Capitolo 13.

543 29 66
                                    





Da quella mattina, passò una settimana, durante la quale Newt evitò il contatto con Thomas il più possibile. Aveva dato a Serena il compito di portargli i progetti o qualsiasi altra richiesta, consegnandole le chiavi dell'ascensore, non avendo minimamente voglia di vederlo.

A pranzo evitava di uscire, per non rischiare d'incontrarlo in mensa, e si portava il pranzo, mangiando nel proprio ufficio.

Tornato a casa dopo la litigata della Domenica mattina, era scoppiato a piangere. Non riuscì a spiegarsi il motivo di così tanto dolore e così tanta delusione, ma era certo che quella volta ci avrebbe messo molto a superarla. Non capiva il suo comportamento, le sue parole completamente diverse dalle azioni. Come poteva essere solo sesso, se per due volte avevano dormito insieme? Come poteva essere solo sesso se era geloso degli altri ragazzi? Come poteva essere solo sesso, se i suoi occhi dicevano altro? Quella mattina, era sicuro di aver visto in lui meno malizia, meno foga di raggiungere l'orgasmo. Lo aveva visto rilassato, completamente abbandonato tra le proprie braccia, e per Newt era stato il sesso più bello della sua vita.

Aveva provato finalmente qualcosa di tanto profondo per qualcuno, e avrebbe che il tempo si fermasse. Avrebbe voluto continuare all'infinito, far godere Thomas per sempre per vederlo sorridere come aveva fatto quella mattina.

Quando poi lo aveva sentito pronunciare quelle parole, il mondo gli era caduto addosso. Tutte le sue supposizioni, i suoi pensieri, le sue speranze, erano svanite. Thomas non lo amava, e non lo avrebbe mai amato. Quella consapevolezza lo trafisse come una lama cocente, svegliandolo dal sogno in cui si era riparato e riportandolo alla realtà.

La settimana successiva fu devastante e i primi giorni furono i più difficili, poiché ogni cosa di quell'ufficio gli ricordava dei loro momenti, ma dovette farsi forza. Iniziò a lavorare senza sosta, facendo la maggior parte del lavoro e lasciando ai propri colleghi poco e niente.

Molto spesso aveva portato del lavoro a casa, in modo tale da avere qualcosa da fare per non pensare. La cosa che più lo aveva aiutato, era stato iniziare a disegnare dei capi, come faceva in passato, volendo creare una sua collezione, un suo marchio. Lo faceva a tempo perso, ritrovando nel disegno la sua grande passione. Grazie a quel passatempo, riusciva a non pensare a immaginare un futuro pieno di felicità senza alcun tipo di dolore.

Oltre a quello, riuscì ad andare avanti grazie a Brenda, che passò la maggior parte del tempo insieme a lui, soprattutto la sera. Avevano parlato tanto e Newt aveva anche pianto tanto, venendo sempre confortato dall'amica. Lei lo aveva aiutato a superare la fase di colpevolizzazione durante la quale Newt avrebbe voluto chiamare Thomas ogni secondo della giornata, per scusarsi di quello che era successo, come se fosse stata effettivamente colpa sua.
Lo aveva calmato, gli aveva tolto il telefono dalle mani e lo aveva fatto sdraiare sul letto, abbracciandolo da dietro.

"Newt, devi darti tempo. Non forzare le cose. Se vuoi piangere fallo, ma non puoi vederlo ne sentirlo adesso, è troppo presto. Ora rilassati" gli aveva detto, massaggiandogli i capelli sentendolo singhiozzare sotto il proprio tocco.

"Proverò di nuovo quello che provo per lui per qualcun altro? Perché io voglio sentirmi esattamente come mi sento con lui, sennò non lo voglio l'amore" disse Newt, continuando a piangere lasciando che le lacrime cadessero sul cuscino.

"Si Newt, ora dormi è tardissimo" rispose Brenda mentendo, sicura che Thomas sarebbe potuto essere la persona giusta per Newt, ma al momento sbagliato.

Thomas, invece, aveva passato una settimana infernale. Si era ubriacato più volte, cercando di capire cosa poter fare per risolvere la situazione, e per cancellare quel piccolo sentimento che sentiva. Aveva accantonato il lavoro, delegando i suoi collaboratori nel fare tutto ciò che avrebbe dovuto fare lui. Passò l'intera settimana a pensare, a riflettere e a fumare sul balcone dell'ufficio, rispondendo a qualche chiamata e guardando qualche progetto che gli veniva portato, ma senza concentrazione. Newt lo aveva privato di ogni razionalità, rendendolo quello che non era mai stato. Aveva la necessità di tornare ad avere il controllo, ad avere la forza di gestire e organizzare la propria vita. La relazione con Newt lo aveva totalmente destabilizzato, portandolo fuori dai propri obbiettivi. Aveva bisogno di tornare il Thomas di un tempo.

Couture. || Newtmas Where stories live. Discover now