𝐏𝐫𝐨𝐥𝐨𝐠𝐨: 𝐩𝐚𝐫𝐭𝐞 𝐈𝐈

384 26 20
                                    

"Signorina, vi sentite bene?"

Sobbalzai sul posto voltandomi di scatto e fu lì che vidi un ragazzo dagli occhi a mandorla guardarmi incuriosito.
Non so di preciso cosa mi successe in quel momento ma continuai ad osservarlo senza dire una parola, cosa ci faceva un estraneo nel giardino?

"Scusi non era mia intenzione spaventarla, mentre camminavo ho sentito un verso strano e sono subito corso a vedere da dove provenisse. A quanto pare eravate voi"

"Cosa intendete dire? Mi avete scambiato per un animale?" domandai indignata.

"Assolutamente no, una bella ragazza come voi non potrebbe mai essere comparata a niente se non alla perfezione più assoluta"

Feci una faccia contrariata, odio gli uomini che pensano che per conquistare una donna bastino complimenti come questi. Dopo avermi rivolto quelle parole si avvicinò e io d'istinto mi alzai "non si avvicini, la prego"

"Guardate che non mordo mica" trattenendo una risata mi tese la mano per poi guardarmi negli occhi "permettete?"

Senza pensarci troppo feci un cenno positivo con la testa e delicatamente mi prese il polso della mano dove mi ero punta, osservando il dito con attenzione "per fermare il sangue, per quel poco che ne sta uscendo, bisogna mettere il dito sotto l'acqua"

"Guardi che lo so benissimo, non ho bisogno di sentirmelo dire da lei"

Egli scoppiò in una risata "va bene, vedo che ha tutto perfettamente sotto controllo"

"Cosa c'è di così divertente?"

"È la prima volta che una donna mi risponde in modo così acido, tutto qui"

"Buono a sapersi" dissi mentre mi diressi verso la fontana posizionata al centro del giardino, mi sedetti sul bordo ed immersi il dito nell'acqua gelata. Il ragazzo mi seguì e si accomodò al mio fianco continuando a fissarmi "potrebbe smetterla per favore?"

"Smettere di fare cosa?"

"Di fissarmi con insistenza, mi mette a disagio"

"Mi scusi non volevo mettervi a disagio solo che non riesco a smettere di guardare i vostri occhi, non ne ho mai visti di così particolari"

"Diciamo che non sono molto comuni, ne sono consapevole"

"Io penso che vi si addica questo colore"

"Come fate a dirlo? Nemmeno mi conoscete e pensate di sapere tutto su di me?"

"Sapete che uno dei significati del colore viola è quello della diffidenza verso le altre persone? Essa viene usata come scudo per coprire tutte le insicurezze e fragilità del portatore di quel colore, io anche se non vi conosco penso che siate esattamente così. Sicura e impavida all'esterno ma dolce e sensibile all'interno, a dir la verità vi ammiro molto"

Dopo aver udito quelle parole dentro di me successe qualcosa di strano, mi sentì scoperta, nuda, come se fosse riuscito a leggermi dentro. Come ha fatto? Chi è questo tizio? Gli rivolsi uno sguardo stupito "mi scusi ma chi è lei?"

"Che maleducato, perdonatemi non mi sono nemmeno presentato, io mi chiamo Jung-su principe di Bancha nonché vostro futuro sposo. Perché se non sbaglio siete la principessa Eveline giusto?"

Per un attimo il battito si fermò, quel tipo sarebbe stato mio marito? In effetti avrei dovuto immaginarlo e sopratutto avrei dovuto ricordarmi che oggi sarebbero venuti i sovrani del regno orientale assieme al figlio, ma in quel momento me ne ero totalmente dimenticata. Ripensai allo scambio di parole avuto poco prima con lui e le mie guance esplosero letteralmente colorandosi di rosso, avrei voluto sotterrarmi. Che figura!

𝖨𝗅 𝖲𝖾𝗀𝗋𝖾𝗍𝗈 𝖽𝗂 𝖤𝗏𝖾𝗅𝗂𝗇𝖾Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora