24. Buona stella

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"E questa è Annabella mentre beve il suo amato frullato alla banana, sporcandosi tutta la faccina".
Mia madre è emozionata e felice di mostrare le mie foto da piccola, mentre Marc le osserva come incantato.
"Sai che anche io bevevo un sacco di frullati da piccolo? Ero troppo nano e quindi dovevano farmi crescere in qualche modo" Afferma Marc, facendomi sorridere.
Me lo immagino un piccolo, minuscolo Marc, e mi si scioglie il cuore al solo pensiero.

"Questa invece è Clara, erano tanto unite. Lo sono anche ora, ma da piccole erano inseparabili. Come sorelle" Continua mia mamma, sfogliando lentamente l'album interamente dedicato a me.
Ho visto e rivisto quelle foto centinaia di volte, ma i commenti del mio ragazzo le rendono improvvisamente nuove.

"E tu Marc, so che hai un fratello. Avete un buon rapporto fin da piccoli?" Chiede lei alzandosi per mettere un altro tronchetto nel fuoco.
Barcellona è calda, sì, ma la sera a novembre viene sempre quel freddo pungente che solo un bel camino può disperdere.
"Beh io sono il maggiore, quindi mi sono sempre divertito a prenderlo in giro e a fare un pò il bulletto. Ma a dir la verità Alex è da sempre così buono e ingenuo che era come sparare sulla Croce Rossa" Ridiamo tutti e tre, anche perché so esattamente a cosa si riferisca.
Alex è il classico pezzo di pane, il cocco di mamma, il buono.
Marc è il diavoletto, ma a me piace proprio per questo.

"Sapete che uno studio ha dimostrato che i fratelli minori, nei tre quarti dei casi hanno più successo dei maggiori?Forse per il carattere forgiato o semplicemente perchè non riposano sugli allori".
La voce profonda di mio padre rimbomba in salotto, facendomi trasalire.
D'istinto afferro la mano di Marc, in cerca di una qualche protezione dall'uomo che più conosco al mondo.
È pur sempre mio papà, non ha mai fatto nulla di concreto per potermi spaventare, ma la sua sola presenza mi mette i brividi.

"Sarei il più fiero dei fratelli se un giorno dovessi perdere un mondiale contro Alex, posso assicurarvelo" Risponde fieramente il ragazzo al mio fianco, alzandosi di scatto e tendendo una mano a mio papà.
"Comunque molto piacere, Marc Marquez Alenta, ma tutti mi chiamano solo Marc" Sorride, con quel suo modo di fare che tutti amano, mentre mio padre gli afferra vigorosamente la mano.
"Lucio Rico Torres, ma tutti mi chiamano Signor Torres".
Mi giro verso mia mamma, cercando in lei un'alleata durante questo scontro fra titani.
Ho parlato fin troppo a Marc di mio papà in questi mesi, il che lo rende particolarmente pericoloso al momento.

"Lucio, caro, tu dici così solo perchè sei il minore di quattro fratelli, non credi di essere di parte?" Scherza mia mamma, sciogliendo quella tensione creatasi.
Mio padre non calcola le sue parole, mollando la mano di Marc e tornando a rivolgersi proprio a lui.
"Un campione non dovrebbe mai pensare all'eventualità di perdere un mondiale, specialmente dopo averne vinto uno a filo".
"Mi sta dicendo che dovrei essere ancora a festeggiare?" Chiede un sempre più sorridente Marc, fissandolo negli occhi con aria di sfida, il che fa molto ridere a vedersi.
Amo il mio ragazzo, ma è oggettivamente basso, il che è al quanto comico se si confronta al metro e novanta di mio papà, che svetta su di lui.

"Dovresti essere a ringraziare la tua buona stella, Signor Marquez".
"Crede io abbia vinto per fortuna?" Ok, questo non era programmato.
Puoi pungere un pilota su qualsiasi aspetto della sua vita, ma non toccargli le sue vittorie e la sua moto.
"Credo tu abbia vinto perché privo di avversari di livello e sì, anche per la tua fortuna. Non dirmi che l'hai tenuta sulla ghiaia per spettacolo" La voce di mio papà è pacata e sicura di sè, come se sapesse perfettamente ogni dettaglio della gara di ieri, pronto a rinfacciarglieli.
"Non penso Andrea Dovizioso la pensi allo stesso modo, così come non lo faccio io.
E l'errore nel superare Zarco c'è stato, lo ammetto, ma tenerla sulla ghiaia è, come si suol dire, la specialità della casa".
Ora il ragazzo non sorride più, ha quasi la mascella serrata.
È evidentemente alterato dalle parole di mio papà, ma cerca di mantenere un aspetto calmo e convinto.

