35 - Il fabbricante di dei

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"Che cosa significa?" chiese ancora Thomas. L'uomo non replicò, solo indicò le sedie, di nuovo. I due Agenti si avvicinarono lentamente e si misero a sedere su quelle vecchie sedie di legno.

"Il mio nome non è importante, molti lo hanno dimenticato. Dovrei opporre resistenza ma voi siete due superuomini e io solo un sapiens. Non sarebbe saggio e questo momento sarebbe dovuto arrivare, è stato scritto il giorno stesso in cui voi due siete arrivati all'Agenzia. Illusa Headstrich che sperava di tenermi segreto."

Poi iniziò a raccontare. Partì da lontano, dalla prima macchina del tempo.

All'inizio c'erano solo le macchina, non si conosceva nulla del continuum, della Storia, del Tempo; venivano solo utilizzate le macchine del tempo per esperimenti scientifici. Quando si scoprì come trasportare le persone, tutto cambiò, un po' in meglio, un po' in peggio. Le persone iniziarono a viaggiare nel tempo per fare i propri interessim nacquero i Criminali Temporali ma non c'era nessun corpo di polizia adatto a fermarli: loro erano scienziati, conoscevano la fisica, la chimica e le armi nucleari, erano anni luce avanti a chiunque altro. Per un periodo nel continuum il caos regnò sovrano, bisognava addestrare dei soldati per la pace tra le epoche. Dopo i primi fallimenti si capì che i sapiens non erano adatti a questo, che dei soldati non potevano nulla contro degli scienziati e forte si sentì il bisogno di creare dei nuovi militari. Non potevano essere uomini, dovevano essere dei super - uomini senza legami con nessuno, senza paura di morire, qualcosa che il mondo non aveva ancora visto.

"Io vi creai." continuò il fabbricante. "Io decisi le vostre caratteristiche in un laboratorio di genetica."

Fu creato un virus e fu rilasciato nelle epoche dal 1900 in poi e infettò tutta la popolazione mondiale femminile, senza dare sintomi. Si attivava solo in un momento: una settimana prima del parto: attecchiva anche nell'embrione e se trovava una predisposizione genetica poi nel feto, iniziava a riprodursi e a prendere il posto delle cellule del bambino. Non era un semplice virus, era un sostitutore di cellule, portava a un'evoluzione forzatandel genere umano, creava degli dei, degli essere umani che non erano più uomini. Non era un'evoluzione naturale e di conseguenza c'erano delgi effetti collaterali, il virus alterava anche il colore degli occhi e dei capelli.

"No." era stata Lea a parlare, la voce tremante. Era figlia di un virus, erano tutti figli di un virus. Orfani più di quanto immaginassero. Le sue cellule erano state sostituite, il suo DNA cambiato. Non c'era rimasto più nulla dei suoi genitori. Prese la mano di Thomas e la trovò fredda come la morte. Evoluzioni forzata. Virus. Effetti collaterali. Erano un insieme di una patologia e dei suoi effetti collaterali. Chissà che persone sarebbero state se non fossero stati colpiti dal virus. Magari lei avrebbe avuto una predisposizione per le lettere, avrebbe avuto una vera famiglua, sarebbe andata a scuola e avrebbe dovuto faticare per studiare. Lui magari si sarebbe innamorato di un'altra ragazza e non di una dea che veniva da un'altra epoca. Casualità, errore, probabilità.

"No." ripeté.

"Fatemi finire." l'uomo alzò i suoi occhi freddi verso le sue creature. Era naturale quella reazione ma si sarebbero ripresi subito, era scritto nel loro genoma. Capacità di razionalizzare istantaneamente.

Fu costruita l'Agenzia, comandata da sapiens e grazie ai nuovi dei furono perfezionate le tecnologie. I bambini venivano addestrati dai quattro anni per creare un esercito di bambini senza sentimenti. C'era paura però, paura dell'altro, del diverso, di quel super-uomo che era così più forte dell'uomo da poterlo schiacciare, le nuove creature venivano cresciute insegnandogli a obbedire, inserendoli in una gerarchia che potesse soddisfare la loro fredda logica. Non avrebbero mai dovuto fare domande, non avrebbero mai dovuto scoprire le loro origini.

"Vi ho dato anche un nome, in fondo sono vostro padre. Homo alius, è un termine latino, vuol dire altro. Naturalmente non avevo preso in considerazione una cosa. C'è sempre una cosa, un dettaglio che sfugge, il soffio che fa crollare il castello di carte." l'uomo socchiuse un attimo gli occhi, sospirando. "Ora vi racconto."

Il fabbricante di dèiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora