Capitolo 14. Demoni in prima pagina.

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Archie.

Non le aveva confessato proprio tutto, alla fine. Non ci era riuscito. E non perché era un codardo. No. Non solo, almeno. La spaccatura era ben più profonda di così. Non si trattava di una passione, di una frenesia mal riposta nei confronti di una collega. Il punto non era quello.

La questione era come si sentiva ultimamente. 

Disorientato.

Provava un senso di scollamento verso tutto il suo passato, come se gli eventi fossero accatastati l'uno sopra l'altro senza senso, senza soluzione di continuità. Come se avesse vissuto a caso fino a quel momento.

Era come se si fosse intrufolato nella vita di qualcun altro e ora la stesse osservando dall'esterno.

Non riusciva a credere che la brillante carriera sportiva che aveva desiderato per sé stesso fosse finita quasi prima ancora di cominciare. Non riusciva a credere che il don Giovanni che aveva fatto a pezzi Lulù fosse proprio lui. Non riusciva a credere alla sua laurea in giornalismo, al tradimento di uno dei suoi migliori amici.

Tutto era scollato. Come in un puzzle dove però i pezzi non combaciano mai, per quanto tu provi a tenerli insieme, a dare loro un senso. Come un treno che deraglia, ma di cui non sai fermare la corsa a tutta velocità. Lo schianto era temuto, terrificante, ma inevitabile.

Era come guardarsi allo specchio e non riconoscere il proprio riflesso.

Era stato tantissime cose e lo era stato per tantissimo tempo. Ma nessuna di quelle cose gli appartenevano più. E questo lo faceva sentire smarrito.

Come sono finito a fare a pugni in un ristorante?

Continuava a danzare con i suoi fantasmi, ma non riusciva a trovare risposte soddisfacenti alle sue domande, nulla lo faceva sentire al sicuro. Aveva l'impressione che sarebbe sparito in dissolvenza da un momento all'altro, incapace di lasciare al mondo un qualche tipo di segno degno di nota, se non il peso specifico del suo cognome, se non i soldi, che, tra l'altro, appartenevano alla sua famiglia e non a lui.

Mentre si raccontava a Grace aveva sentito la necessità di aprirsi fino in fondo, ma anche la necessità di tacere. Aveva sentito il bisogno di contenersi, di riflettere, di capire se c'era ancora tempo per provare a raddrizzare le cose. Se c'era ancora tempo per cambiare quel destino storto, pieno più di ombre che di luce.

E, alla fine, così aveva fatto. Si era trattenuto. Si era limitato a imparare dagli errori del passato: quando aveva tradito Lulù per l'ultima volta, qualcuno aveva sbattuto la sua presunta storia in prima pagina, privandolo anche della forza di replicare a quelle accuse fondate solo a metà.

Ora aveva battuto gli altri sul tempo. Della rissa si sarebbe saputo comunque, tanto valeva dare per primi la notizia, raccontando, almeno stavolta, la propria versione dei fatti. Anche se significava vedere i propri demoni sbattuti in prima pagina.



Lesse quell'articolo a firma della fata latina fino allo sfinimento. Era come se Grace fosse riuscita a riportare in quelle righe il tumulto interiore che provava lui. Era come se il suo dolore avesse preso vita per mano di lei, diventando materia viva e incandescente. Una materia che gli ustionava il cuore, perché aveva la sensazione che lei potesse leggergli dentro, o, peggio, che capisse davvero come si era sentito.

Un passaggio, in particolare, gli rimase impresso a fuoco nella mente. "Dopo che scoprii che il mio migliore amico aveva una storia con quello che era stato a tutti gli effetti, il mio unico grande amore, il mio mondo implose su sé stesso."

Non le aveva raccontato i dettagli, ma era come se lei fosse riuscita a leggere tra le righe dei suoi silenzi, tra le ombre che si celavano dietro il suo orgoglio ferito. "Nessuno se lo sarebbe aspettato, ma il giovane erede dell'impero degli Evans ebbe un crollo."

Archie non sapeva se sarebbe mai stato in grado di dirle quanto pericolosamente vicina fosse stata alla verità, per quanto "crollo" fosse quasi un eufemismo rispetto a quanto avevano passato lui e la sua famiglia.

E poi la stoccata finale. "Non ero mai stato un santo con lei. Mi sarei aspettato che prima o poi andasse avanti per la sua strada, che si rifacesse una vita.

Ma non con lui. Non con quello che consideravo, a tutti gli effetti, un fratello."

Se avesse avuto ancora lacrime da versare, probabilmente avrebbe pianto. Ma non ne aveva. C'erano ustioni che avevano bruciato anche i suoi condotti lacrimali.

Però, anche se Archie era rimasto sulla superficie delle cose, in quell'intervista, con un qualche potere solo suo, la bella fata latina aveva intuito il resto. E, giornalisticamente parlando, l'aveva reso con un'intensità che i soli i più grandi avrebbero saputo tirare fuori dal cilindro.



Poi le note di Final Masquerade dei Linkin Park si diffusero nell'aria, costringendo Archie ad un brusco ritorno alla realtà. 

Era sua madre.

Ora che il vaso di Pandora era stato pubblicamente aperto, doveva fare i conti con lei e accettarne le conseguenze.

La fenice spezzataWhere stories live. Discover now