22 - Questione di chimica

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In un attimo Lea riprese il gentile sorriso e si avviò verso il padrone di casa, lord Norris, trascinando con se Thomas.

"Signore, sarebbe un onore per me fare la conoscenza della dama dai capelli rossi, poiché mi sembra di averla già vista ma non vorrei sbagliarmi e preferisco farmi presentare."

L'uomo annuì senza fare domande. Quando lady Elisabeth faceva una richiesta tutti si adoperavano per compierla quindi lei e Thomas si avviarono dietro di lui.

"Mia cara miss Sophie, lasciate che vi presenti lady Elisabeth e lord Nathan White."

"Miss Sophie." esclamò Lea deliziata "Io e mio marito siamo così onorati di fare la vostra conoscenza." sorrise falsamente rimarcando il tono sulla parola marito. La rossa fece una smorfia di rimando a Lea e un sorriso a Thomas.

"Il piacere è tutto mio, come mai vi trovate qui?"

"Oh, sono balli ai quali mia moglie prende sempre parte con piacere, ed è sempre piacevolmente sorpresa dell'invito." Thomas aveva accompagnato questa frase a maniere squisite e un sorriso disarmante. "E' sempre un esempio di modi e eleganza per tutte le giovani donne."

Era un modo velato per dire a Sophie che il suo tentativo di passare per una signorina ottocentesca era miseramente fallito da prima che si togliesse l'illusione, ma lei non sembrò recepire. Lea invece era una maestra del trasformismo, mai avresti pensato che la lady pacata e sorridente era in verità l'Agente ribelle che obbedisce a modo suo. Thomas aveva imparato da lei, l'addestramento e i suoi modi innati lo facevano passare per un vero lord. Sophie stava per rispondere quando fu annunciato l'inizio delle danze. Thomas si scusò con la rossa, prese Lea per mano e la portò al centro della sala dove le coppie si stavano disponendo per il ballo.

"Non sa che siamo Agenti. Cioè sa che ci saranno due Agenti questa sera ma non ha capito che siamo noi. ALexander dovrebbe trovarsi aiutanti migliori. Si è tolta l'illusione probabilmente nella speranza di spaventare o incuriosire qualche giovanotto affascinante." disse la rgazza stizzita. Come osava pensare che Thomas fosse affascinante? Lo era ovviamente, ma quella rossa non aveva il diritto di pensarlo.

"E questo l'hai dedotto da...?" chiese Thomas facendo i primi due passi di danza. Si allontanarono, si riavvicinarono e quando girarono schiena contro schiena, Lea sussurrò.

"Non ha capito il tuo riferimento." poi si riallontanarono "e mi guardava con sguardo vacuo."

"E?"

"Non è abbastanza sveglia da contraffare lo sguardo, non sa chi siamo."

Questa conversazione avvenì tra un passo e un altro, tra un sorriso cordiale e uno scambio di battute banali. Alla fine sorridevano tutti e due, Thomas la prese sotto braccio e lei gli lasciò un leggero bacio sulla guancia. Per quella sera, per quel secondo il resto fu dimenticato. Erano un lord e una lady sposati, felici per sempre. Ma l'idillio è qualcosa di illusorio e la realtà reclama prepotente il suo posto nel presente.

"Posso avere l'onore di avere un ballo con vostra moglie, lord White?"

Thomas e Lea rabbrividirono impercettibilmente alla vista di Alexander sottobraccio a Sophie.

"E io sarò molto lieta di ballare con voi lord." disse la rossa.

Thomas fu costretto a seguire gli usi di quell'epoca e accettare lo scambio mentre Lea lanciava uno sguardo assassino a Sophie.

"E' sicuro di conoscere veramente sua moglie, lord White? Io e mio fratelli ce lo chiedevamo" chiese lei a ballo già iniziato.

"Molto a fondo, miss Hunter. Penso di conoscerla più di quanto immagini." mentre parlva il cervello di Thomas correva veloce. Alexander le aveva detto di Lea ma non di lui e a giudicare dal fatto che non lo aveva nemmeno guardato, non sapeva chi era. Quella sera in fondo era buio e non lo aveva visto bene, probabilmente non lo aveva considerato importante. Brutto errore, la superbia.

Il fabbricante di dèiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora