Steve Rogers.

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Sono uscita di casa molto presto questa mattina, avevo bisogno di prendere un po' d'aria e di stare per i fatti miei.
Di Bucky non ho ancora nessuna traccia, pensavo che ieri sarebbe tornato da me a chiedermi scusa, come ha sempre fatto, ma mi sbagliavo.

Per le strade della città non c'è ancora nessuno, ma da una parte lo capisco. Sono soltanto le otto del mattino e fa decisamente troppo caldo a quest'ora.
Intorno a me riesco a vedere le prima persone che aprono le loro attività.

Resto a passeggiare per qualche altro minuto, fin quando non decido di ritornare a casa. Forse dormirò un altro po', questa notte sono stata sveglia per quasi tutto il tempo.

Proprio mentre passo davanti al solito vicolo dove ci nascondiamo io e Bucky, percorrendo la strada verso casa, sento delle voci.
Da quello che riesco a capire sono due ragazzi.

Decido di andare a vedere quello che sta succedendo, il tono di voce di uno dei due non sembra del tutto amichevole.

Mi ritrovo davanti ad una scena che mi fa ribollire il sangue nelle vene per tutta la rabbia che sta cominciando a crescere dentro di me. Un ragazzo grosso e robusto sta prendendo a pugni un ragazzino più piccolo, con un corpicino esile e una bassa statura. La povera vittima ha un occhio nero, forse ha ricevuto un pugno in faccia.
"Hey, perché non te la prendi con me?" chiedo attirando la sua attenzione.
Vedo gli occhi di tutti e due spostarsi su di me.

"Con una ragazza? No, gra.." non riesce a terminare la frase che subito gli tiro un pugno in faccia.
Mi lascio sfuggire un sorriso divertito, lo stesso che compare sul viso dell'altro ragazzo.

"Non farlo mai più!" esclama furioso mentre si avvicina pericolosamente a me, ma ecco che qualcuno alle sue spalle lo afferra per poi sbatterlo contro il muro.

"Non provare a toccarla!" sento dire da Bucky che, arrabbiato come non mai, gli tira un altro pugno.

"Stai bene?" mi chiede l'altro ragazzino mentre appoggia una mano sulla mia spalla. I miei occhi, che fino a qualche secondo fa stavano guardando Bucky prendere a pugni quel ragazzo, si spostano su di lui.
A giudicare dal tono della sua voce sembra grande di età.

"Io sto bene, tu invece?" chiedo.

"Anche io sto bene" sorride rassicurandomi. Abbasso lo sguardo per qualche secondo senza sapere che cosa dire, ma poi lui continua a parlare.
"Mi chiamo..."

"Steve, puoi lasciarci da soli?" chiede Bucky al suo amico che subito annuisce e poi si allontana rivolgendomi un ultimo saluto.

"Lo conosci?" chiedo imbarazzata. Mai avrei pensato di ritrovarmi in una situazione del genere.
Non sono ancora pronta a parlare con lui, infatti farei di tutto per scappare via in questo momento. Anzi, spero anche che mio padre mi veda qui, così avrò una buona scusa per andarmene.

"È il mio migliore amico, si chiama Steve Rogers" mi risponde, io annuisco alle sue parole.

"Io...vado" sussurro imbarazzata cercando di troncare la nostra "conversazione" ma, proprio mentre stavo per allontanarmi, lui afferra la mia mano costringendomi a fermarmi.

"Perdonami" mi prega. Dal tono della sua voce riesco a percepire il suo senso di colpa, la sua disperazione. Senza dirgli niente mi fiondo tra le sue braccia e lui non perde tempo a stringermi a sé.
"Non è vero che non significhi niente per me" sussurra.

"Non è vero che ti odio" sussurro anche io.

"Sei stata la cosa più bella che mi sia mai capitata, credimi"

"Certo che ti credo, Bucky..." appoggio le mani sulle sue guance per guardarlo negli occhi, le sue invece sono ferme sui miei fianchi "...perché anche tu lo sei per me"

"Ti ho comprato una cosa" sorride leggermente mentre estrae un piccolo cofanetto dalla tasca dei suoi pantaloni.
"Volevo dartela ieri, ma so che eri troppo arrabbiata per vedermi" ammette lasciandosi sfuggire una risata divertita che contagia anche me.

"È una cosa che potrebbe piacermi?" chiedo imbarazzata.

"Apri e vedrai" sorride malizioso. Lascio che un po' di rossore mi colori le guance, ma poi decido di aprire il cofanetto.

Non appena mi accorgo di quello che c'è dentro rimango senza fiato. È una collana, ma non una qualsiasi. La vidi nella vetrina di un negozio qualche giorno fa mentre stavo passeggiando con Bucky come al solito. Restai a guardarla per qualche secondo e per un attimo ero anche tentata di comprarla, ma non appena mi resi conto del prezzo decisi di lasciar stare.
"Bucky...ma come..."

"Ti conosco bene" sorride spostando una ciocca dei miei lunghi capelli sciolti dietro l'orecchio. "Ho visto che te ne eri completamente innamorata, quindi ho deciso di prendertela"

"Non so cosa dire" sussurro stupita senza distogliere lo sguardo dal gioiello.
"Puoi aiutarmi a metterla?" gli chiedo timidamente, lui invece sorride.
Mi giro di spalle spostando i capelli da un lato per permettergli di agganciare la collana dietro la nuca. Rabbrividisco per un attimo non appena sento il contatto delle sue dita con la mia pelle, infatti lui se ne accorge dato che sento le sue labbra lasciarmi un bacio ben marcato sul collo.

"Grazie" sussurro imbarazzata non appena mi giro per tornare di nuovo a guardarlo negli occhi.

"Avrei voluto regalartela per il nostro matrimonio, ma ora dovrò pensare ad altro" ammette sorridendo divertito, prendendomi in giro.

"Non dirmi queste cose Bucky!" esclamo imbarazzata mentre mi copro il viso per nascondere il rossore sulle mie guance.

"Scusa" scoppia a ridere.

"Sappi che non ti sposerò se continui a fare così" lo minaccio scherzosamente.

"Non avresti il coraggio di farlo" dice vantandosi mentre mi afferra la mano. "Ora andiamo da Steve, moglie" continua a provocarmi con un sorrisetto malizioso.

"E smettila!" sbotto imbarazzata.

❄ ❄ ❄

Scusate, ma questo capitolo non mi convince molto. L'incontro con Steve avrei potuto scriverlo meglio, ma non vi preoccupate perché nei prossimi capitoli ci sarà più spazio anche per lui.
Quanto alla parte del matrimonio, care ragazze, non fatevi troppi film mentali! Mi raccomando :)

Fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo.
Ciao ciao! ♥

𝙿 𝚁 𝙾 𝙼 𝙸 𝚂 𝙴|| 𝙱𝚞𝚌𝚔𝚢 𝙱𝚊𝚛𝚗𝚎𝚜 Where stories live. Discover now