Capitolo 22. Uragano Lexi. Parte prima.

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Archie

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Archie.

Qualche ora dopo

Gelosia.

Era questo il sentimento che gli scorreva nelle vene, liquido e velenoso, al pensiero che Cooper Jones potesse provare qualcosa per la sua fata latina, che potesse toccarla anche solo con un dito, che potesse farla ridere, come aveva già visto succedere, davanti ai suoi stessi occhi, quella maledetta sera a Chapel Hill.

Quella stessa gelosia che, già una volta, l'aveva fatto sragionare, traviandolo dalla retta via e conducendolo su quella delle cattive azioni, della vendetta nuda e cruda, quella in cui l'orgoglio maschile prende il sopravvento e ti spinge ad umiliare qualcuno solo per il gusto di assaporare una rivalsa contro di lui, solo perché, senza un motivo specifico, ti appare improvvisamente come un nemico.

Archie ricordò di aver già provato sulla sua pelle quell'emozione potente e devastante, quando, praticamente di fronte a tutta la redazione del Magazine aveva aspramente bocciato un pezzo di Jones, con la speranza di togliersi di dosso quell'acidità di stomaco che gli era venuta la sera precedente, nel vedere Cooper insieme a Grace.

Quella volta aveva perso il controllo, aveva agito senza pensare, anche per via del troppo testosterone in circolo, probabilmente. Ma era un errore che non avrebbe più commesso.

Ed era con questa consapevolezza cucita addosso che, Archie, stava cercando di studiare la sua prossima mossa, di riflettere sul da farsi.

Perché era vero, ammise a sé stesso, forse un solo bacio, per quanto intenso e magico in maniera sconvolgente, era troppo poco persino nel ventunesimo per poter avanzare qualche tipo di pretesa su Grace. Era davvero troppo poco se si considerava che, invece di sentimentalismi e promesse, subito dopo quella danza segreta, lui e la sua fata latina non si erano scambiati che silenzi imbarazzanti, spezzati soltanto da qualche laconico monosillabo.

Ma si è lasciata baciare, non si è tirata indietro... Anche quella era una verità. Ed era una verità che avrebbe voluto approfondire, esplorare insieme a lei, qualunque sarebbe stato il prezzo che avrebbe pagato lui per entrambi.

Anche se significava porsi domande apparentemente allucinanti per un tipo come lui: stronzo, cinico e romantico neanche per sogno.

Anche se significava non abbandonarsi immediatamente al piacere dei sensi, alla volontà dei lombi, come era solito fare, ma piuttosto, lottare con le unghie e con i denti per abbattere tutti i muri di Grace, per scoprire la natura del dolore intrappolato dietro a quegli occhi incantatori.

Archie avrebbe patito volentieri ogni sofferenza, pur di riavere indietro quella inebriante sensazione che aveva provato al galà organizzato dalla sua famiglia, quando, con Grace stretta tra le sue braccia, ogni traccia di scollamento dalla realtà e dal suo passato era evaporata all'improvviso, facendolo sentire a casa, finalmente a suo agio nella propria pelle, come gli era accaduto solo quando ancora sognava di poter avere una stellare carriera nel basket professionistico.

La fenice spezzataWhere stories live. Discover now