Brutti ricordi.

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2 febbraio, 1928

L'ennesimo giorno di scuola è finito, non vedo l'ora che arrivi l'estate così non potrò fare niente per ben tre mesi. I professori assegnano troppi compiti a me e ai miei compagni, ci sono delle volte in cui rimango a studiare fino a tarda sera.

L'unica cosa che riesce a mettermi di buon umore in questo periodo è Bucky. Non riesco a smettere di pensarlo da quando ieri mi ha salvato da quel ragazzino. È stato così dolce e gentile con me.

Ad interrompere i miei pensieri è mio padre che appoggia il piatto pieno di pasta davanti a me.
"A cosa pensi sorellina?" mi chiede Freddie prendendomi in giro. Detesto quando mi chiama in quel modo, gli ho detto mille volte che non deve farlo.

"Fatti miei" rispondo alzando le spalle mentre continuo a tenere lo sguardo fisso sul cibo davanti a me. Una cosa che non sopporto di lui è che riesce a capire benissimo quando mento. Comincio a spostare lo sguardo altrove e il respiro diventa più pesante.

"Stai pensando al tuo fidanzatino?" mi chiede ghignando leggermente. A quelle parole arrossisco come un peperone dato che i miei pensieri si focalizzano, per l'ennesima volta, su Bucky.
Anche se continuo a non guardarlo negli occhi, percepisco benissimo che Freddie, e anche mio padre, sono diventati improvvisamente seri.

"No" sussurro afferrando la forchetta per cominciare a mangiare. Anche se cerco di non farlo notare, la mia mano trema leggermente.

"Non dirmi che hai conosciuto un ragazzo" sento dire da mio padre, il tono della sua voce è indignato.
Sento l'ansia invadermi. Che cosa posso inventarmi ora?

"Cosa? Assolutamente no!" esclamo scioccata, anche se con il rossore presente sulle mie guance sembro molto meno credibile.

"Sai, ieri sei tornata tardi a casa" continua a dire mio fratello mantenendo il solito sorrisetto malefico su quella sua brutta faccia.
Respiro profondamente per cercare di trattenermi dal tirargli una sberla in faccia. Ho la sfortuna di essere la sorellina minore e, qualsiasi cosa lui faccia, la colpa ricadrà sempre su di me, quindi decido di rimanere calma.

"Ho incontrato una mia compagna di classe e ci siamo fermate a chiacchierare" dico alzando le spalle innocentemente per poi incrociare finalmente i loro sguardi.

"Sei sicura? Dal modo in cui sei arrossita poco fa sembra tutto il contrario" continua a dire Freddie, provocandomi.
Sento la rabbia ribollire dentro di me.

"Ho detto la verità!" eslamo arrabbiata. Sento le lacrime salire fin sopra i miei occhi. Non piango perché sono triste, ma perché provo talmente tanta rabbia dentro di me che riesco a farla uscire soltanto piangendo.

"Basta voi due!" sbotta mio padre.
"Freddie, smettila di infastidire tua sorella" aggiunge poco dopo.
Un sorriso compiaciuto spunta sul mio viso.
"Vale anche per te, signorina"
Annuisco immediatamente a quelle parole e continuo a mangiare.

                               ○●○●

Come di routine, ora sto facendo la mia solita passeggiata in giro per la città. Rispetto a ieri c'è molta meno gente, ma almeno eviterò di incontrare Bucky e di ritornare a casa tardi.

Cammino sul solito marciapiede guardandomi intorno. Oggi il cielo è molto più nuvoloso rispetto a ieri, che al contrario era più sereno.
Spero tanto che non venga a fare un temporale, mi vengono i brividi solo a al pensiero dei tuoni. E poi, ogni volta che c'è quel tempaccio, mi ritorna in mente quel terribile ricordo.

#Flashback

Era un sabato sera e io e la mia famiglia eravamo appena usciti dal teatro dopo aver visto il nostro spettacolo preferito: "Il ballo del cigno".

Fuori pioveva, infatti eravamo tutti bagnati dato che non avevamo nemmeno un ombrello a portata di mano.
"È stato davvero bello" dice mia madre con un sorriso, riferendosi allo spettacolo che avevamo appena visto.

"Avevi ragione, mamma. Mi è piaciuto molto" ammette mio fratello sorridendole.
Inizialmente Freddie non voleva venire, pensava che lo spettacolo fosse una stupidaggine, ma mia madre gli aveva garantito che gli sarebbe piaciuto.

"Appena torniamo a casa, però, filate subito a letto perché domani dovete andare a scuola" ci raccomanda mio padre, il tono severo nella sua voce.

"Ma dai amore, è tardi, e domani saranno parecchio stanchi" dice mamma.

"E va bene, domani potete anche restare a casa" sbuffa lui sonoramente lanciando un veloce sguardo a me e mio fratello.
Mi lascio sfuggire un piccolo sorriso sentendomi la persona più felice del mondo, ma quella sensazione sparisce immediatamente non appena sento uno sparo.

Subito dopo vedo il corpo di mia madre cadere a terra, privo di vita. Sposto immediatamente lo sguardo sui due uomini davanti a noi che hanno appena ucciso la mia mamma.
La prima cosa che noto è un logo che si trova sulla loro tuta, all'altezza del petto. Non so che cosa sia precisamente, non riesco a metterlo bene a fuoco.

Resto a guardarli per qualche secondo, fin quando non decidono di scappare.

Subito dopo sposto lo sguardo sul corpo di mia madre. Mio fratello e mio padre sono inginocchiati vicino a lei e piangono, io invece mi limito a guardare la scena immobile, senza avere la forza di muovermi e, subito dopo, un forte lampo si propaga nel cielo illuminando tutta la scena davanti a me.

#Fine flashback

"Stai bene?" sento dire da una voce che interrompe i miei pensieri.
Sposto lo sguardo sulla persona davanti a me, notando che si tratta di Bucky.

"Sì" rispondo semplicemente.
Non mi va molto di parlare, e spero che lui non cominci a farmi domande.

"Sei sicura?" chiede sospettoso.

"Certo" sorrido falsamente.
"Come mai sei da queste parti?" chiedo subito dopo per cambiare argomento. Parlare, o anche solo pensare, alla morte di mia madre mi fa molto male.

"Speravo di rivederti" ammette timidamente mentre sorride.
Arrossisco violentemente non appena sento quelle parole.

"Anche io" sussurro.
Ad interromperci è una goccia di pioggia che, cadendo dal cielo, ci colpisce in testa. Alziamo entrambi lo sguardo verso l'alto per poi ritrovarci sommersi di acqua dopo pochi secondi.

Ci guardiamo negli occhi scoppiando a ridere, poi lui mi prende per mano cominciando a correre.
"Troviamo un posto dove ripararci!" dice urlando leggermente.
Annuisco alle sue parole.

Corriamo per un altro po' di minuti fin quando non troviamo rifugio sotto la chioma folta di un albero.
Anche se qualche gocciolina cade tra le foglie, questo è stato l'unico posto che siamo riusciti a trovare.

"E ora?" chiedo con un sorriso divertito.

"Ora resteremo qui fin quando non smette di piovere" mi sorride anche lui.

❄️❄️❄️

Fine pessima, ma spero che vi sia piaciuto.

Come state? Va tutto bene? Vi va di parlare un po'?
Se volete io sono sempre
disponibile. ❤
Quanto alla storia, ci vediamo mercoledì con il prossimo aggiornamento.
Ciao! <3

𝙿 𝚁 𝙾 𝙼 𝙸 𝚂 𝙴|| 𝙱𝚞𝚌𝚔𝚢 𝙱𝚊𝚛𝚗𝚎𝚜 Where stories live. Discover now