01- Il ragazzo nuovo

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Nella discoteca c'era un gran rumore e ovviamente Lea non sentì il suo auricolare, perdendo la chiamata. Almeno questa era la scusa che la sua mente aveva appena elaborato. Sentiva sempre l'auricolare, quel dannato apparecchio impiantato nel suo orecchio destro inviava stimoli direttamente alle cellule nervose, aveva semplicemente deciso di non aver voglia di rispondere. Poco male per lei che si stava divertendo assordandosi di musica, ma il suo capo-direttore-preside e non so che altro non l'avrebbe sicuramente presa bene. Accennò due passi di danza classica, mischiandoli con il movimento ondeggiante del corpo che tutti i giovani facevano. La divertiva mettere insieme più stili in un unico gesto, la faceva sentire unica. Non che ce ne fosse bisogno, tutto in lei era unico.

Aveva il viso illuminato dalle luci intermittenti del locale, ma non le dava fastidio. Il dee-jay le ammiccò e la ragazza sorrise. Era carina, una normalissima ragazza che dava l'impressione di essere dolce solo a guardarla. Intorno a lei centinaia di ragazzi cercavano di muoversi a ritmo di musica mettendosi in mostra. Sotto al cartello "Vietato fumare" si poteva vedere un ragazzo con la sigaretta in mano che passava l'accendino a un suo amico. Nessuno prendeva sul serio i divieti nelle discoteche. Si tirò indietro il ciuffo dagli occhi mentre un ragazzo le si avvicinava. Sembrava avere confidenza con lei

"Almeno un ballo, Lea!"

"Louis" sbuffò Lea "quel ragazzo non è il mio tipo."

Il ragazzo che avrebbe voluto ballare con Lea si chiamava Simon ed aveva i capelli rossi, mentre gli occhi del colore delle foglie d'estate. Molto bello, peccato che Lea aveva chiuso con i ragazzi da quando aveva quattordici anni. Aveva tantissimi amici maschi, che sembravano apprezzare il suo taglio di capelli e il suo tatuaggio meglio delle ragazze, ma nessun fidanzato. Non che a lei mancassero i pretendenti: aveva qualcosa di affascinante, eppure di estremo. Non aveva bisogno di atteggiarsi, era insito nella sua natura. Se solo le persone avessero saputo cosa era veramente, sarebbero scappati, lontano da lei, lontano dal mostro.

"Glielo dici tu" rispose Louis, per poi far scorrere la mano sul suo braccio. Louis era un bravo ragazzo, un bravo ragazzo perso per lei, ma sapeva di non avere speranze.

Lea smise di ballare e si aggiustò la canottiera azzurra che faceva risaltare i suoi occhi, avviandosi nel punto in cui si trovava il rosso, facendo rumore con i tacchi vertiginosi. Lui la guardò ammirato, seguendo con gli occhi il profilo perfetto del suo corpo. Stava seduto su un divanetto, il sorriso storto e un drink in mano.

"Lea." si presentò.

"E' un diminutivo?" il ragazzo aveva un drink in mano e l'atteggiamento strafottente di chi sa di essere bello. Era bello, semplicemente non abbastanza. E sicuramente non era abbastanza intelligente, Lea lo poteva dire anche senza averci mai parlato. Nessuno di loro era più intelligente di lei.

Si chiamava Neumalea.

"No, è il mio nome completo. Tu sei Simon, vero?" sorrise di rimando in modo misurato, un po' freddo e un po' dolce.

"Sì" il volto del ragazzo si illuminò "sei così bella, vuoi ballare con me?"

Il fabbricante di dèiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora