2. Le nostre più grandi paure

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La lezione proseguì nell'allegrezza di tutti gli studenti, tra i quali c'erano stati addirittura alcuni più impavidi che avevano anche affrontato il Molliccio.

Evelyn aveva fatto attenzione a rimanere in disparte, ma non tanto da non farsi notare dal suo insegnante, che pareva essere diventato il nuovo idolo dei suoi compagni. Non ce l'aveva con loro, né tantomeno con Neville, ma si sentiva comunque bruciare forte lo stomaco per la scena di inizio lezione. Era una sensazione orrenda che per di più era appesantita dal malumore che le aveva provocato la frase di Harry, dopo le due ore di Cura delle Creature Magiche, e dalla "piacevole" visita che aveva fatto suo zio all'inizio dell'ora.

L'orologio si sarebbe presto fermato sul numero dodici, segnando la fine della lezione, dopo la quale i Grifondoro avrebbero avuto una piccola pausa di mezz'ora e poi il pranzo. La corvina stava già riflettendo su una scusa plausibile da fornire ai suoi compagni per congedarli, così da andarsi a nascondere in qualche angolo del castello. Non aveva alcuna voglia di parlare con nessuno.

-Bene ragazzi, siete stati tutti molto bravi, ora potete andare- comunicò il docente e un lieve lamento di delusione si diffuse per la stanza, prima che gli studenti lo salutassero per iniziare ad uscire. La Butler non voleva di certo uscire per prima, ma stava fremendo per andarsene via al più presto, per cui attese che il primo gruppo di compagni si dirigesse verso la porta, per mimetizzarsi tra loro.

-Ah Evelyn- il tono caldo della voce del professor Lupin però la bloccò -Volevo chiederti se non ti dispiacesse rimanere qualche minuto in più in classe-. La mora si pietrificò e approfittò del fatto che era di spalle per chiudere gli occhi. Non rispose a parole, ma con un leggero gesto del capo fece intendere al docente che sarebbe rimasta e insieme a lui attese che l'aula si svuotasse.

La stanza era priva di ogni rumore, tranne il sottofondo esterno di qualche passerotto che cinguiettava felice, mentre volava libero per il cielo. La ragazza desiderò di poter fare lo stesso ma sapeva che, nello stato di nervosismo in cui si trovava, non sarebbe riuscita ad alzarsi dal suolo. Non capiva bene cosa il professore realmente volesse dirle, forse voleva soltanto chiederle come mai era stata così poco partecipe alla lezione.

-Gradisci una Cioccorana?- domandò dopo qualche secondo Lupin, mentre si avviava verso la sua valigetta un po' logora per estrarne il dolcetto.
-No, la ringrazio- declinò però subito l'offerta la mora, cercando di rimanere il più tranquilla e distaccata possibile.
-Io ne vado ghiotto, sai?- il professore continuò a parlare allegramente, nel frattempo che scartava una delle Cioccorane che teneva in borsa, e ne poggiò un'altra sulla scrivania -Riescono a conferire a chi le mangia una buona dose di endorfina. Fatto ottimo per il mio umore, anche se non si può dire lo stesso della mia linea-. Fece spallucce e prese un morso di quella gustosa cioccolata, senza però tentare nemmeno un po' Evelyn, neanche quando le avvicinò quella che era rimasta immacolata sul tavolo.

-Faccia conto che abbia accettato, non vorrei rovinarmi l'appetito prima di pranzo- rispose la ragazza, scuotendo un po' la testa, anche se aveva ancora lo stomaco un po' vuoto, per via delle colazione mancata di quella mattina.
-Sei una ragazza giudiziosa- soggiunse Lupin, sempre con affabile bontà.

Mise poi via la cartaccia della Cioccorana che aveva mangiato e si accomodò sulla poltrona rossa dove era seduto Piton al loro arrivo. Sembrava essere del tutto a suo agio, con tanto di raggi di sole i quali mettevano in risalto tre cicatrici sul viso, particolare che prima Evelyn non aveva notato.

-Mi scusi professore, non vorrei sembrarle in nessun modo scortese, ma perché mi ha chiesto di rimanere?- la corvina aveva parlato con chiarezza, anche perché aveva capito che, se non fosse stata lei a parlare, il suo insegnante se ne sarebbe stato tutto il tempo in silenzio.
-Speravo di poter parlare un po'- come aveva previsto, il professor Lupin rimase tremendamente vago e sorrise.
-Di cosa? Se posso...- Evelyn non ricambiò quel gesto, ma insistette affinché il docente arrivasse al punto.
-Ti ho vista un po' a disagio, quando il signor Longbottom ha affrontato il suo Molliccio- Lupin vuotò il sacco e, benché avesse altro da dirle, attese prima di vedere una sua reazione.
-Beh, si trattava di mio zio, è normale che mi sia sentita un po' a disagio- la mora era parecchio in imbarazzo a dover parlare con un perfetto estraneo di quell'argomento tanto delicato e perciò tentò di tagliare corto.
-E di questo mi scuso, avrei dovuto prevedere che quella situazione ti avrebbe messa in difficoltà- gli occhi dell'uomo parevano sempre più buoni, aggettivo attribuibile anche a lui, data la profonda umiltà che aveva appena dimostrato.

IT WAS YOU ALL ALONG {Fred Weasley} [HARRY POTTER]Where stories live. Discover now