Capitolo Decimo

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''Figlio mio, avete risposto scortesemente al signor Ballance, non è così?'' il padre continuò a ripetere in tono autoritario fin quando il bambino non rispose.

''Ma padre, lui vi ha insul-'' le parole di Alan Forster furono interrotte da quelle di Richard Ballance, presente nella stanza, seduto su di una sedia in legno di mogano con intagli raffiguranti girasoli. 

''Sciocchezze Arthur, sapete che non mi permetterei mai, quel bambino mi ha mancato di rispetto, esigo che lo puniate.''

''Alan... è vero ciò che dice?'' lo sguardo del piccolo sfrecciò tra a figura del padre e quella del signor Ballance.

''Padre, vi prego di credermi, Ballance ha-'' fu interrotto nuovamente, Richard Ballance si eresse in piedi facendo capovolgere la sedia sul pavimento.

''Questo è un oltraggio, non vi farete certo ingannare da un lattante, vero Forster?!'' Arthur Forster si sentì sprofondare, in conflitto sul da farsi, alla fine la ebbe vinta Ballance.

''Cosa vuole che faccia?'' disse l'uomo rivolgendosi all'altro.

''Avrei un'idea, portiamolo da Lui'' Ballance sogghignò sotto i baffi mentre Arthur Forster sgranò gli occhi. 

''Non se ne parla, non porterò mai mio figlio da quell'essere'' gli occhi grigiastri di Arthur incontrarono per un attimo quelli del figlio, ancora seduto sul divanetto e spaesato da quanto stava accadendo, un bambino di quattro anni.

''Suvvia Arthur, pensa alla fama e alla ricchezza, pensa a ciò che potremmo diventare'' nel pronunciare queste parole gli occhi di Ballance divennero scintillanti, il ghigno sempre più ampio e uno sguardo sognante in volto.

''No Richard, tutti ma non mio figlio.''

''Arthur, ci ha già graziati una volta, non lo rifarà. Disse che ne mancava solamente una, una soltanto e avremmo ottenuto ciò che più desideriamo, la Millesima Anima. Arthur, rifletti'' Ballance passò entrambe le mani tra i capelli, in attesa della risposta dell'uomo in piedi accanto a lui.

''La Millesima è solo un granello di sabbia a confronto...'' le parole uscirono dalle labbra di Arthur Forster come un mantra, gli occhi fissi su di un punto nel vuoto, il grigiastro degli occhi fu sostituito brevemente da un giallo vivo. L'uomo si voltò nuovamente versò il figlio, si avvicinò e lo prese in braccio. 

''Padre, che state facendo?''

''Ballance, faccia preparare la berlina, andremo dal Venditore stasera stessa'' 

''Certo certo, ma prima brindiamo, brindiamo a questa magnifica serata e al nostro progetto che sta per avverarsi'' Richard Ballance si avvicinò al tavolo, in precedenza vi erano stati poggiati due calici con del buon vino all'interno, ne prese uno e lo porse all'amico.

''Alla salute'' Arthur Forster poggiò ancora una volta il piccolo sul divanetto e bevve, Ballance non seguì l'amico e invece versò il contenuto del calice in terra, un sorrisetto si fece largo sul suo volto.

''Richard... perché voi...'' poi accadde, la prima fitta, talmente forte da far accasciare Arthur Forster, la seconda lo fece sdraiare in terra, in balia di dolori lancinanti e fitte, la terza, la più forte, gli fu fatale. Il piccolo Alan Forster assistette a tutta la scena, non capendo però cosa realmente fosse accaduto. Si sentì strattonato, Ballance lo prese per un braccio e lo trascinò sino all'ingresso. Chiamò due domestici e chiese che venisse preparata una berlina, aggiungendo come scusa che Arthur Forster non volesse essere disturbato e che il piccolo sarebbe dovuto andar con lui, poiché lo reputò una distrazione. I domestici eseguirono ciò che Ballance disse e lasciarono Arthur Forster ''in pace''. Il bambino partì con Ballance alla volta di un luogo a lui ignoto, attraversarono stradine deserte spostandosi celermente come ombre. Finché il cocchiere non annunciò di esser arrivati.

