7. La festa dell'amore

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-Per la barba di Merlino!- esclamò Percy, avvicinandosi a grandi falcate verso Evelyn, che era appena entrata nella sala comune -Ma quello è un Kneazle!-.

La ragazza sorrise, mentre stringeva, ancora incredula che fosse davvero suo, il cucciolo tra le braccia. Annuì e fece per avvicinarlo al suo prefetto, sul cui volto si stava però disegnando già la sua solita espressione severa.
-Tranquillo, Silente ha dato il suo consenso affinché lo tenga- Evelyn sorvolò su tutte le condizioni che le aveva elencato suo zio, perché non voleva agitare Percy proprio ora che sembrava un po' più calmo.
-Oh, allora perfetto!- concluse lui e si sporse ad osservarlo meglio, senza però accarezzarlo e non facendosi venire nemmeno il dubbio di dove accidenti la mora avesse trovato un Kneazle.

-Ron è ancora giù?- chiese la ragazza, mentre guardava in direzione del dormitorio maschile di Grifondoro. Voleva davvero vedere il suo amico e ringraziarlo per aver parlato con suo zio, anche perché era curiosa di sapere come si fosse svolta una così insolita conversazione.
-In realtà è andato via da un bel po'- fece per ragionarci un po' su -Non so dove sia andato, spero solo che non si stia cacciando in qualche guaio. Certo non sarebbe una novità per lui!-.

Il tanto di scioltezza che aveva acquisito per quel breve istante svanì del tutto e, non appena ebbe finito di parlare, lanciò uno sguardo inquisitore a Evelyn.
-Non guardarmi in quel modo, io non so niente, altrimenti non te l'avrei chiesto- alzò le spalle la ragazza, la quale era sempre un po' in soggezione e intimorita dagli interrogatori del suo prefetto. E menomale che erano amici!

-Già, lo immaginavo, tu sei una ragazza diligente e rispettosa delle regole, al contrario di mio fratello- si fermò un attimo a riflettere -Anzi dei miei fratelli-. A Evelyn scappò una risatina, che, non si sa come, contagiò anche Percy, rendendo il suo animo più leggero, ancora una volta.

-Gli hai già trovato un nome?- domandò poi il ragazzo, degnando finalmente il piccolo Kneazle, il quale iniziò subito a fare le fusa, di qualche carezza sulla testa.
-No, ma mi piace tanto Orpheus. Tu che ne pensi?- Evelyn prima si beò della splendida vista del suo cucciolo che giocava con la mano del prefetto e poi indirizzò verso di lui i suoi occhi neri.
-Mi piace, vado matto per i nomi mitologici- affermò Percy, palesando una realtà che era già nota alla ragazza.
-Per questo te l'ho chiesto, sapevo che me l'avresti appoggiato- rispose lei, facendo riferimento al gufo del riccio, Hermes.

-Beh sono molto più maestosi, bisogna ammetterlo- si lasciò coinvolgere un po' di più dalla conversazione e anche dalle coccole all'ormai battezzato Orpheus, accostandosi sempre di più, per forza di cose, a Evelyn. Lei stava per dargli ragione, quando uno scatto, provocato dal quadro della Signora Grassa, preannunciò l'arrivo di qualcuno all'interno della sala comune.

-Ti sbagli, perché così ci sgameranno!- i gemelli si palesarono davanti ai loro occhi, mentre confabulavano fra loro, senza dubbio, su qualche nuovo scherzo che avevano in mente di fare.
-Oh, ciao ragazzi!- li salutò George, agitando il braccio, nonostante fossero a pochi metri di distanza, mentre con l'altro assestava una gomitata al suo gemello affinché si zittisse. Iniziò a sorridere, tentando di fare l'innocente, ma Fred non era così contento di ciò che aveva davanti e non finse di esserne felice.

Ma forse era meglio se lo avesse fatto.

-George veloce, andiamocene via, credo che abbiamo interrotto qualcosa- lanciò uno sguardo sprezzante a suo fratello Percy e si sforzò di mantenere la stessa intensità anche quando lo spostò sulla mora. Certo, fisicamente non fu molto difficoltoso, dato che quei due erano praticamente attaccati.

Evelyn stava per andare a fuoco, ma non per la vergogna o l'imbarazzo, questa volta: la sua era rabbia, una di quelle nervose e decisamente irritate. Cosa accidenti voleva Fred da lei? Se non gli stava simpatica, non poteva, che so, semplicemente lasciarla in pace?

IT WAS YOU ALL ALONG {Fred Weasley} [HARRY POTTER]Onde histórias criam vida. Descubra agora