Capitolo Quattordicesimo

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''Damnatio Memoriae, questo è ciò che accade'' la voce dell'uomo rimbombò per la stanza, la ragazza lì seduta osservava confusa il suo docente.

''C-cosa vorrebbe dire?'' su di loro piombò il silenzio.

''Esiste una creatura, nacque secoli e secoli prima di ogni uomo. Noi lo definiamo come "il Dimenticato", quest'essere rimase dormiente fino alla nascita dei primi uomini. Essa ha ingannato l'uomo per secoli, promettendo loro ciò che hanno sempre sognato, in cambio però voleva qualcosa da loro. Voleva che sacrificassero delle vite, anzi, delle anime. Voleva che gli uomini fossero giudici, giuria e carnefici di sé stessi. Deboli e disperati gli uomini accettarono. Le anime che vennero date in dono al Dimenticato furono migliaia, ma non si limitò a questo soltanto. Cancellava ogni loro traccia terrena, eliminandole dalla nostra esistenza, come non fossero mai esistite. Nessuno così avrebbe mai potuto contrastarlo, nessuno tranne la Stirpe del Sole.  Le anime cancellate da questo mondo entravano così a far parte di qualcosa che va oltre ogni concezione umana, divenendo esseri ancestrali privi di ogni emozione, guidati solo dal Dimenticato, o come lo definiscono gli uomini, La Luna''

''Questa storia è ridicola... la smetta di prendermi in giro, la prego...'' le lacrime scorrevano sulle guance della ragazza fiotti, la pelle si arrossava così come i suoi occhi.

''Purtroppo non è una storia, ma la pura verità. Non ti sei chiesta perché nessuno si ricordi di Elen Palmer ma tu sì, Victoria?''

La ragazza rimase un attimo in silenzio, poi alzò lo sguardo verso il signor Wrath, un pensiero le balenò in testa ma tentò di reprimerlo più a fondo che potè. Non era possibile, non poteva esserlo.

"Victoria, tu sei una discendente del Sole. Tu come Me. Il mio nome, il mio vero nome, non è William Wrath. Un tempo ero conosciuto con il nome di Ismael Davis, ero incaricato di tener d'occhio l'ultimo figlio legittimo della Luna, affinché non commettesse gli stessi errori commessi da altri prima di lui. Ho fallito. La Luna ha agito col favore delle tenebre, ricreando ciò che in passato la Stirpe aveva distrutto"

"Se ciò che dice è vero le chiedo di dimostrarlo" adesso la voce della ragazza risultava ferma, come se tutto ciò che avesse sentito fino a quel momento fossero delle inutili sciocchezze, inventate da una persona che un tempo aveva stimato.

"Va bene, ti dimostrerò che ciò che dico è vero."
Il docente universitario inizio a brillare, attimo dopo attimo il suo corpo si illuminò di luce propria, come se dai pori della pelle trasparisse una luce forte quasi quanto quella del sole. Fu così intensa da fuoriuscire persino dalle finestre della casa, illuminando quella scura strada londinese.
Una volta che la luce si fu dissolta la ragazza rimase senza parole.
L'uomo di bell'aspetto mutò, ringiovanendo. Al posto delle vesti che indossava di solito vi era una corazza splendente, una luna inglobata da un sole presente su di essa. Gli occhi del giovane diventarono ancora più azzurri di quanto già non fossero in precedenza.
I riccioli riacquistarono il loro colorito dorato, la barba scomparì lasciando spazio a una pelle liscia e setosa. L'unica cosa che non scomparve fu la cicatrice sul labbro superiore del ragazzo.

"C-chi sei tu davvero...?"
"Victoria Morrison, io sono nato con il nome di Arvalon III, tredicesimo figlio legittimo del Sole, ma cosa più importante... io sono tuo Fratello."

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