparire decente ai loro occhi ma gli anni erano passati e non eravamo più tanto amici.

Poco dopo la porta si aprì.

"Cazzo che freddo" entrò dopo essersi tolto le scarpe zuppe, poi alzò lo sguardo.

"Ma chi cazzo sei tu?" spalancò gli occhi, non sapeva cosa pensare.

"Duff, non mi riconosci?" chiesi facendo un mezzo sorrisetto preoccupato, mi scrutò per alcuni secondi poi cambiò espressione

"No...non è possibile" disse ridendo

"Amy?" chiese preoccupato di sbagliare, annuii e un sorriso di gioia si fece spazio sul suo viso gocciolante.

"Cazzo da quanto tempo" disse venendomi incontro e abbracciandomi amichevolmente, ricambiaii.

"Eh si"

"Sei cambiata tantissimo"

"Si lo so, però ora non è il momento. William non è tornato stanotte"

"Lo so, a volte sparisce per alcuni giorni e nessuno sa dove sia, però ieri non si è fatto vivo e stasera abbiamo concerto, spero non faccia il cazzone. Ma da quanto sei tornata?"

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