Parte 1: Conoscenze

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Ciao a tutti/e! eccomi tornata con una nuova ff Alvitz che spero vi piaccia. Questo primo capitolo è l'unico scritto al presente (un po' maluccio) mentre tutti gli altri saranno scritti al passato. Detto ciò, buona lettura!

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ITZIAR'S POV:

Chiavi, portafoglio, cellulare, powerbank, fazzoletti, fogli e penne. Dovrei aver tutto per prima andare al lavoro, sentire tre pazienti e poi volare al colloquio con la ONG che mi ha consigliato Alba. Sì, ce la farò. Scendo, prendo le chiavi, apro la macchina, salgo, metto in moto e parto. Ops, non mi sono neanche presentata: sono Itziar Ituño, psicologa e psicoterapeuta per tutte le fasce d'età, dai bambini fino agli adulti. Probabilmente tra un mese partirò ed andrò in missione umanitaria in Kenya; bene, l'ho detto, ho portato sfiga, mannaggia a me. Bene sono arrivata, entro in studio e inizio la mia giornata. Oggi, per prima, ho una ragazza di 16 anni con un solo problema: sindrome d'abbandono. È una sindrome non così rara come si pensa, viene sviluppata da bambini ed è guaribile se scoperta subito, mentre in caso contrario, può ripercuotersi sul lavoro e sugli affetti. In particolare, lei ha passato la sua infanzia ad essere sempre la seconda scelta dei genitori dopo la nascita del fratello. Quest'ultimo è sempre stato bravo in tutto, ed inoltre essendo il più piccolo era sempre al centro dell'attenzione anche quando aveva 10/11 anni. Per una bambina non è facile vivere tutto ciò, dover crescere da sola e troppo in fretta senza amore da parte dei genitori. Per fortuna è riuscita a rivolgersi a me, per provare a rimediare, per stare meglio. Certo, nessuno potrà ridarle indietro l'amore perso, gli anni infelici, ma almeno possiamo fare qualcosa per il futuro. Dopo il colloquio con lei ne ho un altro con un uomo con problemi di timidezza e problemi a relazionarsi e, per concludere, la parte del mio lavoro che trovo più difficile, un bambino. Lui ha sei anni ed è in cura da me da qualche mese dopo essere stato vittima di bullismo e aver tentato di togliersi la vita. In queste situazioni quelli che dovrebbero venire da me non sono i bambini ma i genitori, che non si sono accorti di nulla, e i compagni che l'hanno spinto a farlo. Certo ora lui deve trovare un nuovo equilibrio e io sono qui per questo. Finito l'incontro prendo la macchina e dopo dieci minuti mi ritrovo davanti alla sede della ONG con una maglietta a maniche corte, una felpa sportiva, calzoni comodi e scarpe superstar.

ALVARO'S POV: 

Piacere, sono Alvaro Morte, 30 anni appena compiuti, un diploma alla scuola di arte drammatica e un lavoro come insegnante in una scuola di teatro. Sono appena arrivati i ragazzi, così tento di attirare la loro attenzione: 'Ragazzi sono qui! Bene, ora visto che abbiamo uno spettacolo per la fine del mese direi che oggi possiamo iniziare una prova generale, scena dopo scena, senza interruzioni. Che ne dite?' Ricevuti solo cenni di assenso li feci partire anche se non prestai loro molta attenzione perché la mia testa era rivolta da un'altra parte. Il pensiero che mi tormentava riguardava il mio capo, il quale mi aveva chiesto di passare da lui, finite le lezioni, poiché voleva parlarmi. Non sapendo che cosa volesse dirmi, ero molto in ansia e la mia mente continuava ad elaborare le motivazioni più svariate. Una volta provato tutto lo spettacolo, fatti dei piccoli aggiustamenti, congedai i ragazzi e mi diressi nell'ufficio del diavolo, come lo chiamavano tutti i miei colleghi. Bussai e dopo essere entrato mi sedetti sulla sedia indicatami. Lui iniziò a chiedermi come fosse andata la giornata, probabilmente per mettermi a mio agio, e poi lanciò la bomba: 'Ti piacerebbe andare in Kenya?' Io, molto confuso, risposi balbettando: 'oddio... non è in cima alla mia lista di luoghi da visitare ma non mi dispiacerebbe, ma... se posso chiedere, perché questa domanda?' lui mi spiegò che una ONG l'aveva contattato poiché desiderava un'insegnante di teatro per una missione umanitaria. Io lusingato e incuriosito da quella proposta accettai, e dopo averlo fatto mi venne detto che avrei dovuto recarmi alla sede dell'organizzazione per firmare delle carte.

Io e lei || ALVITZ ||Where stories live. Discover now