Capitolo 9.

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"La ringrazio" Disse Thomas, lasciando le chiavi della sua macchina a uno dei ragazzi, che si sarebbe occupato di parcheggiarla. Non aspettò nemmeno di pagare, semplicemente si incamminò verso l'entrata.

"Dove siamo?" Chiese Newt, guardandosi intorno sempre più confuso. Dove lo aveva portato? Cosa dovevano fare? Perché non erano rimasti al parco? Non riusciva a spiegarsi nulla di tutto quello che stava succedendo, ma aspettava con ansia che il ragazzo accanto a lui spiegasse qualcosa.

"Siamo in uno sport village, golf club, chiamalo come vuoi" Disse Thomas, aprendo una porta davanti a loro, entrando e intimandolo a fare lo stesso.
"Perché siamo qui?" Chiese, guardandosi intorno per capire meglio cosa ci facessero lì.

"Vedrai" disse Thomas, continuando a camminare fino a che non arrivò davanti una reception. Fece rimanere Newt lontano qualche passo, in modo tale che non sentisse nulla.

Newt, infatti, rimase immobile mentre si scaldava le braccia con le mani, cercando di ascoltare almeno qualche parola, invano. Le persone intorno a lui  passavano senza curarsi della sua presenza, intenti a chiacchierare tra di loro. La maggior parte erano uomini d'affari, oppure famiglie estremamente ricche, che si dirigevano verso l'esterno di quel posto che Newt non aveva mai sentito nominare.

Dopo circa cinque minuti di conversazione con uno dei receptionist, Thomas tornò da lui, per poi mettergli una mano sulla schiena delicatamente, spingendolo con dolcezza per indirizzarlo verso l'uscita dalla quale aveva visto uscire parecchie persone qualche secondo prima.

Lui obbedì, senza proferire parola, accorgendosi subito dopo che due signori, molto più grandi di loro, li stavano accompagnando chissà dove. Cosa avrebbe voluto fare, giocare a golf? O magari una partita a tennis o a basket? Non riusciva a capire il motivo per cui fossero lì, e perché due persone dovevano accompagnarli. Nonostante l'enorme confusione, rimase in silenzio, beandosi del calore che la mano di Thomas emanava sulla schiena.

Quando uscirono dalla struttura, le domande raddoppiarono. Camminavano su un lato di un campo da golf, ma senza entrare all'interno. Camminarono per buoni cinque minuti, fino ad arrivare alla fine del campo, che dava sul fiume Hudson. All'estremità, Newt notò uno yacht non particolarmente grande, ma gigante per i suoi standard.

"No" disse, sempre più sconvolto, quando i due signori che li avevano accompagnati fino a li, andarono a tirare giù la passerella per permettergli di salire.

"Cosa?" Chiese Thomas, avvicinandosi un po' per capire cosa avesse detto.
"Nulla" disse Newt, arrossendo per quel contatto così ravvicinato.

"Andiamo?" Chiese poi Thomas, facendo qualche passo in vanti, girandosi quando si rese conto che Newt era rimasto fermo dov'era.

Il biondo esitò qualche secondo, per poi guardare dietro le spalle di Thomas. Quello yacht era una delle cose più lussuose che avesse mai visto in vita sua.
Era bianco, a quattro livelli. Il primo in alto era il più piccolo, non era un piano ma una base per due telecamere e due antenne che sarebbero servite per la radio.
Nel piano più basso era presente un piccolo salottino all'aperto, come una terrazza, con il timone e tutta la parte meccanica. Per il resto erano presenti divanetti in pelle bianchi e dei tavoli per mangiare. Davanti ai tavoli era presente un angolo bar che Newt vedeva a stento. Era bellissimo. Di un eleganza mai vista, in pieno stile Edison.

Newt girò lo sguardo verso Thomas, camminando verso di lui voglioso di vedere l'interno. Il moro gli sorrise leggermente, per poi guidarlo verso la passerella e aiutandolo a salire senza cadere.

"Come ci siamo accordati Signor Edison?" Chiese uno degli uomini vicino a loro, ricevendo un si dà parte di Thomas, che li congedò ringraziandoli.

Couture. || Newtmas Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora