Capitolo 3- Lo stadio 2

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L'Uomo Ratto si rimise seduto sulla sedia e poi continuò "Forse penserete, erroneamente, che il Labirinto sia servito solo per testare la sopravvivenza, ma vistate sbagliando. Il quadro completo lo capirete alla fine. Le Eruzioni solari hanno devastato molte zone del pianeta, inoltre una malattia chiamata appunto Eruzione sta minacciando  la sopravvivenza dell'umanità. La C.A.T.T.I.V.O è l'unità di più governi che stanno collaborando per trovare una cura, voi avete un ruolo importantissimo all'interno di questa battaglia, voi avrete tutto l'interesse a collaborare perchè ognuno di voi ha il virus" 

Nella stanza si accese un brusio di sottofondo ma l'uomo continuò imperterrito "Non dovete avere paura, l'Eruzione impiega molto tempo a svilupparsi. Al termine delle Prove avrete la cura, quella sarà la vostra ricompensa, badate bene perchè quasi nessuno può permettersela"

L'uomo ci guardò uno ad uno, la rabbia non era scemata dentro di me, anzi, era diventata ancora più nitida. 

"Adesso però passiamo ai fatti, noi vi conosciamo, perciò farete quello che è necessario per la nostra missione, facendo quello che chiediamo salverete voi stessi. Vi starete chiedendo cosa dovrete fare nello Stadio 2, beh, è molto semplice ora ve lo spiego. Le Prove della Zona Bruciata cominceranno domani mattina. Alle sei, entrerete in questa stanza e dietro di me troverete un Pass Verticale, vi apparirà come un muro grigio e brillante, ognuno di voi deve attraversarlo entro cinque minuti. Perciò si apre alle sei e si chiuderà cinque minuti dopo, non un secondo di più ne uno di meno. Capito?" 

Noi gli facemmo cenno di sì, anche se ognuno di noi aveva mille domande da fargli probabilmente.

"A quel punto avranno inizio le Prove della Zona Bruciata. Le regole sono semplici, trovate il modo di uscire all'aperto, poi proseguite per centocinquanta chilometri verso nord. Raggiungerete il porto sicuro entro due settimane e avrete completato lo Stadio 2. Solo allora riceverete la cura. A partire da domani mattina, appena fuori dal Pass Verticale inizierà il conteggio delle vostre due settimane. Se non ce la farete, morirete. Non ci sono regole, avete solo poche provviste e nessuno aiuto. Perciò entrate dal Pass Verticale, uscite all'aria aperta, percorrete centocinquanta chilometri verso nord, arrivate al porto sicuro. Se non ce la farete morirete, tutti"  Concluse così il suo discorso, facendolo sembrare molto semplice, mentre l'unica cosa semplice da fare in quel momento sarebbe stata spaccargli la faccia.

I Radurai cominciarono a fargli domande ma lui non rispose, Minho richiamò il silenzio e l'Umo Ratto continuò a ripeterci che raggiungere il porto sicuro sarebbe servito a curarci. Poi si diresse verso l'uscita della stanza, via a via il muro si annebbiava, senza lasciare traccia della scrivania o della sedia, ma l'Uomo Ratto prima di andarsene ci disse "Ah un ultima cosa, non credete mica di poter evitare il Pass Verticale perchè chi non entrerà verrà giustiziato brutalmente perciò buona giornata e buona fortuna" disse andandosene definitivamente con alcuni fogli sotto il braccio e con un mezzo ghigno sul volto.

Stavo ancora stringendo i pugni, non sentivo più dolore soltanto voglia di vendetta, continuavo a fissare un punto non definito davanti a me, stingendo le labbra in una linea sottile. Ero un misto di emozioni, mi sentivo schifata, arrabbiata, in collera, delusa ed impotente soprattutto, non mi piaceva affatto non avere la situazione sotto controllo. 

"Stai sanguinando" 

Con la coda dell'occhio vidi Newt, ma non mi voltai, probabilmente gli avrei risposto male e non volevo farlo. 

Rimase lì, vicino a me in silenzio. Piano piano mi prese il polso, lo portò fino alla sua bocca e mi diede un bacio sul dorso della mano. Con delicatezza la aprii "Oh, hai fatto dei bei segni" 

Decisi di voltarmi, guardai prima il suo viso su cui era nato un sorriso di incoraggiamento, poi guardai la mia mano, era sanguinante, avevo fatto dei segni con le unghie, in quel momento mi resi conto di quanto fosse stata una mossa stupida ma d'altra parte indispensabile, per controllarmi.