''Scendi ragazzino'' la voce di Ballance era fredda come il ghiaccio, il suo sguardo impenetrabile fece rabbrividire il piccolo Alan Forster.

''Dove mi state portando, dov'è mio padre?'' il bambino sentì un vento gelido andargli contro, pungente sulla pelle. Non ricevette risposta, tuttavia riuscì a intravedere un negozietto, uno strano negozietto. Lumi di tutti i colori erano presenti in quella che si mostrava come una graziosa vetrina, gli infissi, con annessa porta, risultavano come fossero stati appena riverniciati. La porta di quest'ultimo si aprì da sola, uno scampanellio risuonò nelle orecchie del piccolo che si sentì strattonare nuovamente da Richard Ballance.

''Vi fermo subito signor Ballance'' una voce inquietante spezzò il silenzio quella notte, una voce che Ballance sembrò riconoscere.

''Mio signore...'' Richard Ballance tremò, la paura lo pervase come un Boa quando stritola la sua preda.

''Niente mio signore, Ballance, dov'è Arthur Forster?''

''Lui... vede... lui è morto'' 

''Morto? Morto... avete infranto l'accordo signor Ballance, avete fatto saltare tutto!''

''No signore, io ho la Mill-''

''Voi non avete nulla. Quel bambino mi porterà la Millesima, volente o no, ma voi, per voi ho in serbo altro.'' La terra tremò per quel che parve un infinità, Ballance stramazzò al suolo e si mise in ginocchio mentre il piccolo fece di tutto per nascondersi dietro di lui.

''Ballance, io condanno voi a servirmi, servirmi dopo la morte. Non vi darò ciò per cui siete venuto, non vi darò fama e ricchezza. Vi aspetta una vita di eterna dannazione, mi rivedrete quando meno ve lo aspettate e vi prometto che quella sarà l'ultima cosa che vedrete. Quanto a te ragazzino, povera vittima di un mondo crudele, non avrai ricordo di quanto accaduto oggi ma tu, tu mi porterai la Millesima, tuo padre firmò per te prima ancora che tu nascessi. Chiese a me, la Luna, un figlio per la moglie sterile e io lo accontentai. Adesso va, scordati di me, richiamami quando sarai pronto. Trovami quando sarai pronto.''

Gli occhi del piccolo si rivestirono di bagliore giallo zolfo, Alan Forster cadde al suolo addormentato, l'ultima cosa che vide furono gli occhi del Venditore posarsi su Ballance, poi il buio.

Alan Forster riprese conoscenza, si ritrovò ancora una volta di fronte suo padre, sotto la pioggia e in quella strada deserta.

''Voi mi avete venduto!'' il ragazzo lo urlò a pieni polmoni. 

''Non ho fatto nulla di tutto ciò Alan, una volta consegnata la Millesima sarai libero per sempre da Lui. Tu puoi riuscire dove io e Ballance fallimmo''

''Mi avete condannato padre, devo servire un assassino, è questo che mi state dicendo?!''

''Ti darà ciò che ogni uomo sogna, ti darà felicità e vita eterna, potrai avere tutto ciò che desideri'' 

''Io volevo una famiglia, padre. Voi mi avete abbandonato''

''Non scelsi io di morire quella notte!''

''Volevate sacrificarmi, dovevo essere io la Millesima, non è forse così? Rispondete!''

''SI. Dannazione Alan, si. Tu, figlio mio, avresti dovuto essere la Millesima''

''Perché in fondo padre, la Millessima è un granello di sabbia a confronto, questo è quanto io valevo per voi, un granello di sabbia.''

La furia della tempesta si placò, la pioggia cessò e Arthur Forster svanì nel nulla. Delle mani si strinsero sulle spalle del giovane, ancora in preda alla collera, all'ira.

''Bravo ragazzo...'' Sussurrò il Venditore all'orecchio del giovane. Gli occhi grigiastri cedettero il posto a un paio di occhi giallo zolfo, sospiro dopo sospiro, parola dopo parola, Alan Forster cambiò.



Il Venditore di SogniWhere stories live. Discover now