Parte 16: la festa

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ALVARO'S POV: 

Dopo una settimana arrivò il giorno della festa. Quella mattina mi svegliai, come sempre, alle sette, con accanto a me Itzi che dormiva pacifica. Mi alzai provando a non fare movimenti bruschi e ci riuscì. Andai in cucina e preparai latte con cupcake per tutti; alle sette e mezza mi raggiunse Itzi con la piccola Paula e Manu. Ci preparammo tutti, in particolare io preparai il borsone con dentro biberon, cambi pannolino e pomate varie mentre Itzi vestì i due piccoli. Uscimmo puntuali e alle otto e trenta arrivammo a scuola. Decisi di entrare prima io con Manu in braccio, come al solito, e dietro le donne della mia vita. Inutile descrivere le facce sconcertate delle mamme che da quando mi conoscevano non volevano altro che portarmi a letto, anche se molte erano sposate. Tutti i loro sguardi erano rivolti verso le nostre mani intrecciate e verso Paula, addormentata sul petto di sua madre all'interno di particolari fasce che sistemate permettevano sia alla mamma che al bambino di stare comodi. Non fecimo caso a tutti quelli sguardi dirigendoci subito verso la maestra che era, anche lei, da giorni che voleva conoscere la mia compagna. Alla fine l'attenzione su di noi calò drasticamente quando arrivò una mamma con un bambino neonato, quindi tutte lì a vederlo. Ci sedemmo, come tutti gli altri, su delle sedie rivolte verso un piccolo palco su cui ogni bambino avrebbe recitato la sua poesia o il suo tema. Manu non ci aveva detto nulla di ciò che aveva scritto, si faceva aiutare dalla nonna a impararlo per poi saperlo ripetere. Proprio mentre il primo bambino iniziava a recitare, Paula si svegliò affamata quindi io mi affrettai a passare ad Itzi il biberon dalla borsa che dalla mattina portavo in spalla.

ITZIAR'S POV: 

Arrivò il fatidico giorno della festa della mamma, mi alzai alle sette emezza, allattai Paula e svegliai Manu, a colazione ci aspettava latte concupcake preparati da Alvaro. Dopodiché puntuali uscimmo di casa per recarcialla scuola del piccolo. Appena entrati vidi tutte le mamme fissarmi, il che midava molto fastidio non essendo abituata ad essere al centro dell'attenzione,esclusa quella di Alvaro. Calato il loro livello di attenzione nei miei confrontimi tranquillizzai, grazie anche alla mano di Alvaro che era sempre stata sulmio fianco a farmi sentire la sua presenza. Prima del turno del mio ometto Paulasi svegliò, Alvaro prontamente mi passò il biberon che lei prese subito a succhiareavidamente. Finito di bere suo padre la prese in braccio per farle fare ilruttino e proprio in quel momento Manu salì sul palco. Un po' imbarazzato e unpo' rosso fece un respiro profondo prima di partire ma c'era un brusio disottofondo che mi dava proprio fastidio: fino a due secondi prima silenzio eora casino. La maestra si affacciò da dietro per chiedere silenzio e lui partì:'Cara mamma Itzi, so che oggi tu sei seduta lì ad ascoltarmi e spero che questeparole ti arrivino dritte al cuore. Sei entrata nella mia vita un anno e mezzofa quando, una notte, ebbi un incubo: sognai tutta la mia famiglia morire sottoi bombardamenti e io l'unico a sopravvivere, urlai e piansi e tu sei stata l'unicaad avere il coraggio di avvicinarsi e stringermi. Da quel momento sei diventatala mia mamma, perché non sempre la mamma è chi ti mette al mondo, o chi ti dice continuamente 'amore' o 'tesoro'. La mamma è chi ti ama incondizionatamente nonostanteil colore della tua pelle o dei tuoi occhi, è chi ti fa dormire con lei quandofai gli incubi, è chi piange e ride con te. Mamma tu sei tutto questo, grazieper essere tornata, per stare con papà e grazie per avermi donato Paula, concui spero di giocare presto. L'unica donna che amo sarai sempre tu mamma.' Sonoscoppiata a piangere, lui mi venne incontro correndo con gli occhi lucidi, iolo presi in braccio, lo strinsi a me dicendogli: 'Non ti lascerò più, lo prometto. Ti voglio un bene immenso ometto.' E lo sbaciucchiai tutto. Tutto questocon un sottofondo di applausi. Finita la festa tornammo a casa, misi a lettoPaula e tornando nella mia camera trovai Manu sul lettone che aspettava noiper dormire insieme, come abbiamo sempre fatto in missione.

Io e lei || ALVITZ ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora