Parte 14: lei

181 11 0
                                    

ALVARO'S POV:

Erano passati due mesi da quando io e Itzi c'eravamo rincontrati, i due mesi più felici e spensierati che io abbia mai passato. Il lavoro procedeva bene, stavo preparando un nuovo spettacolo ma a casa le cose andavano un po' peggio: Manu si era abituato ad andare all'asilo, stava imparando a parlare bene lo spagnolo ma, nonostante i suoi sforzi, veniva isolato da tutti gli altri perché aveva la pelle un po' più scura e non aveva una mamma. Quando qualche giorno fa andai a prenderlo a scuola era in lacrime, disperato proprio come quella notte di un anno prima; tentai di tranquillizzarlo, dicendogli che ero lì, che tutto andava bene ma lui non si calmava. Andai dalla maestra per tentare di capire cosa avesse scatenato tutto ma li non fece neanche in tempo ad aprire bocca che un bambino urlò: 'Guardate il nero piange' e tutti scoppiarono a ridere. Non c'erano parole per descrivere come mi sentissi in quel momento, una voragine mi si era aperta nel petto e non riuscivo a fermarla. Dissi semplicemente alla maestra che avrei chiesto il cambio della classe e avrei parlato con il preside. Il giorno successivo mi recai in presidenza per discutere del problema che doveva essere risolto. Spiegai la situazione e puntualizzai che se la maestra non fosse riuscita a risolvere il problema, avrei portato via mio figlio e avrei accusato la scuola di essere razzista e non fare nulla per integrare le diverse etnie. Il giorno dopo tutti i bambini si scusarono, scuse fredde e per lo più fatte con dietro le mamme. Ecco, un altro problema sono le mamme: pensano che io sia un padre single, frustrato e che abbia bisogno della loro compagnia, per questo motivo mi ronzano sempre intorno, mi mandano messaggi incommentabili e pendono dalle mie labbra. Nei giorni successivi vedevo Manu più tranquillo ma un'altra disgrazia si stava avvicinando veloce come una gazzella: la festa della mamma. Lui mi chiese se potessi chiamare qualcuno che fingesse di essere la sua mamma per non esser preso in giro per questo. Ci pensai e decisi che la persona più adatta fosse Itzi, così le scrisse chiedendole se ci potessimo vedere per discutere di una cosa importante, lei accettò offrendo casa sua.

ITZIAR'S POV:

Quel giorno ricevetti un messaggio da Alvaro che recitava:

'Ho bisogno di parlarti di una cosa importante,

possiamo vederci?'

'Certo, anch'io devo parlarti di una cosa.'

'ci vediamo a casa mia alle 9'

'va bene'

Avevo finalmente deciso di dire ad Alvaro di mia, di nostra figlia; non giudicatemi male ma non volevo che lui si sentisse obbligato a stare con me per Paula, volevo che mi desiderasse e mi avesse per scelta e non per obbligo. Alvaro arrivò puntuale, ci baciammo e lo feci accomodare sul divano chiedendogli di poter iniziare io a parlare, lui annuì. Allora partì: 'Quello che sto per dirti è una notizia che ti cambierà la vita. Non te l'ho detto prima per un motivo molto personale e molto profondo che magari ti dico dopo. Ecco vedi...' in quel momento, precisa come un orologio svizzero, Paula iniziò a piangere affamata. Alvaro non capiva, quindi gli presi la mano invitandolo a seguirmi; salì le scale con lui dietro e mi diressi in camera mia dove c'era la piccola. Appena mi vide si tranquillizzò e iniziò a ridere come una pazza, io le dissi: 'Cosa ridi tu, cosa ridi' mentre la spostavo per metterla sul fasciatoio. Le tolsi il pannolino sporco, le pulì il sederino, stavo per metterle quello nuovo ma mi resi conto che era vicino alla porta. Non potendo muovermi perché senno Paula poteva cadere chiesi ad Alvaro, che fino a quel momento era rimasto immobile sulla porta, di portarmelo visto che era accanto a lui. A quella richiesta rispose subito venendo verso di me e mettendomi le mani sui fianchi, la dimostrazione d'amore che lui sapeva essere la mia preferita.

ALVARO'S POV: 

Andai da Itzi e quando mi chiese di iniziare lei io accettai pensando che sicuramente non sarebbe stato nulla in confronto a ciò che le stavo per chiedere. Iniziò a parlare, ma io non capivo e poi un pianto infantile, da bambino, irruppe: io non stavo capendo nulla sentii solo le manine di Itzi che prendevano le mie e mi invitavano a seguirla e così feci. Alla fine delle scale la vidi dirigersi in una stanza, io rimasi sulla porta per paura di essere di troppo e vidi una scena che mai mi sarei aspettato: Itzi che rideva e poi cambiava una bambina di 4/5 mesi massimo con gli stessi occhioni di lei: indubbiamente sua figlia. Ero immerso nei miei pensieri quando lei richiamò la mia attenzione perché le serviva un pannolino pulito, io approfittai dell'occasione per avvicinarmi e metterle le mani sui fianchi indicandogli che per me non era cambiato nulla. Lei si rilassò all'istante nelle mie mani e messo il pannolino alla bambina le disse: 'Ehi Paula saluta Alvaro, di ciao.' Lei rise e Itzi si rivolse a me dicendomi. 'Vedi ha il tuo stesso sorriso!' lì capì: quella bambina, Paula, era mia figlia, nostra figlia. Tempo di metabolizzare il tutto e Itzi era sfuggita dalle mie mani per sedersi su una poltrona, qua iniziò a tirarsi giù la maglietta e poi il reggiseno a quel punto mi disse: 'So che pensi che questo sia un momento molto intimo tra mamma e figlia ma se vuoi restare noi non ci vergogniamo, vero?' prendendo in braccio Paula e guidandola verso il suo seno, al quale lei si aggrappò e iniziò a succhiare. Mi avvicinai, mentre Itzi mi spiegava il motivo per cui non me lo aveva detto subito, e misi una mano sulla testolina di Paula dicendo: 'Ciao amore mio, quanto sei bella' lei rise e Itzi mi fece un sorriso capace di sciogliere un iceberg. Non ce la feci a trattenermi e la baciai in bocca, lei ricambio e in mezzo a noi nostra figlia il frutto di un amore così forte. Mentre sistemava Paula a dormire mi disse: 'E tu, cosa dovevi dirmi?' risposi. 'Ti ricordi Manu, il bambino che ci ha fatto innamorare? Ecco io ce l'ho in affidamento due anni e a proposito di questo.' Non feci in tempo a finire la frase che mi abbracciò sussurrandomi un 'L'hai fatto davvero' e un 'Ti amo.' Quando si staccò le chiesi se volesse prendere parte alla festa della mamma, visto già le precedenti prese in giro nei confronti del piccolo. Lei rispose di si aggiungendo che avrebbe portato Paula con sé.

Io e lei || ALVITZ ||Where stories live. Discover now