Capitolo 1

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ECCOVELO. MI AVETE TARTASSATO IN POCHE ORE PER QUESTO CAPITOLO E ORA ECCOLO A VOI. SAPPIATE SOLO CHE A CAUSA VOSTRA UNA POVERA RAGAZZA (IO) NON HA POTUTO FARSI LA DOCCIA STASERA PER SCRIVERE E PUBBLICARE E DOMANI ANDRA' A SCUOLA PUZZOLENTE. LOL.

COMUQNUE CI SONO RIMASTA DI MERDA PERCHE' WATTPAD NON FA VEDERE PER INTERO LA COPERTINA E MEZZO TITOLO NON SI VEDE. CHE DUE PALLE!

VABBE', FATEMI SAPERE COME VI SEMBRA L'INIZIO DI QUESTO TERZO LIBRO.

BUONA LETTURA. XX

EVELYN

Il sole si infrangeva sul mio viso direttamente dalla finestra. Mugolai richiudendo gli occhi e mi girai dall'altro lato. Avevo un mal di testa terribile e sicuramente delle occhiaie che me lo avrebbero ricordato per il resto della giornata. Avevamo esagerato la sera prima, troppi movimenti, troppo chiasso, troppa musica. La musica, che per tutta la mia vita era stata fonte di salvezza, in quel momento mi sembrò una maledizione. La mia testa ancora pulsava a ritmo e dovetti alzarmi per calmare ogni dolore nel mio corpo. Mi sfilai le coperte e scavalcai il corpo del biondo accanto a me. Dormiva beato e di certo non volevo svegliarlo dopo la nottata. Andai in bagno strofinandomi gli occhi coi pugni e riempii la vasca d'acqua calda. Chiusi la porta a chiave e mi tolsi l'unico indumento che avevo, la camicia dello sfaticato che dormiva sul mio letto. Mi immersi nell'acqua gioiendo a contatto col calore e sprofondai con tutta la testa, volevo solo che il dolore passasse.

"Evelyn? Sei li dentro?" sentii bussare alla porta. Riemersi e mi girai.

"Si." gracchiai. Maledii la sbronza avvenuta la sera prima, mi aveva indebolito le corde vocali.

"Ti sei chiusa? Devo prendere due aspirine. Ora scoppio."

Ridacchiai. "Quando esco." mi guardai il piede fuori dalla vasca. Mi piaceva provocarlo.

"Maledizione. La prossima volta metto una sveglia." lo sentii imprecare da dietro la porta e ciò mi fece solo ridere più forte. Lo sentii scendere di sotto, sicuramente per preparare la colazione, così tornai sott'acqua. Aprii gli occhi facendoli bruciare a contatto col bagnato. Era tutto così mosso, sfocato, poco credibile. Sembrava il colmo della mia vita. Ero come in standby da mesi ormai, non lo davo a vedere agli altri, non ero il tipo che rendeva pubblici i propri problemi, eppure mi sentivo così. Sfocata, poco credibile, come se la mia stessa esistenza fosse messa in discussione. Riemersi solo quando fui a corto di fiato. Presi il sapone e cominciai a lavarmi, dopo di che misi un asciugamano intorno al corpo e uscii dalla vasca facendola svuotare. Andai verso lo specchio strizzando per bene i capelli lunghi. Ovviamente avevo le occhiaie e sotto di esse delle macchie nere. Gesù quant'ero brutta. Presi delle salviette imbevute e levai il trucco sciolto dal mio viso. Bastavano le occhiaie a spaventare, il trucco della sera prima potevo anche risparmiarlo. Non appena uscii dal bagno una furia mi spinse di lato sorpassandomi.

"Grazie a Dio! Devo pisciare." sbattè la porta.

Alzai gli occhi al cielo, ciò voleva dire niente colazione già pronta. Misi la biancheria pulita e presi una maglia del biondo dal suo comodino. Di certo non gli sarebbe dispiaciuto, le usavo sempre come pigiama e in un certo senso si era abituato. Ciò che mi chiesi fu se lo facevo tanto per oppure perché per me significava ancora qualcosa indossare vestiti maschili. Scossi la testa e presi il fono, mi sarei asciugata i capelli cercando di non pensarci come del resto avevo fatto negli ultimi cinque mesi.

LUKE

"Sei sicuro sia una buona idea? Sono passati solo cinque mesi." disse Lily.

"Sicurissimo." la superai. Cominciai a guardarmi intorno appena usciti dall'aereoporto. Tutto sembrava così diverso eppure così uguale, New York era sempre la solita alta, rumorosa e grande città eppure sembrava diversa dall'ultima volta in cui c'ero stato. Le persone sembravano diverse oppure ero io che non vedevo casa mia da troppo tempo.

Over Light 3 [Luke Hemmings]Where stories live. Discover now