Newt non si fece problemi, non mi giudicò affatto, mi disse soltanto "Dai, andiamo  a cercare qualcosa per medicarti, ti va?" 

Feci cenno di sì con la testa, mi sembravo una bambina piccola e indifesa.

Andammo fino al mio dormitorio, Newt mi fece sedere sul letto, andò in bagno ed aprì uno scaffale, poi urlò "Bingo", sorrisi e lui venne fuori dalla porta con il minimo indispensabile per curare le ferite, disse che lì c'erano soltanto quelle cose, niente di più. In quel momento andavano più che bene.

Si mise in ginocchio davanti a me, guardandomi negli occhi prese le miei mani e rivolse i palmi verso l'alto, le miei mani tremavano, probabilmente per l'agitazione.

"Se non ci fosse stato il muro lo avresti ucciso eh"  scherzò il ragazzo mentre passava il disinfettante.

"Probabilmente" dissi io mettendo la testa di lato e alzando le sopracciglia.

"Tuo fratello ti avrebbe aiutato, lui si è addirittura alzato, tu almeno avevi già capito che sarebbe stata una mossa stupida ed hai incanalato la rabbia in altro, non ti ha fatto bene comunque ma almeno non hai attirato la sua attenzione, sono fiero di te"

Smise di passare il disinfettante per un secondo e mi fece un sorriso.

"Non so quanto si possa essere fieri di qualcuno che si è conficcato le unghie nei palmi delle proprie mani" gli dissi abbassando il capo.

Lui abbassò la testa a sua volta, la mise leggermente di sbieco in modo da guardarmi negli occhi e poi parlò "Avresti potuto fare ben altro, non è facile trattenere la rabbia, soprattutto quando fanno riferimento a qualcosa che ti ha fatto male, soprattutto se te lo dice qualcuno che non conosci ma nonostante ciò lui conosce te, non è facile trattenere la rabbia soprattutto dopo aver scoperto di essere infetta perciò non te ne fare una colpa, potrai rifarlo tutte le volte che vorrai, io sarò sempre qui a medicarti le ferite, ogni volta che ne avrai bisogno"  

Mi toccò il naso con l'indice ed io lo arricciai come facevo di solito.

Finì di sistemarmi le ferite, mi diede un bacio in fronte e poi andammo a cercare gli altri. 

Erano tutti seduti a terra straparlare, tutti tranne Minho e mio fratello.

"Cosa staranno combinando qui due Pive" dissi divertita dandomi una manta in faccia, cosa di cui mi pentii subito di aver fatto.

I ragazzi ci dissero che erano al bagno, così ci dirigemmo verso di esso. 

"Che diamine state complottando voi due nascosti qui dentro?" chiese Newt spalancando la porta.

"Nulla, stavo facendo da psicologo a Thomas" rispose Minho.

Ci aggregammo alla loro conversazione, decidemmo di andare a preparare le provviste e metterle all'interno di alcuni fagotti fatti con le coperte. Prendemmo delle buste e tutti insieme cominciammo a riempirle d'acqua, facendo delle specie di borracce, ero scettica sul fatto che reggessero ma non avevamo alternative.

Convincemmo Minho a fare il capo, come diceva il suo tatuaggio e verso le dieci andammo tutti a dormire. Come al solito mi accoccolai a Newt e chiusi gli occhi.


Sono piccola, più piccola di ora, ho sui dodici anni. 

"Tato, ma te ne andrai?" chiesi ad un ragazzo, di cui non delineavo il volto.

Lui si abbassò un pò, per arrivare alla mai altezza e poi i disse "No tata, non me ne vado, sarò qui, ma non mi vedrai più spesso come prima, ma stai tranquilla, ti proteggerò, anche da lontano"

Lo abbracciai e comincia a piangere.

ANGOLO SCRITTRICE

Ei! Alla fine, ho deciso di pubblicare anche oggi, che ne pensate? Avete delle teorie a riguardo di questi strani sogni di Maria Sole? Commentate e fatemi sapere.

-Mari-  :)





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