Capitolo 15.

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"Come posso essere stato così stupido?" Disse Thomas, entrando dentro casa di Minho, che era sdraiato sul divano con un cartone di pizza quasi vuoto sulle gambe che guardava un film. Quando vide l'amico mise in pausa e posò il cartone sul tavolino davanti il divano.

"Che succede?" Chiese preoccupato, non avendo mai visto Thomas così disperato.

"Come ho fatto a non capire prima di essere innamorato di lui?" Disse, camminando con una mano sul petto, come se gli facesse male, come se facesse fatica a respirare. Si diresse a passo svelto sul balcone, bisognoso di aria.

"Di chi parli?" Chiese Minho, seguendolo con una bottiglia di vino italiano tra le mani, intento a farlo tranquillizzare.

"Di Newt, come posso essere stato così stupido!" Disse, sedendosi sotto il gazebo, per poi portare le mani sulla fronte, incredulo e ancora scioccato.

"Cosa mi sono perso? Puoi tranquillizzarti e raccontarmi cosa è successo?" Chiese Minho, versando del vino a entrambi, per poi passargli il bicchiere.

"Ero a casa, sai che avevo annullato tutte le uscite perché avevo bisogno di pensare. Sai anche che per pensare di solito guido, ecco, sono salito sulla macchina e ho guidato senza una meta. Sono finito dopo mezz'ora davanti il ristorante di Eric, così mi sono fermato per prendermi la cena. Sono entrato, ho ordinato e mi sono messo ad aspettare" disse Thomas, interrompendo il discorso per bere un po' di vino, per poi accendersi una sigaretta.

"Benissimo, mentre aspettavo l'ho visto. Era lì con Brenda" disse, sperando che l'amico avesse capito tutto, in modo tale da non dover continuare il discorso.

"Si sapevo che fossero insieme ma non dove. Quindi, qual è il punto?" Chiese, non capendo dove volesse andare a parare con quel discorso.

"È dimagrito tantissimo, ha il viso incavato e i vestiti gli vanno larghissimi. Ha delle occhiaie assurde e sembra esausto. Stava piangendo, sembrava quasi disperato, e in quel momento ho capito. Ho capito di amarlo perché l'unica cosa che volevo fare era andare lì e tranquillizzarlo, assicurarmi che stesse bene e che avesse tutto ciò di cui ha bisogno. Avrei voluto correre da lui e farlo ridere perché vederlo così mi uccide. Ho rivissuto ogni momento passato con lui e mi sono sentito un mostro, perché si merita il mondo e l'ho trattato malissimo. Ho rivisto ogni mio gesto e ho capito che in ognuno di essi, in fondo, c'era amore. Ho provato a respingerlo solo perché ho follemente paura di perderlo" disse, totalmente travolto dalle mille emozioni che in quel momento lo stavano uccidendo.

"E facendo ciò che hai fatto non l'hai perso lo stesso?" Disse Minho, rendendolo ancora più consapevole dei propri sbagli.

"Si, ma so anche che non mi merita, merita molto di meglio. Non posso piombare di nuovo nella sua vita e rovinare tutto" disse Thomas, finendo il vino e versandosene altro.

"Certo che sei veramente stupido. Smettila di sottovalutarti. Newt è follemente innamorato di te e tu lo sei di lui. Forse ci metterà un po' a perdonarti ma devi lottare se veramente lo ami. Non lasciare che guarisca questa ferita perché poi sarà troppo tardi. Devi cercare di fargli cambiare idea su di te, dimostrargli che si può fidare e che meriti il suo perdono. Se credi di amarlo, lotta per riaverlo perché poche volte nella vita si incontrano persone come lui" disse Minho, facendolo risvegliare. Thomas aveva finalmente capito cosa avrebbe dovuto fare e sapeva che avrebbe dovuto sudare molto per ottenerlo, ma era anche sicuro che sarebbe stata la scelta migliore della sua vita.

Il giorno successivo alla cena, Newt si svegliò più stanco del solito. Non era più abituato a uscire, a camminare e a stare così tanto tempo fuori casa, soprattutto e il suo corpo ne risentì. Decise perciò di rimanere in pigiama, sentendo ancora molto freddo nonostante fosse maggio.

Couture. || Newtmas Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora