Parte 12: tu?

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L'ho copiato di fretta per far felici alcune personcine che tanto amo quindi potrebbero esserci degli errori, mi scuso.

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ALVARO'S POV: 

La sala iniziava a riempirsi di gente di tutte le età: genitori, figli, nonni, fratelli e sorelle. Quando tutti presero posto presi la parola: 'Buonasera a tutti. Innanzitutto grazie per essere venuti e per aver riempito la sala. Lo spettacolo che questi fantastici ragazzi hanno preparato è venuto davvero bene e spero vi piaccia. Non penso di aver altro da dire se non: Buona visione!' Partirono una serie di applausi fin quando il sipario non si aprì e i ragazzi iniziarono a recitare; e io sotto di loro con un copione in mano in caso si dimenticassero le battute. Alla fine tutto filò liscio come l'olio e io fui invitato dai giovani attori a salire sul palco a prendere un mazzo di fiori con un bigliettino e il grazie di tutti. Pian piano tutti iniziavano ad andare salutandomi. 


ITZIAR'S POV:

Arrivai stranamente in orario e mi sedetti in una delle delle file finali, le mie preferite, per seguire bene lo svolgimento dello spettacolo. Dopo essermi tolta la giacca alzai lo sguardo e lo vidi, vidi Alvaro introdurre lo spettacolo e ringraziare. Il mio cervello non ragionò più: avevo le farfalle nello stomaco e iniziava a fare davvero caldo. Nonostante la sorpresa iniziale, riuscì a seguire bene la rappresentazione che mi piacque anche parecchio. Quando lui salì sul palco per i complimenti e gli applausi, presi la decisione di parlarci subito dopo. Quindi pazientemente aspettai che tutti i genitori se ne fossero andati per poi avvicinarmi. Lui mi guardò per un millesimo di secondo prima di venirmi incontro e dirmi: 'Itzi sei davvero tu?' io risposi: 'Sì alvaro sono io.' Ci abbracciamo, un abbraccio pieno di tenerezza e mancanza, felicità e cose non dette. Io non riuscì più a trattenere le lacrime e piansi, lui me le asciugò come aveva fatto l'anno prima, per poi propormi di andare in un luogo più intimo, accettai.


ALVARO'S POV: 

Dopo aver finito di salutare decine e decine di genitori mi si avvicinò una donna, con un odore inconfondibile e gli occhi più belli del mondo: Itzi. Ci misi un secondo a metabolizzare chi fosse, ero stupito, felice, emozionato. Riuscì solo a fare una domanda sciocca: 'Itzi sei davvero tu?' Cioè proprio imbarazzante, poi decisi che era meglio optare per qualcosa di più privato quindi scelsi la mia macchina. Salimmo e qui le dissi: 'Mi sei mancata c....' 'puoi dirlo' 'mi sei mancata cucciola' 'Anche tu tesoro.' Restiamo lì a contemplarci per minuti, i nostri cuori e i nostri occhi parlavano. Fui io a rompere il silenzio esordendo con: 'Partiamo da domande facili: come sei finita a vedere il mio spettacolo?' lei rispose subito: 'Clara è mia paziente mi ha invitato e io ho accettato, tutto qua, ma non sapevo fossi tu il regista...' Mi sembrava il momento opportuno e continuai: 'Io sono stato un codardo, uno bello grosso, mi sembra giusto darti delle spiegazioni: ti ho allontanato perché avevo paura di poterti ferire ancora anche involontariamente, avevo paura di non essere abbastanza e quindi al posto di discutere con te sono scappato. Mi capita a volte di pensare come sarebbe successo se io fossi rimasto, magari a quest'ora vivremmo insieme, avremmo la nostra famiglia, magari un figlio.' Piansi, un pianto liberatorio che era lì da un anno. Pochi secondi dopo sentii le sue mani calde sulla mia barba e la sua voce che diceva: 'Alvaro ho sbagliato anch'io, ho avuto paura che non sarebbe stato tutto rose e fiori, che non avresti lasciato Blanca... Io, scusami.' Pianse, ci abbracciamo e poi la baciai, lei ricambiò un bacione calmo e colmo d'amore. Continuai: 'Ah comunque Branca l'ho lasciata appena tornato a casa. Il mio cuore appartiene a te come la mia anima quindi non aveva senso illuderla che l' amassi quando ero innamorato di un'altra donna in più litighiammo appena tornai perché la beccai con un altro uomo, un'altra volta. Lei si scusò, ma io avevo già deciso.' Continuiamo con conversazioni più leggere e quando si accorse che era tardi mi chiese un passaggio. L' accompagnai sotto casa e le diedi il mio numero con la promessa che mi avrebbe scritto per un altro appuntamento. Abbiamo deciso di riprovarci, stare lontani ci aveva fatto capire quanto avevamo bisogno l'uno dell'altra. 


ITZIAR'S POV:

Scegliemmo di parlare in macchina del più e del meno fin quando mi resi conto dell'ora e gli chiesi un passaggio. Mi accompagnò sotto casa e mi diede un foglietto con il suo numero di telefono in modo da accordarci per un altro appuntamento. Salì in fretta poiché ero in ritardo per allattare Paula che, come prevedevo, piangeva come una disperata. Il tempo di togliermi il vestito che avevo, togliermi il reggiseno che lei già era attaccata a ciucciare con una manina proprio sopra il mio seno, un gesto che io amavo. Mentre lei mangiava mia mamma mi chiese chi avessi incontrato che mi aveva resa così felice da dimenticarmi di mia figlia, cosa mai successa. Dopo alcuni secondi di silenzio dissi: 'il papà di Paula' Non avevo mai parlato molto di lui a mia mamma, lei sapeva solo il suo nome e i motivi per cui l'avevo allontanato. Non mi ha mai rimproverato nulla ma mentirei dicendo che era felice quando scoprì di essere incinta. Aveva paura e aveva tanti dubbi quanti ne avevo io ma alla fine insieme accettammo questa nuova vita. Finito di mangiare Paola si addormentò e io scrissi al numero di Alvaro: 'Ehi ciao sono io, Itzi. Mi chiedevo se per te andasse bene martedì di settimana prossima, per me sarebbe fantastico. Grazie per la bella serata e a presto.' Lui rispose subito: 'Va bene martedì, grazie a te per la chiacchierata. ci vediamo.' 

Io e lei || ALVITZ ||Nơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