Nel mentre, io e mia mamma rimaniamo qualche passo dietro di loro, a guardare la scena allarmate, ma senza avere alcun appiglio per intrometterci.

"Voglio essere sincero con te Marc. Non sono un tuo fan, non lo sono mai stato e mai lo sarò. Ti trovo un pilota mediocre, che ha avuto la fortuna di correre negli anni giusti e sembrare, di conseguenza, un fenomeno. Ma io non sono un appassionato di moto, il che rende la mia opinione al quanto futile".
La tensione ora si può tagliare letteralmente con un coltello, mentre un breve silenzio cala nel salotto.

Questa volta, però, non riesco proprio più a trattenermi.

"Io credo che ti sbagli papà. Marc è uno dei più grandi piloti di sempre e te ne accorgerai anche tu fra qualche anno. Potrà non starti simpatico per una qualsiasi delle tue fissazioni, ma non puoi permetterti di criticarlo in questo modo".
Ho la voce ferma e decisa, come non pensavo potessi avere.
Mi avvicino di qualche passo, così da essere ad eguale distanza sia da Marc che da mio padre. Quest'ultimo sorride compiaciuto nel vedermi entrare nella loro conversazione, probabilmente non aspettava altro.
"Beh Marc, posso chiamarti così no? Se ti difende a spada tratta deve proprio aver perso la testa per te, anche se lasciatelo dire, non mi farei difendere da Annabella. Non sa niente di moto, gare, campionati e vittorie, anche se sono sicuro che qualche giorno al fianco di Lorenzo le abbia fatto credere di essere diventata un'esperta".
Lo guardo quasi annoiata, come se a mia volta sapessi già cosa aspettarmi da lui. È sempre il solito copione, qualche velato insulto ben mascherato con le sua eloquenza e via, Annabella è distrutta.
Ma questa volta è diverso, perchè qui non si parla di me, non solo almeno.
Si parla di Marc, il mio più grande punto debole, il muro che ho costruito  e che è meglio non varcare. E papà quel muro l'ha appena abbattutto.

"Hai ragione, non sono un'esperta. Tu le domeniche pomeriggio hai sempre il thè al circolo del golf, il che ti impediva di fare una qualsiasi attività con me. Non che mi dispiaccia, ma mamma non è esattamente quel tipo di donna che la domenica si mette a vedere MotoGP. Perciò sì, non ne sapevo molto, prima di incontrare Marc, ma ora le cose sono decisamente cambiate" Termino la frase avvicinandomi al ragazzo, che nel mentre rimaneva quasi stordito dal dibattito fra me e mio padre.
Mi stringo al suo braccio, senza mai distogliere lo sguardo dagli occhi scuri di mio papà, che mi scrutano cercando dove colpire per fare più male.

Non so perchè il nostro rapporto sia così, ma sono abbastanza sicura del fatto che la sua autorità si sia sempre basata sull'oratoria, sul farmi sentire inferiore con il solo uso della parola.
Non ho mai saputo controbattere e, di conseguenza, non ho mai avuto voce in capitolo.
Ma ora è diverso, ora non ho paura di cosa potrebbe dirmi. Posso dire quello che penso, quando lo penso, il che è una grande liberazione.

"Le moto sporcano, sanno di benzina e di gomme bruciate. No, non ti ho mai fatto vedere una gara, benchè io sia stato a molte di esse. Sai perché? Perché se l'avessi fatto oggi non saresti quella che sei, una donna elegante e raffinata, ma che sa anche stare in un mondo così maschile. Lo so che pensi io sia un mostro, ma il fatto che creda che Marc Marquez non sia un campione non è un affronto personale a te, Annabella".

Ed è così che, in poche e semplici mosse, mio papà mi ha lasciata senza parole. Proprio quando pensavo di essere ormai sul punto di vincere, di avere la meglio in questa discussione, lui se ne esce così. Ed io rimango immobile, in silenzio, a fissarlo.

A destarmi da quello stato confusionario ci pensa mia mamma, arbitro di così tante dispute da sapere quando è arrivato il momento di fermarsi.
Con la sua voce serena e squillante ci invita ad andare di sopra, sistemarci e scendere alle otto per la cena.
Senza farmelo ripetere due volte, prendo il mio trolley e salgo a due a due le scale in legno, diretta in camera mia.

Sul più bello - Marc MarquezDonde viven las historias. Descúbrelo ahora