Capitolo 17.

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Newt chiuse la valigia con forza, spingendo con il ginocchio su di essa, per far combaciare la cerniera. Non sapeva dove sarebbero andati e l'ansia lo aveva portato a creare più abbinamenti possibili in modo tale da avere più scelta su cosa effettivamente portare, ma era finito con il mettere ognuna delle opzioni all'interno della valigia, facendola straripare.

Era eccitato all'idea di partecipare al suo primo viaggio di lavoro; aveva visto gli altri capo reparto partire più volte in quegli anni, e aveva sempre sognato di poter un giorno partecipare anche lui. Finalmente il giorno era arrivato e sperava di andare in Europa, o in Oriente come era successo l'anno prima. Tutti i suoi colleghi gli raccontavano di questi viaggi come pieni di lavoro, in costante movimento per conoscere nuove collezioni, nuovi stilisti e nuovi fotografi con cui collaborare.

Thomas non badava a spese quando si parlava di lavoro, perciò prenotava in hotel di lusso, con entrate gratis nei privé dei locali più importanti del posto e tavoli riservati nei ristoranti più importanti. Newt era in fibrillazione ogni volta che immaginava quelle giornate che lo attendevano, e si immaginava nei suoi abiti eleganti, a prendere appunti su come poter diventare lui uno stilista, realizzando il suo sogno. Si immaginava a progettare insieme a importantissime persone del settore, imparando cose che probabilmente non avrebbe mai imparato, rimanendo a New York. Si immaginava felice, nel mondo che amava e che aveva sempre desiderato conoscere.

Poco dopo aver sistemato le ultime cose e dopo aver preso il passaporto, sentì il campanello suonare, segno che Thomas era arrivato. Nonostante fossero le cinque del mattino, il caldo era comunque molto forte, perciò lascio perdere la felpa che aveva preparato e la mise intorno al manico della valigia, sperando che non gli servisse per tutto il giorno. Chiuse la porta dietro di se, per poi scendere le scale il più veloce possibile, rischiando d'inciampare più volte.

"Buongiorno" gli disse Thomas sorridente, non appena Newt uscì dal cancello. Lo vide camminare verso di lui per poi sollevare la valigia per metterla all'interno del portabagagli già aperto.

Successivamente si avvicinò e gli cinse il fianco con una mano, lasciandogli un dolce bacio sulla guancia. Newt arrossì a quel contatto, per poi salutare anche lui con voce tremante.

"Dove andiamo?" Chiese, entrando in macchina, per poi mettere la cintura.

"Sorpresa" disse Thomas sorridendo, per poi partire diretti all'aeroporto.

Passarono i seguenti venti minuti a discutere sul probabile luogo che avrebbero visitato, mentre Newt cercava d'indovinare e Thomas faceva il vago, senza effettivamente rispondere.

"Secondo me Londra" disse poi, dopo aver ricevuto un falso indizio da parte di Thomas, che rise.

"Non ti porterei mai lì Newtie, puoi stare tranquillo" disse, girandosi vero di lui e rassicurandolo.

Newt arrossì, ringraziandolo per aver ricordato il suo passato negativo con quella città.

"Dubai?" Chiese poi, ancora estremamente curioso di sapere.
Thomas rise di gusto, divertito da quella situazione, per poi scuotere la testa negando anche quell'opzione, ricevendo uno sbuffo da parte del biondo vicino a lui.

Quando arrivarono, il sole aveva iniziato a sorgere all'orizzonte, illuminando le strade intorno a loro. Scesero dalla macchina, lasciando le chiavi a un uomo che accolse Thomas come un amico. Sicuramente l'avrebbe parcheggiata per loro, ricevendo una somma in denaro. Presero poi le valige, dirigendosi successivamente all'interno dell'aeroporto.

Era tanto che Newt non entrava in aeroporto, e la sensazione lo lasciò spiazzato. L'ultima volta era stato quando era atterrato a New York per la prima volta, lasciandosi alle spalle la vita a Londra e iniziando la sua nuova vita.

Couture. || Newtmas Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora