Capitolo Settimo

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Vi era del tepore accumulato nella stanza di Alan Forster, i raggi del sole, seppur deboli, colpivano in pieno il letto a baldacchino. Le pareti azzurrine ora sembravano quasi celesti, l'orologio ticchettava inesorabile, Alan Forster riaprì gli occhi verso le tre e un quarto del pomeriggio. Si guardò intorno cercando di distinguere ciò che vi era all'interno della stanza. Fuori dalla finestra, il mondo, ancora una volta pareva silenzioso. Disteso nel suo letto Alan Forster provò un forte mal di testa nel ripensare a ciò che era successo. Ismael Davis, si ora ricordava il suo nome, aveva da sempre lavorato lì? Abigail era sempre stata cieca e lui? Lui era troppo impegnato per accorgersene? O semplicemente si rifiutava di accettarlo? Tanti erano gli interrogativi di Alan Forster, forse troppi nell'ultimo periodo. Cercò di ricordare il volto di suo padre, vivido come in sogno, ma senza molto successo. Vi erano ritratti, in giro per la casa, di Arthur Forster, ma qualcosa in Alan, quasi una voce interiore, diceva fossero tutti completamente sbagliati.
''Siete sveglio a quanto vedo'' una voce maschile ruppe il silenzio all'interno della stanza, Ismael Davis era proprio sull'uscio della porta.
''Perdonami Ismael, non so cosa mi sia preso'' piano a piano i ricordi di Alan Forster si fecero più vividi, Ismael era presente in molti di questi. Come aveva anche solo potuto pensare che non lavorasse lì ormai da tempo?
''Si figuri signor Forster, anche se ammetto che ci ha fatto prendere un bello spavento'' la voce del ragazzo risuonava rassicurante e armoniosa, questo forse bastò a placare il mal di testa di Alan Forster.
Il padrone di casa sospirò e si mise seduto sul suo letto con poca fatica. Il sole fu oscurato ben presto dalle nuvole, il cielo divenne plumbeo in men che non si dica. Una pioggerellina leggera iniziò a picchiettare contro la finestra, Ismaele si congedò e scese al piano di sotto, mentre Alan Forster si alzò dal suo letto e iniziò a vestirsi.

La sera arrivò prima di quanto Alan Forster potesse immaginare. Le nuvole si diradarono, lasciando spazio a una splendida luna piena. Agli occhi di Alan si presentò una Londra silenziosa, quasi spenta. Raggiunse la sala da pranzo, ad attenderlo vi trovò Ismael Davis che conversava con la cieca Abigail. Si sedette a tavola, immerso tra i propri pensieri, avrebbe voluto vederci chiaro ma qualcosa lo bloccava, tutto nella sua testa riportava al negozietto presente in Queensbury Road, in qualche modo.

Il viandante, stanco, sfinito potremmo dire, si accasciò al suolo. La pietra ancora stretta in mano e la testa che pulsava. Le colonne intorno a lui si sgretolarono, una ad una come castelli di carte spazzati via da raffiche di vento. Non durò molto. Qualcosa nacque quella notte. Ombre si innalzarono dal suolo, diciassette ombre rimpiazzarono le diciassette colonne presenti una volta in quel luogo. Il viandante si mise in ginocchio, capo chino, sguardo fisso sulla pietra che teneva tra le mani. Le ombre si avvicinarono, silenziose e svelte nella notte. Gli occhi dell'uomo ardevano ancora di fiamme rossastre, implacabili. Un sibilo fendé l'aria. Un pugnale si conficcò nella schiena del viandante, poi un altro, un altro e un altro ancora... ombra dopo ombra. Tutte quelle figure tetre erano svanite, pugnalata dopo pugnalata, l'uomo continuò imperterrito a ripetere il proprio mantra ad occhi chiusi.
''La Millesima è solo un granello di sabbia a confronto...''
La voce si fece sottile, fino a scomparire. la brezza presente in quel momento parve placarsi, così come la testa del viandante che cessò di pulsare. Il viandante riaprì nuovamente gli occhi. Le fiamme si fecero scure, nere come la pece, insaziabili di conoscenza. L'uomo aveva appreso ciò che è la vera natura dell'uomo, aveva appreso tutto ciò che la Luna e le diciassette ombre dissero. Intorno a lui si eressero nuove colonne, imponenti, ricolme di scritte e simboli. Il viandante si alzò in piedi, rimise la pietra al collo e uscì dal circolo di colonne, lasciandosene alle spalle diciotto.


Angolo autore :
Capitolo un po' breve, ne sono consapevole, ma ho altro in serbo per i prossimi capitoli. Se qualcosa che avete letto, fino ad adesso, non vi risulta chiaro, beh scrivete pure.
Lu

Il Venditore di SogniWo Geschichten leben. Entdecke jetzt