Capitolo 11- Problemi

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Due e mezzo.

"Eccomi" disse Thomas, passandomi davanti come nulla fosse.

"Thomas, no!" sbottai spaventata.

Lui si voltò e mi disse "Non permetterò che vi facciate ammazzare per colpa mai, metti da parte la tua testardaggine sorellina e fai quello che ti dico."

Lo guardai dritto negli occhi.

"Prendi il gruppo, portalo al Porto Sicuro, prendi il mio posto, i ragazzi ti aiuteranno, io me la caverò."

Si allontanò.
Teresa diede l'ordine di metterlo dentro un sacco e le ragazze eseguirono i suoi ordini.

Ci dovemmo subire la scena: lo misero dentro quello stupido sacco, legarono le sue gambe con una corda, legarono anche il reso del corpo, fin sopra la testa, non poteva fare nessun movimento e nemmeno noi, eravamo impotenti, mi sentivo inutile, mio fratello si stava sacrificando, di nuovo, per noi.

"Teresa, non fargli questo, ti supplico" le gridai disperata, oramai in preda al panico.

"Se dici un'altra parola, partiranno frecce credimi, ed è già la seconda volta che ti risparmio, stai zitta" mi rispose lei. Pochi attimi dopo fece ricadere la sua attenzione verso l'intero gruppo "Non ci seguirete e non proverete nemmeno a farlo, ne sono sicura, Odette è la capitana di una piccola squadra che verrò con voi, per far si che non proviate a seguirci, il resto del gruppo verrà con noi, andiamo, forza."

Una ragazza, di medi statura, con i capelli lisci, che gli arrivavano fino alle spalle, un viso tondo, gli occhi e i capelli marroni e gli occhiali si fece avanti, radunò un gruppo di ragazze e si staccò dal resto.

"Andiamocene" esordì Teresa, portandosi via, mio fratello dentro ad un sacco, che strisciava per terra.

Ero disperata, quella scena mi fece pensare a quanto potrebbe soffrire in quel momento, io sicuramente avrei dato di matto, lui non so come avrebbe potuto reagire, non sapevo cosa gli avrebbero fatto. 

Cominciai ad urlargli, a maledire Teresa, ma lei e le altre continuavano a camminare, fregandosene altamente.

Provai a fare un passo verso la loro direzione ma qualcuno mi fermò "Mi dici che caspio vorresti fare eh" mi urlò Newt.

"Tu che ne dici?" gli urlai io di rimando "Andare a salvarlo, mi sembra il minimo."

"E come pensi di fare eh? Non sei immortale Mari, devi darti un regolo, queste ragazze hanno dei fucili e degli archi, se farai un altro passo probabilmente ti pianteranno una pallottola in testa, lo capisci vero?" 

"Si, ma non me ne frega un caspio Newt, non posso e non voglio perdere un altra persona per me così importante" gli dissi piangendo e guardando le ragazze ed il sacco in lontananza.

Lui mi prese per il polso e io mi liberai subito dalla sua presa, ero arrabbiata, con lui, con il mondo, con la C.A.T.T.IV.O, con i miei compagnai.

Feci un altro passo ma una ragazza si piazzò davanti a me "Fermati, oppure ti sparo"

"Fallo, avanti, vediamo di che pasta sei fatta" le dissi alzando un sopracciglio in modo provocatorio.

 La ragazza mi guardò con aria di sfida. Cominciò a schiacciare piano piano il grilletto. "Morirai se sparo, lo sai si?" chiese lei.
Feci un passo avanti "Anche la morte potrebbe essere una grandiosa avventura." gli riposi.
La ragazza sorrise maliziosamente e continuò a premier il grilletto lentamente mentre sosteneva il mio sguardo.

"Michela, lasciala stare" Mi voltai, era la loro capa, Odette,che indicò Newt "Prendi la tua ragazza e mettiamoci in cammino, vero nord, non verso di loro. Fallo se non vuoi che muoia"

Maze Runner-SurviveWhere stories live. Discover now