38. Sul più bello (II)

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Scendo dalla moto, controllando che l'abito non sia stropicciato eccessivamente.
Dietro di noi vedo arrivare con la coda dell'occhio la macchina di Anna.
Saperla lì, pronta a sposare Alex, mi rende difficile fingere di essere felice per la coppietta.
Ma come sempre, la felicità di mio fratello viene prima della mia.

Sorrido ad Alex, posandogli una mano sulla spalla nell'istante in cui metto piede in Chiesa.
Le panche sono gremite di gente, piloti, amici, familiari per la metà di Alex, mentre da Anna non conosco quasi nessuno.
Se non sua madre, sorridente ed emozionata in prima fila, e Lola, che mi guarda come se non aspettasse altro che passare un'altra notte con me.
A volte mi domando come sarebbe andata a finire se quella sera Lola avesse effettivamente preso di mira il Marquez giusto, lasciando così Alex ad Anna.
Magari sarebbe stata tutta un'altra storia, o forse no.
Credo piuttosto che, essendo io e Annabella anime gemelle, avremmo trovato il modo di innamorarci, in qualche modo.

"Sono a posto?" Mi chiede Alex, voltandosi agitato verso di me.
Mi posiziono davanti a lui per sistemargli il papillon, quando la musica preannuncia improvvisamente l'arrivo della sposa.

Non dirò cose banali tipo: sembrava un angelo, era stupenda, non ho mai visto nulla di più bello. Perchè per me non è così.
Anna era bella, e lo è ancora, nella sua normalità.
La mattina quando si svegliava al mio fianco e teneva gli occhi chiusi perché ancora assonnata.
Quando indossava le mie maglie come vestito, oppure era con la divisa Ducati, struccata e spettinata dopo una lunga giornata di lavoro.
Ma se dovessi dire quando è stata più bella che mai, direi quella notte a Parigi, con la neve tra i capelli, il sorriso sempre presente e il naso rosso per il freddo.

La cerimonia è breve, ma a me sembra infinita. È sbagliato dirlo, ma vorrei solo finisse il prima possibile.
Per tutto il tempo una vocina dentro di me dice 'Lo sai, se solo volessi scapperebbe con te anche ora'.
Una piccola, minuscola parte di me vorrebbe prenderla per mano e portarla via, ma non lo farò.
Alex è l'uomo più felice al mondo, così come i nostri genitori e quelli di Anna.
Sono tutti felici, estasiati, sognanti.
A chi importa se per me non è così?

"Vuoi tu, Alex Marquez Alenta, prendere la qui presente Anna Torres come tua legittima sposa, per onorarla e rispettarla nella buona e nella cattiva sorte, in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà, per tutti i giorni della vostra vita, finché morte non vi separi?" Alex sussulta, un breve istante.
Si volta verso di me come a chiedermi il permesso, poi torna a voltarsi verso di lei.
"Sì, certo che sì. Mille volte sì" Sorride a trentadue denti, emozionato, mentre Anna gli infila la fede tremante.

Ricordo che un giorno lei stessa mi disse 'Non sempre si trema perchè si ha freddo, a volte lo si fa semplicemente perchè si è felici'.
Ecco, tuttosommato credo che ora lei sia felice.

"Vuoi tu, Anna Torres, prendere il qui presente Alex Marquez Alenta come tuo legittimo sposo, per onorarlo e rispettarlo nella buona e nella cattiva sorte, in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà, per tutti i giorni della vostra vita, finché morte non vi separi?".
I suoi occhi ghiacciati improvvisamente volgono verso di me, regalandomi un brivido per tutto il corpo.
Mi osserva, forse ancora in attesa di un mio gesto o forse semplicemente rivivendo i nostri ricordi.
Poi sorride, di quel suo sorriso unico e speciale, di quelli che ti cambiano la vita.
'Scappa con me' Penso 'Se puoi in qualsiasi modo leggermi dentro, se veramente sei la mia metà Anna, scappa con me'.
Non dico nulla, non faccio cenni o smorfie. Lo penso e basta, e se dovesse decidersi a farlo, se scappasse realmente con me, allora significherebbe che siamo fatti l'uno per l'altra, che così vuole il destino.

||ANNA||

"-finchè morte non vi separi?".
Istintivamente sposto lo sguardo dagli occhi quasi verdi di Alex a quelli profondamente castani del fratello, qualche passo dietro di lui. Sono lucidi, emozionati e pieni di ricordi. I nostri ricordi.

