Capitolo 16. I preparativi.

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Cooper.

La voce calda di Sam Hunt stava riempiendo il salotto di casa Jones con la sua Take your time quando Lexi, ancora in pigiama, esclamò: «Che cooosa? Le hai lasciato credere che stiamo insieme? Ma sei scemo, per caso?»

Cooper sbuffò e si spostò un ciuffo di capelli color sabbia dalla fronte, evidentemente spazientito dalla piega che stava prendendo quella conversazione. «Non le ho lasciato credere proprio niente. Si è chiusa a riccio da sola, dopo che ci ha visto insieme da Luke's. Almeno suppongo che sia per quello, altro non mi viene in mente.»

«E che stai aspettando, scusa? La Regina Elisabetta? Considerato quanto ti piace, va da lei e scopri che sta succedendo.»

«Non mi piace» ora la voce di Cooper era più simile a un sibilo udibile a malapena. Iniziava a sembrare furioso, con gli occhi castani ridotti a due fessure. «L'ho invitata a mangiare un boccone al Viper, e con questo? E poi c'eri, l'hai visto anche tu: è salita in ambulanza con il nostro capo. Non penso che abbia senso approfondire alcunché a questo punto. Sarei solo patetico.»

Era da quasi un'ora che discutevano di quell'argomento. La tesi di Lexi era che, forse per la prima volta in vita sua, Cooper avesse una cotta. Ovviamente, lui negava tutto, precisando che Grace era solo una nuova collega, a cui lui doveva fare da chaperon.

«Un boccone al Viper?! Ma ti sei sentito, si? Per te e Owen quel posto è praticamente sacro, Coop! Ci hai portato a stento me, figurati! Non l'avresti mai portata lì se non fosse almeno un po' speciale per te. E non sto dicendo che la ami, okay? Sto dicendo che potresti amarla. Ma non lo scopriremo mai perché sei un codardo!»

«Io un codardo? E di te che mi dici, invece? Come va con Nick?»

«Io e Nicky abbiamo rotto. Ma non dispiacerti troppo per me, eh.»

Ma Cooper era troppo preso a portare avanti la sua arringa solitaria per percepire il sarcasmo di Lexi, per questo continuò a infierire: «E quando torni a New York?»

«Stronzo. Cooper Dwight Jones sei ufficialmente uno stronzo, i miei complimenti.»

La tensione pareva dover arrivare alle stelle e Lexi, con le borse sotto gli occhi e uno scompigliato chignon, ormai sulla difensiva, aspettava di scoprire la prossima mossa di Cooper. Inaspettatamente, però, il biondo iniziò a ridere, finendo per contagiare anche lei.

Risero a lungo, come erano soliti fare da bambini, quando litigavano per nulla e poi facevano pace, così, all'improvviso, spesso ridendo per una sciocchezza.

«Scusa, hai ragione. Sto diventando uno stronzo. Ma la situazione al lavoro mi sta fottendo il cervello. E ora c'è anche questa stupida festa da organizzare. Sembrano tutti in fibrillazione, neanche fossimo al ballo dell'ultimo anno. Pure Clemence e Christine sono su di giri, figurati.» Concluse, sbuffando per la millesima volta solo in quell'ultimo quarto d'ora.

«Coop non ti angosciare. Sei sempre stato bravo nelle relazioni sociali, te la caverai alla grande. E poi ci penso io a te: sarai il più bello, vedrai, ti eleggeranno re dei pinguini e lei non potrà resisterti!»



Grace.

Al Magazine sembravano tutti impazziti, davvero. Grace non riusciva a spiegarsi perché fossero tutti in fibrillazione per il gran galà che gli Evans stavano organizzando per celebrare i 50 anni del giornale.

Certo, era importante per la famiglia di Archie, era importante per il prestigio della testata, che, si sperava, avrebbe acquistato non solo nuovi lettori, ma anche potenziali clienti pronti a sborsare ingenti somme per sponsorizzare sul Magazine qualsiasi cosa producessero o vendessero.

Ma quell'elettricità statica che circolava nei corridoi della redazione... quella era un'altra cosa, che lei non riusciva a comprendere.

Tra l'altro, aveva la sensazione che troppe cose fossero rimaste in sospeso. Per esempio, aveva scoperto solo da Brendon che Archie non aveva riportato danni seri dopo la rissa al ristorante.

Lui che, anche dopo essere stato dimesso, in redazione non si era visto. Né le aveva fatto sapere alcunché sull'intervista che lei aveva buttato giù, mettendo insieme i pezzi salienti della sua confessione a cuore aperto. Era stata pubblicata, certo, (stavolta aveva controllato da sola), ma Grace aveva aspettato, inutilmente, qualche suo commento, positivo o negativo che fosse.

Ma c'era dell'altro. Se, il suo capo le aveva "regalato" un silenzio assordante, infatti, non è che con il suo chaperon andasse tanto meglio. Grace decisamente non sapeva come comportarsi.

Chi era quella bionda con cui l'aveva visto da Luke's? Non lo sapeva. E il punto era che non avrebbe dovuto avere importanza. In fondo, erano solo colleghi. Erano stati insieme a una partita di basket e a un concerto, ma probabilmente era uno sbaglio scambiare la sua gentilezza per qualcos'altro.

Nel suo film mentale, Grace sperò almeno che Cooper non l'avesse invitata al Viper solo per pietà.



Mentre veleggiava a vista in questo mare di inquietudine, quel tempo che a lei sembrava sospeso continuava a scorrere. Fino a quando non si accorse di una cosa gravissima: tutto era pronto per il grande evento. Tutto tranne lei.

«Capisci zia» blaterò due giorni prima del grande evento, seduta sul divanetto di casa, a un passo da una crisi isterica «in un buco come questo, il galà sarà l'evento dell'anno e a me non è proprio venuto in mente che il dress code dell'evento mi avrebbe imposto un abito elegante. Abito elegante che non ho mai avuto. In vita mia. Come ho fatto a non pensarci? Sono proprio un disastro!»

La fenice spezzataWhere stories live. Discover now