Di noi ho sempre amato questi discorsi non fatti, tutte quelle parole non dette che però significano così tanto.

Rimango lì immobile a fissare Marc, mentre nei miei occhi iniziano a rincorrersi tutti i nostri momenti, i nostri attimi che ora vorrei così tanto rubare al tempo.
E così, d'improvviso, mi sembra quasi di rivivere tutto e di essere nuovamente sul più bello.

"Signorina Torres?" Ripete il parroco, mentre il mio sguardo rimane fisso su Marc. Ho un sorriso stupido in volto, il sorriso di chi ha finalmente chiaro cosa fare.
"Anna" Sussurra un imbarazzato quanto teso Alex davanti a me, attirando la mia attenzione.

Ho passato quelli che ritengo gli anni migliori della mia vita a rendere felici gli altri, a lavorare per gli altri, a capire come non deludere gli altri.
È giunto il momento di pensare a me, indipendentemente da tutto e tutti.

"Il mio nome è Annabella Rosa Lucìa Torres" Dico voltandomi prima verso il parroco, visibilmente confuso, e poi verso Alex.
Ha lo sguardo malinconico, di chi si è appena svegliato da un sogno straordinario.
E mi dispiace essere proprio io l'artefice della sua tristezza, ma non posso fare altrimenti.
"Il mio nome è Annabella" Ripeto, ora a voce più alta così che mi possano sentire tutti "E la mia risposta è no. No." Un vociare inizia a disperdersi per l'intera Chiesa, mentre sul mio viso il sorriso si fa sempre più grande.

Torno a guardare Marc, anche lui sorridente. Non è sorpreso, lui lo sapeva, l'ha sempre saputo.
"Scusa Alex" Dice al fratello, che è ancora immobile con lo sguardo fisso su di me.
Marc allunga la mano nella mia direzione, dandomi quel sostegno di cui avevo bisogno.
Il mio ultimo pensiero è per Jorge, che seduto in prima fila sembra essere fiero della mia scelta.
Mi fa un'occhiolino, è il suo modo di dirmi che mi vuole bene.
Per parlare con lui però avrò tempo, ora l'unica cosa che voglio è recuperare il rapporto con Marc.

Afferro la sua mano ed iniziamo a correre per la navata, accompagnati dagli sguardi e dai commenti dei presenti.
Appena fuori il sole mi scotta la pelle, dandomi un senso di libertà che non avevo mai sentito.
Osservo Marc mentre si avvicina alla moto con cui è arrivato, passandomi il casco rubato alla moto vicina e infilandosi il suo.

Mi fa salire a cavalcioni dietro di lui, per la prima volta.
È la prima volta che vado in moto con Marc Marquez, mi sembra abbia atteso l'occasione migliore.
Mi stringo a lui, con il cuore che potrebbe tranquillamente esplodermi nel petto.
"Dove ti porto Annabella?" Mi chiede lui, iniziando a sgasare.
Respiro profondamente, voltandomi indietro a guardare la vita che mi sto lasciando alle spalle.
"Ovunque tu vada, castorito".

Il cabroncito non se lo fa ripetere due volte, partendo a tutta velocità per le strade di Barcellona.
È nella sua forma migliore, sulla sua moto e con una donna che lo ama alle spalle.
È pronto a tutto, a conquistare il mondo intero, ed io posso dire finalmente di far parte di tutto questo.

Non conosco la destinazione di questo viaggio, so solo che quando siamo ormai in autostrada, con l'aria che sbatte sul casco e il vestito al vento, mi sento finalmente a casa.
Perchè casa è sempre una persona e quella persona, per me, è Marc Marquez.

Ed io oggi, nei cari bei vecchi tempi, posso dire di essere perfettamente consapevole di trovarmi sul più bello.

"Che ne dici Marc, iniziamo?".

Ed eccoci arrivati alla fine.
Ringrazio ognuno di voi per avermi accompagnato in questo viaggio in un mondo a me meno ospotale rispetto a quello della F1.
Spero di non aver deluso le vostre aspettative, ma anzi di avervi regalato momenti felici con questa storia (e perché no, anche un po' di ansietta ahah)
Vi voglio bene, davvero

ALL0507❤

Sul più bello - Marc MarquezWhere stories live. Discover now